Le tante svastichelle e l’origine dell’omofobia

di Ali d’Aquila, cristiani omosessuali di Palermo
da http://blog.libero.it/parolenondette

I recenti avvenimenti di Roma e Rimini (minacce e lesioni a persone omosessuali, danni a luoghi di aggregazione gay) riportano alla nostra attenzione il tema dell’intolleranza agli omosessuali. Alcuni esponenti politici (come il sindaco di Roma) si sono espressi contro il clima e gli atti di violenza, affermando che la posizione della Destra italiana sarebbe sì contraria al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, ma comunque aliena da forme di persecuzione più o meno organizzata. Molti altri politici (di destra e di sinistra) sono rimasti invece in silenzio.

Un silenzio che urla indifferenza e cinismo, che urla la loro preoccupazione di non parteggiare apertamente a favore di una categoria di persone difendere la quale in Italia attira i sospetti del Vaticano e quindi rischia di far perdere consenso e voti. La stessa Chiesa cattolica, che condanna il maltrattamento e i respingimenti dei migranti extracomunitari, in questo caso tace; come tacque durante le persecuzioni naziste (anche contro gli omosessuali), ma questo d’altra parte è normale e prevedibile, visto che nei mesi scorsi la Santa Sede si era opposta alla proposta della Francia all’ONU di sostenere la depenalizzazione dell’omosessualità nei paesi in cui essa è ancora considerata un reato e punita con carcere, torture e morte. In Italia questo silenzio è la condanna.

Solo pochi tuttavia sanno, e non dicono, che i documenti vaticani sulla cura pastorale delle persone omosessuali, anche se considerano questa inclinazione intrinsecamente disordinata, raccomandano di accogliere le persone omosessuali con rispetto e delicatezza e affermano di aborrire da ogni forma di emarginazione, persecuzione o violenza. Perché la Chiesa, in questi momenti, non leva la sua autorevole e amorevole voce quantomeno per ripetere quello che essa stessa ha scritto?

Cara Chiesa Cattolica, ma almeno ti accorgi di come vieni sfigurata ed umiliata dai politici italiani? Quei politici che chiedono i tuoi voti per vincere, e poi assumono atteggiamenti di vita personale del tutto immorali e contrari ai tuoi insegnamenti. Quei politici che fingono di aderire alla tua Tradizione se si tratta di negare i diritti civili degli omosessuali, ma poi invocano la laicità dello Stato e addirittura la revisione del Concordato se si tratta di respingere e abbandonare alla morte i poveri del mondo.

Ma come nasce l’omofobia? Non nasce da un giorno all’altro, né nasce solo in pochi facinorosi da isolare. L’omofobia, come l’antisemitismo, nasce in modo lento, insidioso e insensibile; nasce ogni qualvolta un “opinion leader” (un politico, un prelato) fa circolare slogan, messaggi, insulti che giorno dopo giorno alimentano nella gente i pregiudizi e l’ostilità. La storia e la tradizione italiane sono permeate da questa mentalità viscosa.

Se un politico o un sacerdote oggi pronunciasse affermazioni anche solo lontanamente antisemite, verrebbe subito censurato dall’opinione pubblica o dai suoi superiori (come nel caso del negazionismo da parte dei lefebvriani); ma se un gerarca Vaticano o un politico rilasciano affermazioni palesemente discriminatorie ed offensive nei confronti delle persone omosessuali (Calderoli li ha chiamati “culattoni”, la Carfagna li ha dichiarati costituzionalmente sterili) sono solo le associazioni gay a indignarsi, senza che la società civile, la stampa o la parte sana della politica o della Chiesa (esistono?) spengano sul nascere questi atteggiamenti.

Anzi, essi vengono spesso implicitamente condivisi e diffusi, con la strizzatina d’occhio, la gomitata complice, la smorfia di disgusto della cosiddetta gente perbene. Solo che poi, quando questa gente “perbene” incontra nel suo cammino quotidiano un uomo o una donna omosessuale (figlio, amico, collega, vicino), questi atteggiamenti solo apparentemente goliardici si trasformano in isolamento, diffidenza, ostilità; c’è un’omofobia di cui i media non parlano, uno strisciante e crudele stillicidio quotidiano che ferisce in modo invisibile ma non meno doloroso, per cui il gesto dei criminali come Svastichella è solo la punta dell’iceberg.

La domanda è chi la crea, questa montagna di gelo, che fa male non solo quando emerge in modo eclatante. Se esiste la possibilità di denunciare i casi di offesa razzista (ad esempio contro le persone di colore o gli ebrei), perché essa non viene praticata anche nei casi di offesa agli omosessuali? Di quante svastichelle vi fregiate ogni giorno nell’indifferenza quotidiana? Quante svastichelle appendete ogni giorno nel vostro cuore, quante svastichelle predicate dai vostri microfoni?