Donne nordcoreane vendute come schiave in Cina per 700 euro

di peacereporter.net

Tra 210 e 842 euro è il prezzo di una donna nordcoreana in Cina, secondo il rapporto della Commissione americana per i diritti umani in Corea del Nord. In 1999, Pang Bun Ok, 55enne, fu venduta nel paese del Sol Levante per 737 euro. Un anno dopo la morte del suo marito Pang Bun Ok decise di emigrare in Cina insieme a i suoi due figli cercando una vita migliore. Una volta nel Paese, è stata venduta come sposa tre volte, bloccata in una casa, incatenata ad un letto, rapita e abusata.

“Sono stata trattata come se fosse un animale”, spiega Pang, che è fuggita dalla Corea del Nord per la seconda volta in 2003 ed è riuscita a raggiungere la Corea del Sud dove i suoi figli la aspettavano. La maggior parte dei nordcoreani che fuggono dal loro rapitori utilizzano falsi nomi perché in Corea del Nord la pena per ‘tradire il regime’, cioè, emigrare, spesso ricade sulla famiglia del latitante.

Sul traffico e l’abuso delle donne nordcoreane in Cina stavano lavorando infatti le due giornaliste statunitense, Laura Ling e Euna Lee, condannate lo scorso 8 giugno a 12 anni di lavori forzati. La migrazione di massa della Corea del Nord ha iniziato a metà degli anni ’90 quando centinaia di migliaia di persone sono fuggite dopo la carestia che ha lasciato un milione di vittime e ha continuato nel corso degli anni. I nordcoreani in Cina sono abbandonati.

Secondo il rapporto sui diritti umani della Commissione americana per i diritti umani in Corea del Nord, otto su dieci sono donne, la maggior parte di loro, operaie e contadine. In totale ci sarebbero circa 300mila i nordcoreani che vivono in Cina, la maggior parte illegalmente. Per le donne si stima che il 70 per cento sono vittime della tratta di esseri umani. Secondo il fondatore della organizzazione ‘Corea Helping Hands’, Tim Peters, “le donne che fuggono sono particolarmente vulnerabili. Rischiano di essere ingannati, comprate e vendute più volte come ‘moglie’ ai cinesi nella frontiera tra i due Paesi”.

Il problema della tratta di donne non sembra essere facile di risolvere in un Paese, la Cina, dove c’è un importante squilibrio demografico a causa della politica del governo che favorisce la carenza di donne.
Nonostante la Cina firmasse la Convenzione dell’Onu nel 1951, il Paese ignora i diritti dei migranti nordcoreani che non sono considerati rifugiati se non ‘migranti economici illegali’.