MOSCA BUGIARDA. LA CECENIA E’ IL CANCRO RUSSO

di Carlo Benedetti
da www.altrenotizie.org

Avviene ancora una volta nel Caucaso. A cadere sotto i colpi della guerriglia cecena è Natalia Estemirova, una giornalista russa (50 anni, un figlio e una madre che era stata mandata a russificare il Caucaso) di grande coraggio e prestigio. L’hanno uccisa a colpi di pistola e il suo corpo è stato trovato mercoledì sera in un bosco caucasico, vicino al villaggio di Gazi-Ur, nei pressi di Nazran, nella Repubblica russa dell’Inguscezia, lungo l’autostrada. Era stata sequestrata in mattinata davanti alla sua casa di Grozny capitale della Cecenia. Si occupava dal 1999 delle vicende della guerra del Cremlino ed era sempre sulla pista delle persone rapite e sulle vicende di torture e uccisioni. E per l’impegno dimostrato aveva ricevuto un premio intitolato all’altra giornalista uccisa, Anna Politkovskaja. Vittima anche lei dei killer legati alle vicende cecene.

La situazione si fa ora sempre più preoccupante e si registra un riaccendersi della guerriglia antirussa. E così si torna a porre l’accento sul fatto che prima Eltsin, poi Putin ed ora Medvedev, si sono mostrati bugiardi e colpevoli per quanto avviene nella martoriata terra cecena. Hanno sempre sostenuto che tutto andava normalizzandosi. Non era vero. E Putin per dare un colpo di vernice aveva portato al potere, a Grozny, un bandito della sua compagine: Ramzan Kadyrov. Una delle figure più odiose del Caucaso, servo del Cremlino e, allo stesso tempo, killer alla guida dello Stato ceceno.

Vengono intanto alla luce particolari sui motivi che hanno portato all’uccisione di Natalia Estemirova. Secondo il suo collega Aleksandr Cherkesov, Natalia, esponente di spicco del movimento per i diritti umani, aveva di recente denunciato la fucilazione pubblica di un uomo sospettato di collaborare con i guerriglieri ceceni: un’esecuzione arbitraria avvenuta il 7 luglio nel villaggio di Akhinciu’ Borzoi, a 20 chilometri da Gudermes, il feudo del presidente Ramzan Kadyrov. L’indagine aveva irritato molto le autorità locali filorusse, tanto che “Ramzan aveva già minacciato Natalia – ha dichiarato il presidente di Memorial Oleg Orlov – l’aveva insultata, la considerava un nemico personale”. Ed io ora so – ha aggiunto – chi è il colpevole dell’omicidio di Natalia… Si chiama Ramzan Kadyrov”.

Parte quindi un preciso attacco alle responsabilità del gruppo dirigente di Mosca. Putin e Medvedev, in pratica, sono accusati di aver favorito in Cecenia il ritorno degli squadroni della morte. E questa volta sono “squadroni” che fanno comodo alla Russia, perché eliminano quanti si battono per la verità chiedendo anche l’indipendenza della regione che diviene sempre più il cancro della Russia.

Il “caso” di Natalia entra così prepotentemente nella vita nazionale di queste ore. Si mobilitano deputati della Duma e attivisti dell’organizzazione “Memorial”. Interviene l’Unione Europea e si muovono anche gli uomini della Casa Bianca. Putin cerca di difendersi e trova solo il tempo di dire: “Abbiamo ordinato un’inchiesta”. Si fa vivo anche il Quisling di Grozny che si preoccupa di sostenere che gli autori del “mostruoso” omicidio non meritano sostegno e devono essere puniti. E mentre arriva questa “notizia” un portavoce del Cremlino riferisce che il presidente russo Dmitry Medvedev è “indignato” e che ha ordinato anche lui un’indagine.

Tra i documenti lasciati dalla giornalista di Grozny c’è quello che in questo momento è diffuso da molti media russi. Si riferisce all’appello che aveva scritto nel momento in cui riceveva il premio “Politkovskaja” a Londra: “L’Occidente non può e non deve voltare le spalle al popolo ceceno. La Cecenia è parte dell’Europa, non potete dimenticarci”.

Ora la parola passa agli investigatori. Ma in Russia tutti sanno che il primo processo per l’omicidio di Anna Politkovskaja si è concluso, nel febbraio scorso, con l’assoluzione degli imputati. Una sentenza incredibile che è poi stata annullata. Il nuovo processo comincerà a settembre. Intanto un’altra giornalista è stata uccisa. Kadyrov e i suoi continuano a comandare in Cecenia. Hanno asfaltato le strade e riverniciato le facciate dei palazzi. Hanno nascosto gli orrori commessi dalla Russia. Resta la guerra e resta l’oppressione. Putin e Medvedev dovranno rispondere anche di questo nonostante i sorrisi regalati ai grandi del mondo.