LEGAMI INVISIBILI E DIRITTI NEGATI: UNIONI AFFETTIVE, LIBERTÀ SESSUALE E TUTELA GIURIDICA.

di Claudia Toscano
da www.italialaica.it

Questo era il tema dell’ultimo aperitivo bioetico, il 5 giugno scorso, organizzato dalla Consulta di Bioetica- sezione di Roma. Relatrici la Prof. Chiara Lalli, docente di logica e filosofia della scienza presso l’Università di Roma “La Sapienza”, Daniela Bellisario e Marika Verdicchi, coppia lesbica in attesa di procreare omogenitorialmente, autrici del documentario “Over the rainbow” in cui danno risposta a tutti i quesiti. Moderatrice Giuliana Pagliarini, dell’Università “La Sapienza”.

Apre la riunione un omaggio ad Alan Turing, inglese, padre dell’informatica, con la lettura di un brano teatrale sul suo dramma privato di omosessuale perseguitato, condannato al carcere ed infine suicida. Come? Mangiando una mela riempita di cianuro. Avete presente Il simbolo APPLE della mela morsicata? Lo sapevate che è un omaggio a lui? Ma se cercate sulle enciclopedie la voce che lo riguarda, questa storia non ve la raccontano e nemmeno accennano al suicidio.

Daniela Bellisario ci racconta la sua vicenda di donna che ha nel suo passato un matrimonio ed altre esperienze eterosessuali, finchè non incontra Marika e scopre cos’è per lei il vero amore. Non è l’unica lesbica che arriva alla scoperta di sé con un percorso di questo genere. Marika invece lo ha sempre saputo. Le due donne ci raccontano la loro vita di coppia, la loro lotta quotidiana e vincente contro il pregiudizio, il loro desiderio di genitorialità che sperano di realizzare.

Il pubblico partecipa molto e dà importanti contributi, si parla dell’insabbiamento dei DICO, dell’annuncio dei DIDORE, di cui si sa poco più del nome. Secondo la prof. Lalli nessuna di queste proposte era soddisfacente né colmava tutta la casistica, sarebbe molto più semplice seguire l’esempio della Spagna, e, cambiando poche norme, estendere il matrimonio alle persone omosessuali. Tralaltro si creano in Europa situazioni assurde di discriminazione.

Per esempio se una famiglia spagnola omogenitoriale varca la frontiera con l’Italia non è più una famiglia, si trova dimezzata. In Europa è garantita la libera circolazione delle merci ma non delle persone. Altra assurdità: nel 2007 ci fu la circolare Amato che proibiva la trascrizione dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero. Sempre Amato, come ministro degli Affari Interni, invitava i prefetti a controllare bene i nomi degli sposi. Invece con i transessuali questa discriminazione non c’è: una persona che ha ottenuto la riattribuzione del sesso e del nome, può sposarne una del suo sesso di origine.

La relatrice, che da anni studia i risvolti sociali e legali delle unioni fra persone dello stesso sesso e dell’omogenitorialità, smonta i più comuni pregiudizi e dice di essere a caccia di buone ragioni per boicottare i due fatti ma di non trovarne. Prima assurdità: il richiamo alla natura. A Genova ha fatto tappa una mostra itinerante organizzata dall’università di Oslo sui comportamenti omosessuali degli animali, che riguarda 1400 specie dagli insetti ai bisonti (ho detto bisonti, non farfalle!).

“Naturale” è una parola magica: la troviamo nella pubblicità di molti prodotti, ma in realtà nella società umana non esiste più il naturale, perché l’uomo ha manipolato tutto. Anche le cose naturali per eccellenza, nascere e morire, non sono più tali. Seconda assurdità: la sacralità della famiglia tradizionale, quella fino agli anni 70, quando l’adulterio era punito con il carcere (e quello della donna più severamente), quella dell’attenuante dell’onore nei delitti passionali, quella del matrimonio riparatore che estingueva il reato di violenza (fino al 1981).

Ricordate il caso di Franca Viola che per prima rifiutò il matrimonio riparatore? La ragazza non si rendeva conto della portata storica del suo gesto, seguì semplicemente il suo desiderio di non voler vivere con l’uomo che l’aveva violentata, e dovette anche subire l’ostracismo della famiglia.

Queste sono le belle famiglie tradizionali, quelle formate da un uomo e una donna come vuole la Costituzione.(Così dicono). Ma guardiamolo bene insieme, questo art.29 citato sempre in modo distorto.

LA REPUBBLICA RICONOSCE I DIRITTI DELLA FAMIGLIA COME SOCIETÀ NATURALE FONDATA SUL MATRIMONIO. IL MATRIMONIO È ORDINATO SULL’EGUAGLIANZA MORALE E GIURIDICA DEI CONIUGI, CON I LIMITI STABILITI DALLA LEGGE A GARANZIA DELL’UNITÀ FAMILIARE.

Non si parla di uomo e donna. Riconoscere i diritti di un tipo di famiglia non significa negarli ad altre aggregazioni che allora non si immaginavano. Ricordiamoci ogni tanto che la Costituzione è una carta di diritti, non di divieti.

I divieti ci sono, ma sempre a salvaguardia di diritti e libertà. Se poi vogliamo riflettere sul concetto di “società naturale” non ne usciamo più. Se ammettiamo che anche una coppia omosessuale è una società naturale, come lo sono i pinguini e i bisonti, datele il matrimonio e non pensiamoci più. Già, e figli?

In sala c’è una bellissima bambina sulle spalle del suo papà e con accanto l’altro papà. E poi ci sono io, che ho due nipotine gemelle omogenitoriali, anche loro con due papà di cui uno è mio figlio, che sono amici della coppia in sala. Siamo avanti, noi, rispetto ad altre coppie presenti che non ci sono ancora arrivate. Sappiamo che non è così difficile dichiararsi, che la gente è molto più avanti di chi la rappresenta politicamente.

Sappiamo che i nostri bambini, quando andranno all’asilo e a scuola, non avranno difficoltà. La serata non finisce più, tanti sono i gli interventi che si accavallano, finchè la Prof. Lalli conclude con un suo quadrifarmaco sulle principali paure della società sull’omogenitorialità.

1) Paura per lo sviluppo psichico del bambino, che possa crescere in modo disarmonico a causa dell’omosessualità dei genitori. Tranquilli, non succede, anzitutto perché sono sempre figli molto desiderati ed amati, non certo concepiti per caso dopo una serata in discoteca. E toglietevi dalla testa che gli omosessuali siano persone scombinate, anche perché sono nati e cresciuti in famiglie eterosessuali, spesso con tutti i crismi, anche quelli religiosi.

2) Paura che i figli di omosessuali diventino omosessuali. Anche questo non succede. Se mai capita un figlio/a omosessuale in una famiglia omogenitoriale, è una fortuna per lui/lei perchè troverà subito la comprensione e l’accettazione a cui ha diritto come tutti.

3) Paura che il figlio trovi difficoltà di relazione a causa dello stigma sociale. E’ la scusa più vile: eliminiamo lo stigma sociale e il problema non sussisterà.

4) Paura che il figlio subisca abusi sessuali da parte dei genitori. Anche questo è un pericolo remoto, smettiamola con l’equazione omosessualità = pedofilia. Ricordiamoci che la pedofilia è praticata anzitutto da maschio adulto su bambina, poi da maschio adulto su bambino. Bisogna vegliare su tutte le forme di pedofilia, ma confonderla con l’istinto di paternità-maternità è una delle tante infamie di cui la società non si rende conto.

Alla fine la sottoscritta riesce a riavere la parola per porre il seguente quesito: a Venezia una coppia gay, dopo il rifiuto delle pubblicazioni di matrimonio si è rivolta al giudice che ha pensato bene di porre il quesito, ovvero la patata bollente, alla Corte Costituzionale. Che succederà se la Corte riempirà il vuoto legislativo con un bel divieto? Che sul matrimonio ci faremo la croce per 30 anni? Le relatrici e il pubblico non la vedono così nera, pare che io sia l’unica a tremare per questo timore. Spero tanto di sbagliarmi.