“Ugualmente libere” – manifestazione delle chiese evangeliche per la piena attuazione del dettato costituzionale

da www.chiesavaldese.org

Liberta’ religiosa – Conclusa con una mozione indirizzata a Napolitano, Schifani, Fini e Berlusconi la manifestazione “Ugualmente libere” degli evangelici italiani a Roma

“Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere di fronte alla legge”: questa citazione dell’articolo 8 della Costituzione è stata al centro del grande raduno per la libertà religiosa promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) insieme alla Federazione delle chiese pentecostali (FCP), all’Unione delle chiese cristiane avventiste (UICCA) e all’Alleanza evangelica italiana (AEI). La manifestazione intitolata Ugualmente libere. Le chiese evangeliche per la piena attuazione del dettato costituzionale sulla libertà religiosa, alla quale hanno partecipato oltre 500 persone, si è svolta a Roma presso il Centro Congressi di via Frentani.

All’incontro erano presenti rappresentanti di altre denominazioni, tra cui esponenti della Chiesa dei fratelli e delle Assemblee di Dio in Italia. Ma in particolare ha visto la presenza di esponenti di quelle confessioni religiose ancora in attesa della ratifica parlamentare di Intese già firmate con il Governo: la Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia, la Chiesa apostolica in Italia, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni (mormoni), la Congregazione dei Testimoni di Geova, l’Unione induista italiana, l’Unione buddhista italiana.

Alla manifestazione è giunto un messaggio di saluto del presidente della Camera, Gianfranco Fini, che si è dichiarato certo che dal convegno “potranno scaturire interessanti spunti di dibattito e di riflessione sulla complessa problematica del pluralismo religioso e del multiculturalismo che caratterizza la nostra società”. Il presidente della Camera ha quindi espresso al presidente della FCEI, Domenico Maselli, “apprezzamento per l’attività svolta dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia per promuovere la cultura dei diritti umani contro ogni forma di discriminazione e di intolleranza”.

Dopo avere ricordato il costante impegno del protestantesimo storico e dell’evangelismo in generale per la libertà religiosa e di coscienza, il presidente Maselli ha richiamato le numerose criticità relative alla piena applicazione dell’articolo 8 della Costituzione, e tra le altre: la difficoltà che incontrano molte confessioni a ottenere il riconoscimento giuridico, la necessità di un insegnamento curricolare di storia delle religioni, i limiti posti da alcune Regioni all’apertura di edifici di culto non cattolici. “Assicuriamo che noi continueremo a lottare per la libertà per tutti – ha affermato in conclusione Maselli -, per una società che garantisca i diritti di tutti e promuova la convivenza nella pace e nella giustizia, sapendo che il frutto della giustizia si semina nella pace”.

In conclusione, i partecipanti hanno approvato una mozione che gli organizzatori faranno pervenire al presidente della Repubblica, ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio. Richiamando con forza il principio costituzionale della libertà religiosa e rinnovando la richiesta di una rapida approvazione delle Intese già firmate dal Governo, i partecipanti chiedono, tra l’altro, che “vengano prontamente rimosse quelle norme locali e regionali che nei fatti impediscono l’apertura di locali di culto e quindi ledono gravemente il principio costituzionale della libertà religiosa”.

Auspicano inoltre che in tempi rapidi “possa riprendere il dibattito parlamentare teso all’approvazione di una legge organica in materia di libertà religiosa che conduca alla definitiva abrogazione delle norme del 1929 e 1930 in materia di ‘culti ammessi'”. Infine, denunciando il pregiudizio e gli atteggiamenti di intolleranza che si esprimono nei confronti di alcune minoranze etniche e religiose rivolgono un appello ai cittadini italiani, e in particolare a chi ha responsabilità nel campo culturale, educativo e dell’informazione, “perché valorizzino quel prezioso patrimonio storico, culturale e spirituale costituito dalla pluralità delle presenze religiose all’interno della stessa comunità civile”.

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Mozione finale

Gli evangelici italiani riuniti a Roma il 13 giugno 2009:

– riaffermano con forza la loro fedeltà alla Costituzione e ne invocano la piena attuazione nel campo della libertà religiosa e, in genere, dei diritti civili

– salutano le altre comunità di fede presenti in Italia e rinnovano il loro impegno a lavorare insieme ad esse per affermare pienamente il diritto di libertà religiosa garantito dalla Costituzione [i moderatori della manifestazione sulla libertà religiosa

– rinnovano la richiesta al presidente del Consiglio e ai presidenti delle Camere parlamentari che le Intese con la Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia, l’Unione induista italiana, l’Unione Buddista italiana, la Chiesa apostolica in Italia, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni e la Congregazione dei Testimoni di Geova, tutte già siglate dal precedente Governo Berlusconi e firmate dal secondo Governo Prodi, siano celermente portate alla discussione del Parlamento

– chiedono al Governo che coerentemente con le esigenze spirituali di un crescente numero di persone appartenenti a comunità religiose di minoranza, l’iter per il riconoscimento degli enti e dei ministri di culto venga abbreviato e garantito, ove ne esistano le condizioni, in tempi certi

– chiedono che vengano prontamente rimosse quelle norme locali e regionali che nei fatti impediscono l’apertura di locali di culto e quindi ledono gravemente il principio costituzionale della libertà religiosa

– auspicano che in tempi rapidi possa riprendere il dibattito parlamentare teso all’approvazione di una legge organica in materia di libertà religiosa che conduca alla definitiva abrogazione delle norme del 1929 e 1930 in materia di “culti ammessi”

– denunciano con preoccupazione il pregiudizio e gli atteggiamenti di intolleranza che si esprimono nei confronti di alcune minoranze etniche e religiose

– rivolgono un appello ai cittadini italiani, e in particolare a chi ha responsabilità nel campo culturale, educativo e dell’informazione, perché valorizzino quel prezioso patrimonio storico, culturale e spirituale costituito dalla pluralità delle presenze religiose all’interno della stessa comunità civile.