LA NUOVA FRONTIERA DELLA SICUREZZA: IL CONTROLLO DELLE CONVERSAZIONI

di Alessandro Iacuelli
da www.altrenotizie.org

Pare che sia l’ultima novità, in fatto di controllo degli spazi pubblici. Evidentemente non sono sufficienti i milioni di telecamere posizionate nelle strade di quasi tutte le città del mondo, comprese le nostre. Evidentemente il controllo va esteso, e non basta vedere i volti di coloro che salgono sui treni o prendono l’autobus. L’esperimento pilota, per ora, riguarda la città americana di Baltimora, dove la MTA, Maryland Transportation Administration, la società che gestisce i trasporti pubblici, ha richiesto tutte le autorizzazioni legali per poter installare microfoni atti a captare e registrare tutte le conversazioni di passeggeri e personale sui treni metropolitani e sugli autobus della città.

Se qualcuno si meraviglia, o magari grida subito al mancato rispetto per la privacy, dovrebbe allora notare che già oggi è spiato da continui occhi elettronici, le telecamere CCTV, ad ogni passo che compie. In quanto tempo è stato possibile far accettare all’opinione pubblica di essere spiata in modo invasivo dalle CCTV? Certamente pochissimo: dopo tutto, la gente ha iniziato semplicemente a passeggiare per strada ignorando gli occhi elettronici che spiano. Quindi, si sono detti a Baltimora, perché non dovrebbe essere accettato, dopo un sistema “osserva-tutto”, anche un sistema “ascolta-tutto”?

In effetti, a Baltimora non si rileva alcuna particolare reazione negativa da parte della società civile o della stampa. Sui quotidiani locali si legge piuttosto il comunicato ufficiale della MTA che recita: “The MTA is considering installing audio surveillance equipment on its buses and trains to record conversations of passengers and employees, according to a letter sent by the MTA’s top official to the state Attorney General’s Office.”

In proposito, l’Amministratore delegato della società Wiedefeld, ha dichiarato che “la MTA ha già installato da anni impianti CCTV in grado di registrare in video tutto ciò che avviene sui veicoli delle sue flotte ferroviarie e su gomma. Come deterrente all’attività criminale, e per ridurre altre situazioni di rischio a bordo dei veicoli, la direzione dell’agenzia ha considerato di aggiungere anche la registrazione audio, a quella video già in uso”.

Ma anche all’interno della stessa MTA le voci non sono concordi. Infatti, la signora Beverly Swaim-Staley, segretaria generale dell’MTA, ha dichiarato lunedì 17 agosto alla stampa che dal suo punto di vista la proposta è da ritirare, anche perché si teme l’opinione legale che potrebbe arrivare dall’avvocatura generale dello Stato del Maryland. Secondo la signora Swaim-Staley, “la questione andrebbe rivista a livello legislativo, prima che la MTA possa avere delle conseguenze di tipo legale da un’iniziativa del genere”.

La dichiarazione, quindi, va letta come un “ci piacerebbe tantissimo farlo, ma temiamo che la gente si arrabbi, per cui speriamo che qualcuno prima faccia una bella legge che ci permetta di farlo senza che nessuno possa protestare”. Nessuna parola circa le libertà civili che andrebbero eliminate salendo su un autobus o sulla metropolitana di Baltimora.

La questione è venuta alla luce perché è stata riportata dalla testata online Maryland Politics Watch, unica a dare spazio alla vicenda. Come conseguenza, anche le testate su carta di Baltimora hanno dovuto “inseguire” la notizia e riportarla pubblicamente. Il contrasto legale è evidente, così com’é evidente che la mossa, a dire il vero pionieristica, dell’MTA può costituire un utilissimo precedente in tutto il mondo, per tutti quelli che intendono aumentare il controllo sulla società e diminuire le libertà civili. Immaginiamo facilmente anche da noi quanti abbraccerebbero con gioia una simile proposta. Per ora, la MTA si è limitata a chiedere un parere “di legalità” ai dipartimenti del Maryland che si occupano di giustizia, ma la cosa potrebbe eventualmente avere un excalation ed espandersi a livello federale.

Stranamente, non sono molti i critici di questa iniziativa. Tra questi c’è il giornalista Paul Gordon, che ha scritto sul suo piccolo quotidiano on-line: “Altro che Stati Uniti d’America, l’idea di permettere legalmente di registrare le conversazioni su un mezzo pubblico, è una cosa che neanche nella vecchia Unione Sovietica si sarebbe vista”. Quel che è certo, è che anche per l’installazione delle telecamere CCTV tutto iniziò così, con qualcuno che chiedeva un parere legale per un “eventuale” uso di questa tecnologia. Sappiamo com’é andata a finire.

Ovviamente non abbiamo a disposizione una sfera di cristallo, per cui non possiamo sapere se tra qualche anno saremo ascoltati perennemente oppure no. In ogni caso, è meglio prepararsi per tempo ed iniziare ad allenarsi a salire sugli autobus e sulle metropolitane, parlare solo di sesso, possibilmente con una discreta dose di turpiloquio, e magari decantare le performance erotiche segrete dei/delle partners degli addetti al controllo dell’audio. Magari veniamo invitati a Villa Certosa.