Nucleare: avviare mobilitazione di massa fino al referendum

di Alfiero Grandi
da www.micromega.net

Il Comitato SI alle energie rinnovabili NO al nucleare riunito a Roma il 10 luglio ha giudicato una scelta scellerata e inaccettabile la decisione del Governo di fare approvare al parlamento una legge che punta a reintrodurre le centrali nucleari in Italia malgrado il referendum del 1987 abbia deciso per il NO al nucleare con il voto della grande maggioranza delle italiane e degli italiani. E’ un chiaro tentativo di sovvertire una decisione democratica e popolare. Questa forzatura contro la volontà della maggioranza delle italiane e degli italiani non deve passare.

Non è vero che il nucleare sia più conveniente perché i costi di costruzione sono enormi e l’investimento prevedibile solo per le centrali di cui si parla è almeno di 30 miliardi di euro e per di più il combustibile nucleare è disponibile in quantità e per un periodo limitati, esattamente come il petrolio. Il paragone tra i costi dell’energia da nucleare e quella da altre fonti non è favorevole al nucleare come dimostrano autorevoli studi internazionali. Non a caso il Canada, dopo analoghe decisioni di Spagna e Germania, ha deciso di rinunciare al suo programma nucleare malgrado l’orientamento favorevole di quel Governo perché il nucleare costa troppo e non conviene.

Puntare sul nucleare vuol dire per l’Italia non solo non rispettare gli obiettivi europei del 20/20/20 entro il 2020 (risparmio e rinnovabili) su tutto il consumo energetico e non solo sull’elettricità, ma esporsi a ulteriori costi per le relative sanzioni. Inoltre le enormi risorse impiegate nel nucleare verranno sottratte alla diffusione delle energie pulite e da fonti rinnovabili rinunciando a innovazione, investimenti, occupazione qualificata che sarebbero le conseguenze di una diversa politica energetica decentrata e socialmente orientata come ad esempio indicato dal progetto CGIL-Lega anbiente.

Il Comitato Si alle energie rinnovabili NO al nucleare ha deciso di presentare ai primi di ottobre una proposta di politica energetica che è già in corso di elaborazione con il contributo del Comitato Scientifico presieduto dal prof. Scalia per dimostrare che il nucleare oltre che pericoloso per la salute e per l’ambiente è costoso, inutile e sostituibile con altre fonti rinnovabili.

Il Governo tenta do forzare la mano non solo contraddicendo la volontà popolare dimostrata con il referendum ma espropriando le comunità locali del loro potere di decisione, militarizzando l’attuazione delle decisioni sulle centrali, contraddicendo l’articolo 117 della Costituzione che assegna alle Regioni poteri di decisione in materia di centrali energetiche.

Inoltre con questa legge non vengono date alle popolazioni le garanzie necessarie per la tutela della salute e dell’ambiente perché l’Agenzia per la sicurezza prevista dalla legge è assolutamente al di sotto di un minimo livello di necessità per risorse e personale attribuito e questo è tanto più negativo in quanto la tecnologia attualmente disponibile nel nucleare non è sicura come dimostrano la serie infinita di incidenti.

Il Comitato denuncia con allarme che è tuttora irrisolto lo smaltimento delle scorie radioattive, in particolare di quelle più pericolose, la cui durata si misura in decine di migliaia di anni.

Il Comitato appoggerà tutte le iniziative delle Regioni per tutelare il loro potere decisionale e fa appello a tutti i comitati sorti e che sorgeranno nel territorio, a tutte le associazioni ambientaliste, per unire le forze e dare vita ad un’iniziativa comune, senza gerarchie e nel reciproco rispetto.

Il Comitato promuove per la fine di settembre un’iniziativa pubblica nazionale di presentazione della proposta di politica energetica elaborata dal Comitato scientifico e ha deciso di dare vita a iniziative nel territorio tese ad estendere e rafforzare il movimento contro il nucleare e per una politica energetica alternativa fondata sulle energie rinnovabili.

Il Comitato auspica che si sviluppi una forte mobilitazione dell’opinione pubblica contro il nucleare e a sostegno di una politica energetica alternativa, tale da indurre il Governo a rivedere questa scelta sciagurata e a scegliere in alternativa di investire sulle energie rinnovabili.

Il Comitato è determinato in ogni caso a impedire che i cittadini italiani vengano espropriati del loro potere decisionale dal Governo anche partecipando, se necessario, alla promozione del referendum abrogativo di questa legge.