L’erede di Chico Mendes

di Stella Spinelli

Ormai da un anno è tornata a difendere la sua amata Amazzonia dai banchi del Senato, dopo una difficile esperienza come ministro dell’Ambiente nel governo Lula, che ha lasciato dopo cinque anni “per le tante, troppe pressioni provenienti da ogni dove”. Eppure, la sua grinta e la speranza che le cose possano cambiare sono ancora intatte e nutrono le sue battaglie. È Marina Silva, la ragazzina dalla pelle scura cresciuta a fianco di Chico Mendes, che l’ha nutrita di rispetto assoluto per la natura e di coraggio nel difenderla, e ormai diventata una professionista della politica ambientalista. È per lei che si è mobilitato un gruppo di persone che la vorrebbero vedere di nuovo tra i capi, questa volta capo tra i capi del Brasile.

Si tratta di una campagna apartitica e non istituzionale che vuol spingere la donna ambientalista a succedere al beneamato presidente operaio. Per questo è nato un sito web che possa rafforzare questo proposito e che sta facendo il giro del Brasile. “Siamo cittadini comuni che desiderano vedere Marina Silva come presidente della Repubblica – ha spiegato a Terra Eduardo Rombauer van den Bosch, uno degli ideatori – Abbiamo logicamente messo a conoscenza Marina della nostra iniziativa, sottolineando che se si fosse opposta avremmo chiaramente lasciato perdere, ma attraverso il suo portavoce Pedro Ivo ci ha assicurato che non si opporrà, pur continuando a restarne fuori”. Non c’è infatti la diretta interessata dietro questo movimento, è nato spontaneamente “dalla forza rinnovatrice delle reti sociali, che cercano una maniera diversa di costruire legittimità politica, lontana da altre dinamiche e ansie sociali , senza preoccupazioni per le restrizioni dettate dai partiti”.

“Promuoviamo la candidatura di questa donna, brasiliana e universale, dal potenziale politico e pedagogico immane, adatta a traghettare il Brasile nell’emergente transizione verso una democrazia sostenibile. Marina ha la forza di concretizzare I cambiamenti e le trasformazioni fondamentali che pochi altri leader, oggi, hanno”, afferma il manifesto del movimento Marina Silva Presidente. “Si tratta di uno sforzo collettivo affinché Marina Silva si convinca ad accettare di assumere la forza della sua leadership”, continuano, dato che, appunto, la senatrice è estranea alla vicenda. A capeggiare l’opera di convincimento verso la madre degli ambientalisti è Sérgio Xavier, presidente dei Verdi del Pernambuco, che ha scritto una lunga lettera alla Silva, definendola una candidata ideale perché “basata sul compromesso esclusivo con lo sviluppo sostenibile e con la costruzione di una nuova economia mondiale, capeggiata dal Brasile, focalizzata su prodotti naturali, energia e impieghi verdi, salutari, pacifisti e duraturi”.

E Dilma Rousseff? In una delle parti principali del sito si trovano anche i motivi principali per cui un brasiliano dovrebbe volere Marina Silva alla corsa per il post Lula e votare per lei. Si va dalla sostenibilità del futuro, alla promozione della coscienza etica, alla sua esperienza nel capeggiare storiche battaglie sociali. Marina Silva è per loro anche un esempio di integrazione, perché non solo è donna, e sarebbe la prima a salire alla massima carica brasiliana, ma ha anche la pelle scura. E questa sì che segnerebbe una svolta in un paese dove a predominare è da sempre il bianco.

E infatti, pur avendo preferito indicare una donna come suo successore ufficiale alla corsa alla presidenza, Lula ha scelto Dilma Rousseff, che più bianca non si può. E chissà se sarà, comunque, costretto a rivedere i suoi piani? È ormai risaputo, perché di dominio pubblico e ogni giorno sulle pagine dei giornali che ne seguono morbosamente il decorso, che la ex rivoluzionaria è malata di cancro. Una notizia che ha smosso il mondo politico, turbando il sonno del Partito dei lavoratori, (al quale apparterrebbe anche la Silva). Molti sono convinti che il ‘fattore cancro’ inciderà molto sull’esito della campagna elettorale, e non per forza in senso negativo. Il settimanale Epoca ha infatti lanciato una tesi interessante: “Gli esperti credono che nei prossimi mesi la popolarità di Dilma crescerà. La malattia le ha assicurato una maggiore visibilità mediatica. Prima cha la notizia venisse rivelata, il 65 percento degli elettori che appoggiano Lula era contrario alla sua candidatura. Ma il fattore emozionale giocherà un ruolo decisivo. Di fronte a una malattia grave, infatti, le persone tendono a essere più compassionevoli e spesso si identificano con la vittima. Nel caso di Dilma questo potrebbe farle guadagnare voti”.