E adesso denunciateci tutti!

di Mila Spicola
da www.micromega.net

Ieri al corteo a Palermo in memoria della strage di Capaci, alcuni di noi insegnanti avevano degli striscioni, il mio gruppo era defilato, un po’ in fondo, con lo striscione del tipo “l’antimafia inizia dalla cultura di qualità”, io avevo una maglietta con scritto “contro la mafia bastano 100 bravi maestri”, più avanti c’erano alcuni colleghi del sindacato COBAS scuola con uno striscione quanto mai vero e quanto mai condiviso: “La mafia ringrazia lo Stato per la morte della scuola”.

Bene: questi ultimi sono stati accerchiati dagli agenti della DIGOS, gli è stato intimato di toglier via lo striscione e quando, democraticamente si sono opposti, sono stati strattonati, quattro di loro accompagnati in questura dagli agenti e denunciati per “vilipendio allo stato, resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata”. Pietro Milazzo, sindacalista palermitano, che era vicino a loro, porta segni di graffi sulle braccia, provocati dalla colluttazione.

Quegli insegnanti non hanno fatto altro che ribadire quello che molti di noi, insieme a loro e a quanti si sono uniti nella mobilitazione dell’onda, ripetiamo da mesi: stanno smantellando la scuola pubblica. E se è vero che la vera antimafia è quella che si pratica con l’educazione, la scuola e la cultura di qualità, se funziona ancora la logica e il sillogismo, tagliando la scuola fai un favore alla mafia.
Ma forse la logica e i sillogismi logici su cui si fonda la cultura dell’Occidente se ne sono andati a quel paese in Italia.

Dove è vero tutto e il contrario di tutto anche solo poche ore dopo. O no?
Da mesi diciamo che 42.000 insegnanti in meno e 8 miliardi in meno alla scuola sono uno scandalo vergognoso. Un vero vilipendio contro lo stato fatto delle cittadine e dei cittadini italiani, compresi i ragazzi e le ragazze.

Adesso si scopre che aver affermato tutto ciò per mesi, beh: questo è vilipendio contro lo stato. E l’art. 9 della Costituzione? Dove lo mettiamo? quello che recita che l’Italia promuove la cultura…
Manifestazione non autorizzata… ma se lo stesso Caponnetto, all’indomani delle stragi dichiarò: “La mafia teme più la scuola che la giustizia”, se padre Puglisi è morto ammazzato perché voleva una scuola a Brancaccio, ebbene, se ciò ha un valore, se quelle persone hanno un valore, ribadire il loro pensiero in una manifestazione a ricordo delle vittime contro la mafia può essere mai una “manifestazione non autorizzata?”.

Glielo andate a dire a don Puglisi che la sua morte è dimenticata? Cioè il vero valore di quella morte, non lo spunto per qualche sfilata di ministri in una città offesa come la nostra. E non erano ragazzi e scuole di tutta Italia quelle che sfilavano ieri a Palermo? Come può la Gelmini venire a Palermo a presenziare? Con quale faccia, con quale arroganza? Quella della prepotenza di una maggioranza che approva leggi vergogna? E io che recito ogni giorno in classe che la mafia è prepotenza, null’altro che prepotenza, con quale faccia a mia volta posso far difendere a quei ragazzi la “legalità” se questa legalità è offesa giornalmente da quelli che dovrebbero esserne paladini?

Per la prima volta nella storia repubblicana un ministro della Pubblica Istruzione dello Stato ha approvato, anzi di più, promosso i tagli alla cultura. Per la prima volta nella storia repubblicana un ministro della Pubblica Istruzione dello Stato ha avallato 42.000 licenziamenti, di più, 42.000 teste pensanti che educavano alla cultura, ai valori veri e profondi dello Stato. Per la prima volta nella storia repubblicana un ministro della Pubblica Istruzione dello Stato ha cancellato de facto l’aggettivo sostanziale “pubblica” con le sue azioni, togliendo importanza al ruolo. Ma se la scuola non ribadisce il suo ruolo, il valore educativo si annulla nel complesso e si annulla nel particolare. Si taglia sulla scuola e si finanziano le banche: traduciamo in valore simbolico tale azione legislativa. Traduciamolo. Posto che c’è bisogno dell’una e dell’altra, molti di noi pensano che siano più importanti le scuole delle banche nell’affermare lo spirito di un popolo e di una nazione.

E allora io vi chiedo, chi offende di più lo Stato, lo calpesta e lo dimentica? Quei 42.000 insegnanti e tutto il mondo della scuola che con loro ha assistito sgomento a tutto ciò – allo sfascio della scuola, nella quale i presidi non hanno più soldi nemmeno per la carta igienica… altro che toner o fotocopie – o quel ministro?

E quando vengo a sapere che l’affitto pagato dal Comune di Palermo per adibire a scuola la mia scuola – un ex magazzino che è scuola da 40 anni, senza mai aver avuto uno straccio di manutenzione, né ordinaria, né straordinaria, fino allo scorso anno e solo in seguito alle minacce di chiusura della dirigente – ammontano a 240.000 euro annui, quei tagli, i tagli che colpiscono i ragazzi in primis, di più, i ragazzi siciliani, che valore assumono? Che coerenza hanno? Se non ci sono soldi in una famiglia si inizia col tagliare le spese per la scuola dei propri figli o le crociere? E non vi pare un’atmosfera da crociera quella che viene promossa dal governo Berlusconi su questa nave che è l’Italia che affonda ogni giorno di più verso il degrado culturale e etico?

E noi dovremmo stare zitti? Appendere le cetre ai salici? Noi insegnanti? Ma siamo matti? Queste cose non dovrebbero ribadirle da un palco come quello di ieri le personalità che erano presenti? E invece, vergogna, vengono denunciati e fermati degli insegnanti che non stavano facendo altro che il loro dovere: pretendere una scuola di qualità, difendere un ruolo non per se stessi soltanto, ma per un idea di cultura e di paese di cui non vergognarsi, da trasmettere.

Chi deve essere denunciato per vilipendio allo Stato e alla Costituzione? Io sono con loro, e molti insieme a me. Denunciateci. Denunciateci tutti perché siamo convinti profondamente che la “mafia ringrazia questo stato, questi governanti, per la morte della scuola”. Perché si può morire di mafia, ma si muore anche d’ignoranza.