Abruzzo – una ricostruzione virtuale a prova di tv

di Pietro Orsatti
da www.orsatti.info

Sui lavori per il summit di luglio, silenzio e disinformazione. Mentre le opere per accogliere i Grandi procedono in velocità, nessuno si preoccupa più degli sfollati. La macchina mediatica a Coppito fa sparire le notizie vere: le nuove case sono ferme, la protesta di cittadini e comunità locali

Non un libro di Orwell, neppure Capricorne one ma il controllo sistematico e totale di ogni aspetto economico, amministrativo, militare e comunicativo messo in piedi in Abruzzo dopo il sisma del 6 aprile ci si avvicina molto. «Abbiamo ordini precisi – racconta uno degli addetti alla sicurezza dei lavori del G8 aquilano di luglio – di tenere fuori non solo giornalisti dalle aree interessate, ma anche e soprattutto chi, amministratori e politici, sul piano locale possa creare problemi».

E i problemi quali sono? «Tanti. I tanti soldi dati in giro hanno attirato qui, anche per la fretta con cui si stanno facendo le cose, soggetti di ogni genere. Le dico, ci sono certe facce in giro che fanno pensare. Ma non possiamo pensare, non dobbiamo fare domande». Della rete di affidamenti diretti per la ristrutturazione della scuola della Guardia di finanza di Coppito e dell’ampliamento dell’aeroporto, Terra ne ha già parlato diffusamente la scorsa settimana. Oggi, però, quello che emerge è molto più complesso.

A partire dalla macchina mediatica di disinformazione avviata nella sala stampa di Coppito da parte della Presidenza del consiglio e della Protezione civile. Un marchingegno perfetto, che prima disegna una strategia, poi prepara apposite notizie, se non palesemente falsate o “farcite” di non notizie studiate, per distogliere l’attenzione dalle notizie vere.

Ovvero: che la ricostruzione non è partita; i nomi di chi costruirà le famose 11mila casette a prescindere da chi ha vinto le gare; i tempi dell’uscita dalle tende (ormai dilatati a dismisura); infine, la protesta che sale non solo da parte dei cittadini comuni ma anche dalle esautrorate autorità locali. Per fare un esempio, si chiamano i giornalisti, o meglio gli editori, si confezionano servizi di tendopoli smontate (vero) dichiarando che si tratta di paesi fuori dal cratere dell’epicentro del sisma (falso).

Insomma, a Coppito più che a una ricostruzione reale (che costa tanto), si lavora a una ricostruzione virtuale (che costa altrettanto). «Stiamo cercando di tenere fuori dalle aree sensibili tutti – prosegue l’addetto – non certo per motivi di sicurezza quanto per non far vedere che è qui l’unico posto dove si sta lavorando a qualcosa». Cioè, le opere del G8.

Solo dopo arriveranno (arriveranno?) le piattaforme di cemento per i condomini del Piano case, e poi inizieranno i lavori per la costruzione delle case vere e proprie. Clima permettendo, perché dopo la prima gettata di cemento armato servono 28 giorni di maturazione (con temperature sopra allo zero) mentre qua nell’aquilano le temperature da settembre possono iniziare, di notte, a scendere sotto il confine del congelamento.

Questo normalmente. Peccato che a volte sia nevicato in zona anche la settimana successiva a ferragosto. Ma a tutto questo, a ricostruire davvero, ci si penserà poi. Prima c’è Obama da portare in gita. Possibilmente a Onna, ormai chiusa totalmente alla stampa, forse perché si sta preparando un teatrino a uso e consumo dei grandi della terra.