Irlanda: pubblicato il rapporto della Child Abuse Commission sugli abusi infantili nelle scuole cattoliche

di Beatrice Ippolito
da www.womenews.net

Scandalizza e a fa discutere il rapporto pub­blicato dalla Child Abuse Commission, la commissione di indagine istituita in Irlanda nel 2000 su input governativo per in­dagare le storie di abusi di mino­ri nelle scuole affidate a ordini re­ligiosi maschili e femminili nel Paese. Suscita orrore il Rapporto Ryan della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli abusi sui minori, perpetrati in forma endemic –endemica- in Irlanda dagli anni 30 all’ “oggi” di insediamento della commissione Ryan (anno 2000), istruita per accertare i fatti dopo le pubbliche scuse prentate in Parlamento nel maggio del 1999 dall’allora primo ministro, Taoiseach (pron. Tiscióc) Bertie Ahern.

Nel 1936, in seguito al Rapporto Cussen , che istituzionalizzava il sistema scolastico di correzione, divennero la norma le famigerate e ora in parte soppresse, “reformational schools” –scuole – riformatorio – e “industrial schools” – convitti di scuole a indirizzo tecnico – industriale – gestiti da ordini religiosi appartenenti alla chiesa cattolica, i cui nomi alla luce dei fatti resi noti suonano, a dire poco, grotteschi: ‘christian brothers’,- fratelli cristiani- ‘brothers of charity’-‘fratelli della carità’- , ‘sisters of mercy’- ‘suore della misericordia’-, ‘sisters of charity’ – ‘suore della carità’- e via di questo passo.

In 5 volumi, 2500 pagine, 1090 testimonianze, si racconta l’inferno di bambini/e soggetti/e ad ogni forma di abusi, intimidazioni, denigrazioni, umiliazioni, punizioni corporali, fustigazioni publiche, stupri, violenze sessuali continuate, sia da parte di compagni più grandi sia da parte del personale adulto, docenti, custodi, superiori, persino genitori affidatari che approfittavano dei/le piccoli/e durante le uscite ricreative dalle scuole-prigione.

Quel che è agghiacciante – è che a compiere lo scempio erano proprio quei ‘fratelli’ e ‘sorelle’ cui la fede avrebbe dovuto ispirare sentimenti di umana pietà e carità e comportamenti più consoni al proprio stato religioso e alla promessa fatta al momento di assumere i voti, di rivolgere un cristiano amore verso il prossimo o almeno solo più umano verso ‘creature’ indifese e già segnate da condizioni di partenza di svantaggio sociale e di ingiustizia.

Ma agli occhi di questi prescelti in una fede di certo spuria, la colpa di questi/e bambini/e era proprio quella di essere mere creature, ‘creatures’, indegne persino di un nome, figli/e di nessuno, colpevoli/e di essere stati/e generati/e da padri/madri morti troppo presto, o privi di lavoro, o alcolizzati o incarcerati, fango raccolto dalla strada, insomma, nient’altro che fango, sporcizia.
Le condizioni, ispirate a un modello militaresco, da caserma, un regime ‘sistemico’, “systemic” di privazioni e crudeltà degni dei peggiori fondamentalismi o dei migliori fascismi, erano bieche – ‘bleak’- sia nei convitti maschili che femminili.

Il Rapporto, però, e al seguito i giornali, tengono, chissà in base a quale criterio, a sottolineare che “Negli istituti per ragazzi la violenza sessuale era endemica. La situazione nelle scuole femminili era diversa. Benché le fanciulle venissero sottoposte ad abusi sessuali di tipo predatorio da parte di impiegati o visitatori esterni maschi, l’abuso sessuale non era parte del sistema nei convitti femminili”. Una clemenza a beneficio del genere, evidentemente. Le donne, è opinione comune, non compiono abusi sessuali!

Mercoledi mattina, in una trasmissione radiofonica The Right Hook – la cornetta giusta -(Newstalk 106-108, -commento alle notizie) Christine Buckley, una delle internate nel convitto industriale di Goldenbridge a Dublino, ha commentato, “Sugli abusi sessuali a Goldenbridge si è glissato, mi è parso”

Nel Rapporto si racconta di bambini costretti a pulire gli esprementi e il fango dalle scarpe del superiore con la propria lingua, bambini costretti ad avvolgersi intorno al collo lenzuola bagnate di urina nel caso avessero fatto la pipì a letto, bambini picchiati per aver fatto sbadatamente cadere il messale della messa, fratellini separati, bambini a cui veniva fatto credere che i genitori fossero morti, bambini denudati e bastonati a sangue davanti agli altri, bambini annientati nel corpo e nello spirito.

Date un’occhiata al trailer del film di Aisling Walsh, Song for a raggy boy “La canzone del piccolo straccione”, del 2003 per farvene un’idea nel caso in cui le scene dalle “Magdalene Sisters” – le suore delle Maddalene, di Peter Mullin, le aveste dimenticate.

A Goldenbridge, Inchicore, Dublin, si legge nel rapporto, una delle 26 ‘industrial schools’ gestite dalle suore della misericordia , le 150 ragazze ospiti, compresi minori di entrambi i sessi fino agli 8 anni, lavoravano alla fabbricazione di grani di rosario e venivano regolarmente umiliate, derise, trattate con disprezzo, picchiate spesso senza motivo , “with no apparent reason”.

Personalità politiche e religiose, dalla Presidente della repubblica d’Irlanda, Mary McAleese, il primo ministro Taoiseach Brian Cowen, il Ministro dell’Istruzione Batt O’Keeffe all’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin e il cardinale Sean Brady, hanno espresso il loro rincrescimento e non mancano di definire il rapporto ‘horrifying’ orrifico,‘shocking’- scioccante, ‘devastating’ – devastante, ‘shameful’ – fonte di vergogna-

Le pubbliche profusioni di ammenda e sgomento, più o meno sincere, non si contano. Ma i soprusi non si fermano e le riparazioni non sono proprio nell’ordine di quanto ci si aspetterebbe per uno scandalo senza proporzioni come questo.

Alla conferenza stampa per la presentazione del Rapporto Ryan, mercoledì 20 maggio, al Conrad Hotel a Dublino, alle vittime è stato vietato l’ingresso.
Lo denunciano indignati, Maeve Lewis, la presidente di ‘http://www.oneinfour.ie/’- UnoSuQuattro l’associazione fondata nel 1999 da Colm O’Gorman che forse qualcuno ricorderà per la testimonianza resa durante la trasmissione di Annozero “Non commettere atti impuri” del 2007 e John Kelly, coordinatore irlandese di Soca (Survivors of Child Abuse – i sopravvisuti degli abusi – irishsoca@eircom.net).

Nel 2002 venne stipulato un accordo di legge tra lo stato e la chiesa cattolica, un patto che un esponente di spicco del Labour Pat Rabbitte ha definito ‘patto tra innamorati’ ‘sweetheart deal’ .

Si convenne che sugli ipotizzati 300 milioni di sterline irlandesi all’epoca, necessari a risarcire le vittime, le congregazioni religiose coinvolte negli abusi ne dovessero contribuire soltanto un centinaio, circa €127 milioni, il 10% del costo reale ora stimato €1.3 miliardi. Un regalo, a spese dei contribuenti.

Quel patto, dice il Ministro per l’Infanzia, Barry Andrews, non può essere soggetto a revisione legale. Non si può forzare la chiesa a pagare di più, a meno che non lo faccia di sua sponte. Così ritiene il partito di governo Fianna Fail e così dice anche il Taoiseach Brian Cowen anche se promette consulte legali del governo per vedere se ci sono i margini per rinegoziare l’accordo.
Intanto aspetta di sentire la commissione d’inchiesta che riferirà al governo martedi prossimo con dibattito parlamentare di due giorni a seguire.

Nel 2004 i christian brothers, dopo una lunga battaglia legale, portarono a casa un altro risultato: la garanzia dell’anonimato per i rei degli atti criminosi. I nomi dei ‘fratelli’ coinvolti negli scandali non sarebbero stati pubblicati. In questa storia, quindi, ci sono vittime ma non responsabili di reati.

Nel rapporto i nomi sono tutti pseudonimi. Servono a proteggere le vittime, ma anche gli accusati, alcuni rei confessi. A uno di questi, certo John Brander – pseudonimo- insegnante di scuola elementare e media, dispensato dai voti per ben 3 denunce separate di ripetuti abusi sessuali su minori, fu consentit
o di passare impunemente da una scuola all’altra , ‘terrorizzando fisicamente e abusando sessualmente’, instaurando ovunque passasse un clima di terrore, per ben 40 anni prima di essere processato e condannato negli anni 80.

Si stracciano le vesti. Si percuotono il petto. Si dicono, ‘horrified’. Ma si guardano bene dal prendere sul serio ‘the lessons to be learned here’ – le lezioni da imparare – e dare una risposta giusta e adeguata a una vicenda che ha precipitato l’intero paese nella vergogna e che addossa ai contribuenti, i ‘taxpayers’, buona parte dei costi di riparazione. Del resto, tutti sapevano, ma tutti tacevano o volutamente ignoravano o minimizzavano. Il Ministro dell’Istruzione, Michael Woods, firmatario per il governo Ahern del patto ‘da innamorati’ siglato in tutta fretta il giorno prima di lasciare l’incarico, era ben al corrente dei fatti.

Lo stesso Rapporto lo sottolinea nella conclusione: “The deferential and submissive attitude of the Department of Education towards the Congregations compromised its ability to carry out its statutory duty of inspection and monitoring of the schools. The Reformatory and Industrial Schools Section of the Department was accorded a low status within the Department and generally saw itself as facilitating the Congregations and the Resident Managers.”. – “La capacità di condurre, nelle scuole, le ispezioni di legge e i monitoraggi d’obbligo venne compromesso dall’atteggiamento di soggezione e deferenza osservato dal Ministero dell’Istruzione nei confronti delle congregazioni. Lo stesso Ministero aveva una bassa considerazione delle scuole-riformatorio e quelle tecnico industriali cui accordava un infimo status in modo da favorire le Congregazioni e i Direttori dei convitti”.

La ‘anomalia irlandese’ (Ann Rossiter, Ireland’s Hidden Diaspora, 2009) innestata sull’ossessione agostiniana del peccato originale radicatosi nei movimenti monastici dell’Irlanda precristiana, il regime austero e repressivo incentrato sul tabù della sessualita’ e delle questioni riproduttive era così eccessivo da sfociare nei tratti polizieschi e fascistoidi che si dice abbiano caratterizzato il cattolicesimo irlandese. Il giornalista e storico, Pat Coogan menziona nel suo “De Valera, Long Fellow, Long Shadow”, Hutchinson edizioni, Londra, 1993, come il Commissario di Polizia, Guarda O’Duffy, líder delle Blueshirts, le camicie azzurre, avesse guidato 700 soldati delle Brigate Irlandesi a sostegno dei franchisti in Spagna durante la guerra civile, col beneplacito della Chiesa Cattolica, “decisa a sconfiggere i comunisti, gli anti/Cristo”.

Secondo la Rossiter, l’anomalia irlandese nasce dal fatto che non c’e’ mai stata in Irlanda un movimento anticlericale come in Spagna o in Italia, dove, è lei stessa a ricordarlo, il Risorgimento fu un movimento essenzialmente anticlericale – votato a porre fine al potere temporale dei Papi. In Irlanda, invece , il Cattolicesimo ha goduto storicamente del favore popolare per il fatto di rappresentare “the badge of resistance”, il baluardo della resistenza, il vessillo della fede ‘proscritta e perseguitata di un popolo oppresso’. (Rossiter, 2009). Ciò ha permesso al Cattolicesimo irlandese di instaurare un regime patriarcale usurpatore e predatorio, senza contradditorio alcuno, a copertura di atti criminosi compiuti da quelli che, ripugna alla coscienza, chiamare padri.