Si chiude a Puno il vertice indigeno

di Laura Greco
da Associazione A Sud

Si è concluso domenica 31 maggio in Perù il Vertice continentale dei popoli e delle nazioni indigene di Abya Yala, durante il quale per la quarta volta i popoli del continente americano si sono dati appuntamento per discutere le proposte dei movimenti indigeni di fronte alla crisi e i punti dell’agenda comune di mobilitazione per i prossimi anni. L’incontro si è concluso con la Dichiarazione di Titicaca, che ribadisce la scelta di un modello di sviluppo, società, civiltà differente, solidale, in armonia con la madre terra, con i propri simili. Il Vertice si era aperto il 27 e 28 maggio dando spazio per la prima volta alle donne e i giovani indigeni, riuniti rispettivamente nel Vertice delle donne e in quello dell’Gioventù e infanzia.

Si aspettava la partecipazione di circa 1000 donne, e invece ne sono arrivate almeno 2500. Dopo quattro giorni di lavoro in tavoli tematici, durante l’ultimo giorno a Puno oltre 6000 indigeni si sono ritrovati nella grande palestra dell’Università dell’altopiano andino. Miguel Palacin, coordinatore generale del Coordinamento andino di organizzazioni indigene [Caoi], ha aperto i lavori invitando i relatori di ogni tavolo tematico a riferire in plenaria sull’agenda concordata nei gruppi di lavoro. Alla fine delle relazioni tematiche, Blanca Chancoso e Leonida Suriza, tre le maggiori leader indigene del continente, hanno letto la relazione del I vertice delle donne indigene, concluso con la decisione unanime di creare un coordinamento continentale.

Nella dichiarazione finale dell’incontro, letta a conclusione dei lavori da Miguel Palacin, sono emersi diversi punti che ribadiscono in primo luogo il rifiuto delle politiche guerrafondaie e neoliberiste, e la volontà di costruire un percorso di pace e di alternativa che possa rappresentare la salvezza non solo per i popoli originari ma per tutta l’umanità.

Nella dichiarazione finale, sono state espresse la volontà di costruire processi costituenti che mirino alla formazione di stati plurinazionali, la riconquista dei diritti dei popoli originari attraverso l’applicazione della dichiarazione dell’Onu, la nazionalizzazione e la gestione razionale delle risorse naturali, l’appoggio a Cuba, la depenalizzazione della coltivazione e dell’uso della foglia di coca, la volontà di costuire il potere e il sapere dal basso attraveso l’educazione e la comunicazione comunitaria, l’istituzione di tribunali per la giustizia climatica e ambientale.

Ma sono in assoluto tre gli elementi più rilevanti della dichiarazione finale: istituire il Coordinamento continenatle dei popoli indigeni latinoamericani, la settimana di mobilitazione per la Madre terra e contro la mercificazione della vita, dal 12 al 16 ottobre prossimo, e la proposta di realizzare il prossimo vertice continentale in Bolivia nel 2011, come segno d’appoggio e sostegno al governo Morales.
L’ospite della giornata di chiusura è stato Alberto Pizango, leader dell’Aidesep, Organizzazione dei popoli indigeni amazzonici del Perù, che ha coordinato le mobilitazioni che da 51 giorni sono state lanciate contro il governo di Alan Garcia in opposizione alle politiche estrattive che da decenni provocano drammatici impatti tra le comunità e ai decreti incostituzionali approvati negli ultimi mesi dall’esecutivo in violazione dei diritti della popolazione.

L’intervento di Pizango ha infuocato la platea, che ha chiesto a gran voce uno sciopero nazionale, poi divenuto – all’unanimità – un secondo «levantamiento» indigeno, appoggiato da tutte le organizazioni presenti e inserito nella dichiarazione finale. I due anfitrioni dell’evento di Puno, Miguel Palacin e Mario Palacios, presidente di Conacami, hanno invitato a realizzare nelle prossime settimane sit in di prtotesta di fronte alle ambasciate peruviane in tutto il mondo per esprimere solidarietà con il nuovo levantamiento indigeno che inizierà dopo il 7 giugno.

——————————————————————————————————————————————————

E’ iniziato mercoledì 27 maggio nella città di Puno, sul versante peruviano del lago Titicaca, il IV Vertice Continentale delle Nazionalità e dei Popoli Indigeni di Abya Yala, che terminerà il 31 maggio prossimo alla presenza del presidente boliviano Evo Morales.

Riprendendo le sfide e le proposte lanciate durante il IX Forum Sociale Mondiale di Belém do Parà – Brasile, i Popoli e le Nazionalità indigene del continente americano si sono date appuntamento per rilanciare più in alto, per immaginare cioè – assieme ai popoli e ai movimenti sociali del continente – percorsi concreti di costruzione di alternative alla crisi e al neoliberalismo: buen vivir, difesa dei territori, sovranità alimentare, tutela dell’ambiente, stati plurinazionale, tutela identità e cultura indigene.

Il Vertice si è aperto con l’Incontro Continentale delle Donne Indigene, tenutosi nell’Auditorium dell’Università Nazionale dell’Altiplano di Puno: oltre 3000 rappresentanti dei popoli di tutto il continente hanno riflettuto e discusso sulla discriminazione di genere e sui processi di rivendicazione portati avanti dai movimenti femministi nelle Americhe. Secondo la portavoce dell’Associazione Nazionale di Donne Contadine ed Indigene del Cile, Manué Milla «la battaglia per l’uguaglianza di genere è una battaglia di civiltà imprescindibile. Già molto è stato fatto, molte leader indigene sono donne, ma tanto resta ancora da fare e soprattutto occorre informare le donne sui loro diritti affinchè possano rivendicarli e pretenderne il rispetto».

Conclusi i vertici tematici [è previsto anche il Secondo Vertice Continentale dell’Infanzia e della Gioventù Indigene] il 30 maggio inizieranno le discussioni plenarie del Vertice dei Popoli, per il quale altri 4000 delegati di organizzazioni indigene, movimenti sociali e associazioni della società civile sono arrivati nei giorni scorsi nelle città vicina al confine con Bolivia e Cile, rinnovando il loro impegno per la costruzione di alternative all’attuale sistema globale e l’elaborazione di nuove forme di partecipazione dal basso.

Il tema centrale nelle discussioni sarà il contributo del movimento indigeno e dei popoli originari nel loro insieme per la costruzione di un nuovo modello di società e per ridisegnare un nuovo paradigma di sviluppo che sia in armonia con la natura, contro lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali, le monoculture, i cibi transgenici e i megaprogetti infrastrutturali che violano i diritti territoriali delle comunità indigene del continente.

Secondo il Coordinatore Generale della CAOI – Miguel Palacin, « Come emergeva già nella convocazione del vertice, l’appuntamento si pone come obiettivo quello di elaborare e concertare strategie alternative in linea con la cosmovisione ed il progetto politico delle popolazioni originarie: il riconoscimento di Stati plurinazionali e comunitari, del buen vivir come forma «altra» di sviluppo, la previsione e il rispetto di Diritti Collettivi come misura per tutelare gli interessi di comunità e gruppi sociali dai devastanti effetti della crisi di civiltà».

Altro punto importante sarà l’avanzamento della proposta di creazione di un Coordinamento Continentale di Popoli Indigeni. Nei prossimi giorni saranno celebrati 42 tavoli tematici, che si concentreranno ciascuno su un tema differente: dalle nuove costituzioni [di Ecuador e Bolivia] alla cultura, l’educazione, i processi di integrazione regionale, la difesa dei territori e molti altri.

Molti anche i relatori non indigeni invitati, che secondo Palacin «testimoniano la presenza di realtà associative che partecipano alla causa in maniera orizzontale ed utile, inoltre come movimenti indigeni abbiamo l’ambizione di formulare proposte che non siano solo tagliate a misura per noi popolazioni tradizionali, ma per tutti. In quest