Chi bada alle Badanti?

di Fiora Luzzatto
da www.aprileonline.info

Mentre si infiamma la campagna elettorale per le elezioni amministrative ed europee, l’argomento “immigrati” sparisce dai programmi elettorali: come se a fianco della parola “immigrati” ci fosse scritto “chi tocca i fili muore”. Anch’io ho la forte tentazione di tacere, fino alla data delle elezioni. Anch’io sono immersa in un contesto in cui, alla sola idea di parlare di immigrati nella fase elettorale, viene spontaneo di pensare: “non è opportuno”, oppure “la gente non capirebbe”. Ma mi sono convinta che non è così: la gente capisce; la gente è più avanti dei suoi attuali governanti.

E quindi voglio uscire allo scoperto e dire GRAZIE! Grazie alle tantissime badanti che accudiscono i nostri anziani, e forse rischiano di essere denunciate come se fossero delinquenti. Grazie a tutte quelle immigrate che puliscono le nostre case mentre noi, donne più fortunate, ci diamo da fare nelle professioni e nella politica. Grazie a chi – dolorosamente separandosi dai figli propri – viene in Italia per accudire i bambini altrui. E in questa Italia, dove si sprecano gli slogan per esaltare la “famiglia”, pare che si pensi solo alle famiglie “nostre”, mentre per i lavoratori stranieri diventa sempre più difficile ottenere il ricongiungimento familiare.

Sulle politiche per l’immigrazione ci sono tante opinioni diverse: ma forse ci sono alcuni punti sui quali l’accordo potrebbe essere totale, tra tutte le forze politiche. Innanzitutto chiedere che lo Stato rispetti i diritti di coloro che hanno i requisiti per ottenere il permesso di soggiorno. E’ inaccettabile che migliaia di immigrati, pur avendo regolarmente presentato tutti i documenti richiesti, debbano restare in sospeso a tempo indeterminato.

Non possiamo accettare quello che sta già succedendo: stranieri che hanno paura di presentarsi in una scuola o in un ospedale solo perché non hanno ancora ottenuto il “pezzo di carta”. Inoltre le autorità ispettive devono ricominciare i controlli sui posti di lavoro. Le statistiche ci dicono che un quarto dell’economia italiana è “in nero”. Dilagano le violazioni assicurative e contributive; vengono ignorate le norme sulla sicurezza. La diffusa illegalità è il terreno ove più facilmente prospera lo sfruttamento dei clandestini, e dove cresce la discordia tra italiani e immigrati.

Perciò: ricominciamo a far rispettare le leggi sul lavoro (come più volte sollecitato dal Presidente Napolitano) così tuteleremo la sicurezza di tutti, italiani e stranieri. Riportare la legalità negli ambienti di lavoro restituirà all’INPS le entrate che gli sono dovute, ed è il presupposto per far rinascere l’unione e l’armonia tra i “proletari di tutto il mondo”.