Europee, dove ha vinto l’estrema destra

di Luca Galassi
da www.peacereporter.et

Un voto di protesta, o un non-voto. Se si fosse espressa solo così una buona parte della popolazione dell’Unione Europea, alle consultazioni che rinnovano i 785 membri del Parlamento, non ci sarebbe molto di nuovo.

La novità è che non solo il voto di protesta è finito a ingrassare in modo cospicuo le formazioni di estrema destra, ma che in alcuni casi ha anche portato membri di formazioni ‘storiche’, ma finora sempre sottorappresentate, a sedere nella massima assise dell’Unione. E’ il caso dei due seggi guadagnati dal British National Party, che ha confermato a Strasburgo Nick Griffin, affiancandolo a Andrew Brons, eletto nello Yorkshire un tempo regione schierata fedele ai Labour. Griffin, di cui diventò intimo Roberto Fiore nel suo asilo dorato londinese, ha tenuto a ribadire che il Bnp non è un partito fascista, ma che ha ottenuto tale risultato perchè ‘parla apertamente dei problemi dell’immigrazione’. Il Bnp ha solo membri ‘biannchi’, e nel suo manifesto promuove l’espulsione dei ‘non-bianchi’ dal Paese.

In Olanda il Partito per la libertà (Pvv), anti-islamico e anti-europeista guidato da Geert Wilders, è risultato il vero vincitore delle elezioni. La formazione xenofoba ha ottenuto quasi il 17 percento dei voti (contro il 5,6 percento delle politiche del 2006). Un dato che farebbe balzare il Pvv al secondo posto tra i partiti olandesi, consentendogli di portare a Strasburgo 4 parlamentari sui 25 spettanti all’Olanda. Il leader del Partito per le libertà è un personaggio assai contestato, in patria e all’estero, per le sue idee razziste. Lo scorso anno produsse un film contro l’Islam che gli guadagnò la riprovazione della comunità internazionale e il divieto di recarsi in numerosi Paesi europei per la rappresentazione xenofoba e traboccante di pregiudizi della religione musulmana. Nel video, ‘Fitna’, la cui proiezione è stata vietata in Olanda, Wilders sviluppava equazioni tra Islam e violenza, Corano e Mein Kampf. La Corte di Appello olandese lo ha incriminato il 21 gennaio per incitamento all’odio razziale e vilipendio dell’Islam.

In Bulgaria il governo di destra ha impartito una sonora sconfitta ai socialisti al governo. Il Gerb del sindaco di Sofia Boyko Borissov ha ottenuto il 25 percento. Il partito Ataka (destra) ha perso qualche punto percentuale, confermando tuttavia un seggio, mentre per la prima volta un’altra formazione di destra (Coalizione azzurra) riesce a superare lo sbarramento piazzando anch’essa un seggio.

Anche in Romania, dove un’inedita alleanza tra socialdemocratici e conservatori si conferma con dieci seggi nell’Europarlamento, il partito estremista nazionalista ‘Grande Romania’ ha ottenuto il 7,2 percento e due seggi, di cui uno destinato a Gigi Becali, discusso patron dello Steaua Bucarest, il cui stadio è stato chiuso nel 2007 perchè i tifosi avevano scritto in uno striscione ‘Morte agli zingari’.

In Finlandia, il partito nazionalista dei ‘Veri Finlandesi’ sfonda lo sbarramento del 10 percento e ottiene un seggio. Nel 2004 aveva lo 0,5 percento.

Infine, con quasi il 10 percento dei voti, il partito di estrema destra nazionalista Jobbik (‘i migliori’) è diventato la terza forza politica in Ungheria, e manderà due deputati al futuro Parlamento europeo. Jobbik ha conquistato consensi soprattutto fra i giovani, ma il suo messaggio razzista, antisemita e nazionalista convince anche i più anziani.Questi i punti essenziali del programma di Jobbik: fare ordine ristabilendo la gendarmeria (corpo armato esistente prima della Seconda Guerra mondiale) per combattere la criminalità; mandare in galera Ferenc Gyurcsany, l’ex premier socialista e i suoi ministri; far pagare le tasse a multinazionali e banche; cacciare dal Paese il capitale straniero; vietare l’acquisto di terreni agli stranieri (consentito dall’Ue).

Non sono soltanto i sentimenti xenofobi e razzisti a connotare questi movimenti. Una posizione comune è l’opposizione agli organismi comunitari e alla moneta comune. L’estrema destra, specie quella di ispirazione neofascista e neonazista, tra i suoi programmi principali ha il superamento del liberismo e la guerra alla globalizzazione. Minimo comune denominatore è, per tutti, la feroce battaglia contro l’integrazione.