IL RACCONTO DEL CAMMINO…

Mario Campli, Marcello Vigli, COLTIVARE SPERANZA – una chiesa altra per un altro mondo possibile, Edizioni Tracce, Pescara 2009, pagg. 216, € 13,00

Una “narrazione” del percorso durato 40 anni, “vissuto con speranza e attese, spesso anche faticoso e sofferto” delle Comunità cristiane di base: “il racconto del cammino che hanno percorso insieme”. Mario Campli e Marcello Vigli definiscono così il risultato del loro lungo lavoro di ricerca e di analisi, condotto attraverso fonti “interne” ed “esterne” (come ad esempio gli articoli di Adista) e pubblicato in un volume dal titolo Coltivare speranza, una Chiesa altra per un altro mondo possibile.

Il testo non si riduce alla sola descrizione dei momenti di questo cammino, che pure in sé già sarebbe opera meritoria e di notevole importanza, essendo quella di Campli e Vigli – di fatto – l’unica pubblicazione che ricostruisce le vicende complessive del movimento (finora esistevano solo una serie di libri o saggi sulla storia di singole comunità o monografie che si soffermava su particolari questioni o vicende storico-ecclesiali in cui le comunità hanno giocato un ruolo importante).

Si tratta di qualcosa di più e di più ambizioso: come scrive nella sua prefazione il gesuita Fabrizio Valletti (animatore del “Progetto Scampia” e direttore del Centro Hurtado di Napoli), lo scorrere degli avvenimenti riportati, la serie dei convegni nazionali ed internazionali, compresi quelli “al femminile e al giovanile”, ripropongono problemi e questioni urgenti alla Chiesa di oggi, inducono anzi “a pensare che sono molti i problemi irrisolti che possono segnare il futuro della Chiesa e di riflesso della società in cui le comunità sono presenti con importanti forme di servizio”.

La questione concordataria, ad esempio, tra i punti più qualificanti della riflessione e dell’azione delle Cdb sin dalla loro nascita; il ruolo dei presbiteri; la funzione delle donne nella dimensione ecclesiale, di una Chiesa “dal basso”, di una Chiesa, soprattutto, povera tra i poveri che si riappropri di una lettura radicale e radicata della Bibbia.

La narrazione, attraverso i sei capitoli e poi con l’ampia e ragionata cronologia che, in appendice di volume, ricostruisce – anno dopo anno – i principali eventi politici ed ecclesiali a partire dal “fatidico” 1968, àncora puntualmente al divenire socio, politico, culturale gli eventi che hanno caratterizzato la storia delle Cdb.

Da questa storia emerge, tra l’altro, la centralità della prassi eucaristica nell’esperienza delle Cdb, pur nelle diversità dei percorsi che hanno contraddistinto la storia delle singole comunità. L’eucarestia, sostengono gli autori, è stata infatti “il luogo, per lo più disadorno di simboli e riti – cosa che spesso è stata ed è oggetto di discussioni, analisi e riflessioni, tra rischio di ‘sciatteria’ e rischio di risucchio nei ritualismi –, della crescita della comunità: nello spezzare del pane da mani di uomini e da mani di donne e nell’ascolto della ‘parola’, anch’essa spezzata e condivisa nelle ‘omelie’ aperte e partecipate a tutti e tutte, anche ai non membri”. Da questa prassi, nasce l’idea della desacralizzazione del sacro, della “ricerca, sempre parziale e provvisoria, per adeguarsi all’accelerazione dei tempi”.

Particolarmente interessante, in tale prospettiva, è l’ultimo capitolo del volume: più che una conclusione, una riflessione sul cammino futuro delle Comunità. Una Chiesa povera dalla parte dei poveri, le Cdb “non si sono limitate a invocarla, hanno cercato di realizzarla assumendo il carattere di ‘struttura di base’”. Orizzontale, pluralistica, ma anche “di (“il termine base, come è noto, è anche collegato all’altro, ‘classe’, e alle lotte del movimento dei lavoratori”). E se la vicenda storica delle Comunità di Base è inscindibilmente intrecciata “con una dinamica di ‘riappropriazione’, a seguito di una presa di coscienza della ‘privazione’ del potere, del salario, del sapere”, il movimento non può che restare fedele alla sua ricerca “di incarnazione del divino nella storia” e, in particolare, nella storia degli ultimi”.

Dall’esperienza di ‘Chiesa altra’ fatta dalle Cdb, che accetta la sua storicità e rifiuta qualsiasi sacralizzazione, si può ricavare – scrivono Campli e Vigli – “la via per evitare vecchie e nuove forme di confusione fra dimensione politica e dimensione religiosa e per contrastare inedite manifestazioni di sacralizzazione della politica, speculari alla promozione del cristianesimo come religione civile, da veicolare, in Italia, attraverso ‘progetti culturali’ gestiti dalla Cei”.

Con la loro esperienza, le Cdb “contribuiscono a sciogliere il dilemma storico del cristianesimo: essere nella storia con una funzione consolatoria oppure con una funzione critica, confermandosi come testimonianza di laicità senza aggettivi, fondata sul riconoscimento dell’autonomia dell’umano. Per chi non è credente o è diversamente credente, l’autonomia delle cose umane è una ‘ovvietà’; per il credente è una conquista”.

Una testimonianza importante, specie in un periodo in cui i cattolici “in disagio” chiedono con forza di tornare ad essere protagonisti. Un libro prezioso per tutte quelle realtà ecclesiali che desiderano provare a camminare insieme. Senza steccati. Coltivando, appunto, speranza.

Valerio Gigante

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UNA BUONA LETTURA

Si tratta di un bel libro che mancava: una storia del movimento delle comunità cristiane di base colte nella loro ispirazione di fondo, con tre utili appendici ( cronologia, incontri nazionali, bibliografia). Ho letto queste pagine con piacere ed esprimo gratitudine agli Autori.

L’opera risulta particolarmente utile per chi è esterno al movimento delle comunità, ma costituisce un prezioso sussidio della memoria per chi è impegnato in questa esperienza. I canoni e il metodo di questa rivisitazione storica mi fanno sperare che, anche in questa chiesa “altra” , si affermi maggiormente un modo di “fare storia” in cui i nodi non siano nè evitati nè risolti con” formule collaudate” ma spesso un po’ “evanescenti e rituali”.

Ps

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Per l’acquisto del libro indirizzare la richiesta a Edizioni Tracce – Via Eugenia Ravasco 54 – 65123 Pescara: per fax 085-76658, per email, redazione@tracce.org , telefonicamente al n. 085-76658 La copia sarà inviata in contrassegno al prezzo di copertina di euro 13,00 senza spese aggiuntive.

Il libro è acquistabile anche sul sito di Adista alla pagina http://www.adistaonline.it/index.php?op=adistalibri