VIII Incontro delle Comunità cristiane di base europee

Vivere la fede oggi
Condivisione – Solidarietà – Eguaglianza – Differenze – Corresponsabilità
Vienna, 1-3 maggio 2009


MESSAGGIO FINALE

Noi, rappresentanti delle Comunità cristiane di base di molti paesi europei riunite a Vienna (Austria), dal 1 al 3 maggio 2009, sul tema Vivere la fede oggi, vogliamo comunicare ciò che ci fa vivere e ciò che ci unisce.

1. Noi ci riconosciamo come donne e uomini che credono in Gesù di Nazareth, che assegnano al Vangelo il primo posto, che vogliono vivere la loro fede e il loro impegno, nella vita di piccole comunità umane, concretamente attive nella solidarietà, nella giustizia e contro ogni violenza, nella vita e in particolare nella costruzione di una Europa unita.

2. Noi denunciamo la politica neo-liberalista degli stati e dell’Unione europea, che ne ha fatto una ‘fortezza’, che protegge noi paesi ricchi e impedisce ai paesi più poveri di accedere alla propria autonomia e al benessere. Noi ci impegniamo per una Europa accogliente e giusta che ha bisogno del contributo di tutte le culture presenti nella sua storia; e rifiutiamo, anche come cristiani, ogni monopolio culturale o religioso.

3. Noi rifiutiamo fermamente la segregazione, frutto della politica degli stati e dell’Unione europea concernete i diritti delle persone e dei popoli, con particolare riferimento alla cittadinanza, alla nazionalità, all’immigrazione e alle pratiche relative ai sans papier; come pure lo smantellamento progressivo dei ‘ servizi pubblici’, che per decenni hanno costituito la garanzia della solidarietà verso i più deboli.

4. Noi rifiutiamo con la stessa forza le pratiche di discriminazione delle società e della Chiesa cattolica verso lo status delle donne e contro il pieno riconoscimento del ruolo dei laici: siamo convinti, infatti, che esse costituiscono non solo una grave ingiustizia legata alla volontà di salvaguardare il potere, ma anche una causa di impoverimento e di mancanza di dinamismo della nostra Chiesa.

5. Noi denunciamo l’ipocrisia della nostra Chiesa cattolica che da una parte proclama il Vangelo e reclama il rispetto dei Diritti dell’uomo e, dall’altra, dimentica quei due ancoraggi vitali, nel suo funzionamento interno: in particolare, attraverso il suo centralismo e le pratiche di ineguaglianza uomo-donna, sposati-celibi, chierici-laici e il non riconoscimento dei diritti degli omosessuali.

6. Noi domandiamo con insistenza, il rispetto e l’applicazione del Concilio Vaticano II, con riferimento al primato del Popolo di Dio sulla gerarchia, alla libertà di coscienza e alla prassi dell’ecumenismo. Noi auspichiamo altresì lo svolgimento di un vero “ Concilio del popolo di Dio”, per superare le ambiguità delle attuali autorità del Vaticano e per continuare le riforme richieste dalla fedeltà al Vangelo, dal dialogo interreligioso e dall’incontro con il mondo contemporaneo.

7. Noi riconosciamo che le nostre convinzioni e le nostre prassi di comunità sono altrettanto relative, come tutte le altre convinzioni e pratiche sociali e che nessuno, né alcuna istituzione detiene il monopolio della verità. Noi riaffermiamo il nostro desiderio di vedere le diverse Chiese che si richiamano a Gesù Cristo, oggi divise, riconoscere la loro complementarietà ecumenica e la loro sostanziale unità.

8. Noi abbiamo fiducia nell’aumento di piccole comunità che permettono l’autentica espressione delle persone, l’esperienza della condivisione della vita, delle sue gioie e delle sue pene, il riconoscimento della dignità di ciascuno e di ciascuna, il mutuo concreto soccorso, l’accoglienza e il riconoscimento dello Spirito di Gesù che opera in loro.

9. Noi c’impegniamo a promuovere la comunicazione, l’armonia, la collaborazione e l’aiuto reciproco fra le nostre comunità, affinché esse divengano vere piccole Chiese di base. E ci impegniamo a sviluppare le reti , che sono un’alternativa credibile al centralismo romano, a partire dall’affermazione dei valori del pluralismo, della dimensione comunicativa e dell’impegno personale.

10. C’impegniamo a sensibilizzare i nostri concittadini per le prossime elezioni europee, scegliendo le persone candidate che difendono l’autentica cittadinanza, la laicità e il rispetto del pluralismo, la solidarietà all’interno e verso i paesi poveri; e ci impegniamo altresì nella continua sollecitazione degli eletti, al rispetto e promozione di questi valori universali.

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GLI ALTRI INTERVENTI:

Martha Heizer (teologa Wir sind Kirche) – Vivere la fede oggi

François Becker – Le comunità di base, vestigia di un’utopia senza avvenire o speranza per un futuro cristianesimo evangelico?

Giancarla Codrignani – Il percorso delle donne nelle Cdb italiane

I contributi dei diversi Gruppi nazionali

RESOCONTI E COMMENTI:

Adista n°52 – La speranza resta, il cammino continua

Rosaria De Felice – Il cammino continua

Marta Ghezzi – un commento

Misa Chiavari – un racconto

Giancarla Codrignani – Lettera alle donne delle Cdb