Honduras, la Cia dietro il golpe?

di Alessandro Grandi
da www.peacereporter.net

La Cia sapeva del golpe? Perchè l’aereo che trasferiva Zelaya nella Costa Rica si è fermato in una base militare a fare rifornimento? I dubbi sono molti e i quesiti anche

Sono passate settimane dal golpe in Honduras e ancora non sono stati dipanati i dubbi relativi ai momenti de sequestro del presidente Manuel Zelaya.
Decine sono le ipotesi che riguardano quei momenti. Chavez, presidente venezuelano, aveva subito messo in mezzo la Cia e la Casa Bianca. In molti, soprattutto fra i governanti che compongono l’ alleanza con il leader venezuelano, erano convinti che gli Usa in qualche modo avessero giocato un ruolo importante nel colpo di Stato hondureño.
Smentite con forza e rigettate al mittente, le accuse della prima ora erano passate quasi nel dimenticatoio. Oggi, ci pensa lo stesso presidente Zelaya a buttare benzina sul fuoco e a ricordare quei momenti.

Il presidente cacciato con la forza dal Paese che governava legittimamente ha assicurato che l’aeromobile che lo accompagnava nella Costa Rica il 23 giugno scorso si fermò a fare il pieno di carburante nella base aerea Palmerola, a circa 90 chilometri dalla capitale tegucigalpa e dove esiste un distaccamento militare statunitense. Da lì sono iniziate le domande che a tutt’oggi non hanno ricevuto risposta. A Zelaya è apparso molto strano che per affrontare un volo molto breve, circa 40 minuti, ci fosse la necessità di riempire i serbatoi di combustibile. Coincidenza strana. Il presidente Chavez per primo aveva detto di non vederci chiaro in questa situazione. Oggi, dopo le dichiarazioni di Zelaya sulla sosta per il rifornimento rincara la dose sostenendo che quella fermata è la prova inconfutabile della presenza degli Usa nel golpe a Tegucigalpa. Non solo. Il leader boliviariano sostiene anche che fra militari hondureñi e statunitensi ci fu una sorta di confronto per vedere che fare del presidente Zelaya. Ma la versione venezuelana dei fatti è ancora oggi tatta da dimostrare.

Era ovvio attendersi una reazione da Washington. Per voce del vicedirettore degli affari pubblici del Comando Sur, Robert Appin che lavora per supervisionare le operazioni militari statunitensi in America Latina, l’informazione “è senza fondamento. La base militare di Palmerola – continua Appin – è sotto giurisdizione hondureña ed è amministrata dall’esercito di Tegucigalpa. Noi non abbiamo mai avuto informazioni su quell’aereo”. Inoltre, Appin ha anche voluto sottolineare come gli edifici delle due forze militari siano ben diversi e ciò che accade nella palazzina degli hondureñi è solo ed esclusivamente una loro questione. Per dare conferma alle parole dette Appin ricorda che gli Usa non hanno riconosciuto il governo golpista di Micheletti e che dal momento in cui il governo de facto ha preso il controllo del paese sono stati sospesi tutti i tipi di collaborazione militare fra Usa e Honduras.

Apertamente Zelaya non ha mai accusato Washington di “sapere” del golpe o di aver fatto qualcosa per favorirlo. Adesso le cose sono cambiate e considerando che la crisi hondureña sembra essere scomparsa dalle pagine dei maggiori organi d’informazione mondiale, Zelaya si dice dispiaciuto e abbastanza frustrato per la mancanza di azioni concrete in suo favore da parte dell’amministrazione nord americana. Va giù duro anche Patricia Valle vice cancelliere del governo deposto che dichiara “che la soste nella località che ospita la base militare di Palmerola è indicativa del fatto che gli Usa sono coinvolti nel golpe. Sta di fatto che se mai Zelaya ha accusato gli Usa da più parti nell’entourage del presidente legittimo dell’Honduras si crede che alcuni elementi deviati appartenenti alla Cia potessero sapere del golpe. O meglio che ne siano stati protagonisti.