Non ditelo al papa

di Nicole Sotelo
da “National Catholic Reporter online”, 11 giugno 2009

Papa Benedetto ha confermato il 19 giugno come l’inizio dell’Anno Sacerdotale. Ha proclamato che “senza il ministero presbiterale non ci sarebbe Eucaristia, non ci sarebbe missione, né chiesa”.

Mi secca essere l’unica ad informarlo che l’Eucaristia, la missione e la chiesa esistevano già molto prima che ci fosse il prete. Secondo il Vangelo, Gesù non era un prete e neanche i suoi discepoli lo erano.

Troviamo riferimenti a Gesù come prete nella Lettera agli Ebrei. L’autore usa questo termine per riferirsi a Gesù come il nuovo ed ultimo “Sommo Sacerdote”, segnando la fine della lunga serie di leader giudei. L’autore inoltre conferma che i preti non sono più necessari poiché non lo sono i sacrifici. Gesù è stato l’ultimo sacrificio ed è il nostro ultimo sacerdote.

Forse il papa ha dimenticato che Gesù non era attento al presbiterato, ma al ministero. Egli chiamava le persone ad amministrare insieme a lui, a prescindere dal loro status sociale. Egli ha chiamato pescatori e pubblicani, nonché una donna con sette demoni. Tutti erano responsabili dell’edificazione del regno di Dio.

Tutti erano invitati ad amministrare ed a farlo secondo i titoli attribuiti dalla stessa comunità sulla base dei carismi. Alcuni erano chiamati profeti, altri maestri ed altri ancora apostoli. Solo più tardi iniziamo a vedere la nascita di una struttura ministeriale formale con una relativa terminologia, quando i seguaci di Gesù vennero influenzati ed integrati nell’Impero Romano.

Fino al 215 non ci furono ordinazioni rituali di vescovi, preti o diaconi. La creazione della struttura clericale comportò la divisione dei cristiani in “clero” e “laici”. Nei primi anni del cristianesimo, tuttavia, Paolo ricordava ai seguaci di Gesù “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,28).

Dopo la nascita dell’ordinazione e del presbiterato, si è sviluppato l’ordine gerarchico tra i fedeli. Il termine “ordinazione” deriva dal latino “ordinare” che significa “fare ordine”. Si è sviluppato dall’usanza romana del termine “ordines” che si riferiva alle classi del popolo di Roma distinte a seconda della eleggibilità ai ruoli governativi.

I laici sono diventati “dis-ordinati” rispetto al clero. Il termine “laico” deriva dalla parola “laikoi” che si riferisce a quelli che nella società Greco-Romana non erano “ordinati” nell’ambito di una struttura politica prestabilita. Il termine “clero”deriva da “kleros” che significa “gruppo separato”.

Mentre molti cristiani continuarono ad amministrare all’interno della chiesa, e perfino alcune donne acquisivano il titolo di diacono, prete o vescovo, molti a cui era attribuito questo titolo facevano parte di un gruppo ristretto di uomini appartenenti ad un particolare contesto sociopolitico o ordine religioso.

Questo è perdurato fino al 1964 quando il Vaticano II ha ricordato alla chiesa che il ruolo di ministro, o prete, non era limitato agli ordinati, ma era una chiamata per tutti i battezzati. Il documento Lumen Gentium, proclamava che i laici sono stati “resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano”.

Il presbiterato, che deriva dalle basi dei ministeri primitivi dei seguaci di Gesù, è stato restituito a tutti i cristiani. Tutti sono nuovamente chiamati al ministero. Tutti i cristiani sono chiamati a far parte dei ruoli profetici, sovrani e, sì, anche presbiterali relativi alla missione della chiesa.

Quindi mentre il papa esorta i preti ordinati alla riflessione in questo Anno Sacerdotale, la chiamata arriva a tutti noi, affinché riflettiamo su come stiamo vivendo il nostro ministero per la chiesa e per il mondo.

Non mi preoccuperei di dire al papa che l’Eucaristia, la missione e la chiesa esistevano già molto prima dei preti, e neanche che l’Anno Sacerdotale dovrebbe essere un anno dedicato a tutti i laici, piuttosto mi preme che siamo noi a capirlo.

Questo Anno Sacerdotale è una opportunità per tutti i fedeli cristiani per riflettere sul ministero presbiterale, e attraverso di esso, riprenderci il nostro.