Chi dobbiamo ringraziare?

di Andrea Ambrogetti
testo giunto tramite e-mail

Chi dobbiamo ringraziare per gli accoltellamenti al Gay Village, le aggressioni a Rimini e a Napoli e le bombe alla gay street ?

Povia e tutti quelli che gli hanno dato colpevole spazio alla discriminazione mascherata da commiserazione,

Silvio Berlusconi che ha detto che i gay stanno tutti dall’altra parte per coprire la sua nullità politica,

Rocco Buttiglione che ha detto che l’omosessualità è un peccato, sperando forse che torni a essere un reato,

il card Camillo Ruini che non ha mai voluto nessuna legge contro le discriminazioni, dimostrando tutta la sua insensibilità per le migliaia di vittime quotidiane,

Alessandra Mussolini che ha detto “meglio fascista che frocio”,

il ministro Calderoli che ha detto che l’Europa è in mano ai culattoni, sperando che la gente non veda che lui è fuori dall’Europa,

la medico e parlamentare Paola Binetti che ha detto che l’omosessualità è una devianza della personalità, palesando la sua incapacità a svolgere entrambi gli incarichi,

la ministro Mara Carfagna che ha detto che gli omosessuali sono costituzionalmente sterili – ci si chiede se ha letto la Costituzione sulla quale ha giurato,

la parlamentare Elisabetta Gardini che si è sentita stuprata perché Luxuria era nel bagno delle donne, che Prosperini che vorrebbe sterminare i gay con il napalm,

la ministro Rosy Bindi che ha detto che è meglio lasciare un bambino in Africa che darlo a una coppia gay, dimostrando di non essere molto adatta all’incarico di ministro della famiglia,

il card Bagnasco che ha detto che l’omosessualità è senza etica e che rischia di portare all’incesto e alla pedofilia, palesando spudoramente la sua intima visione dell’eguaglianza degli esseri umani,

il politico di lungo corso Clemente Mastella che pur essendo ministro non ha partecipato alla riunione del Consiglio dei Ministri dove si approvavano i Dico,

il presentatore Giancarlo Magalli che ha detto che l’omosessualità è una perversione, come se intorno a lui in televisione non ce ne fosse nessuno,

tutti quelli che hanno scritto “l’Italia ha bisogno di figli e non di gay pride”,

Giuseppe Fioroni e tutti gli insegnanti e i professori che si sono voltati dall’altra parte quando i ragazzi gay e le ragazze lesbiche sono stati derisi, picchiati, isolati, abbandonati al suicidio,

tutti i sindaci e i ministri di tutti i partiti che non hanno mai sfilato ai gay pride, che non hanno mai voluto i pacs, che hanno votato sempre contro ogni modifica alla Legge Mancino, che hanno escluse le donne single dalla procreazione assistita, per il loro alto senso civico,

tutti quelli che nella Margherita equiparano le manifestazioni per i diritti civili a carnevalate,

tutti gli amministratori locali di Roma di sinistra e di destra che non capiscono che pedonalizzare la gay street costituirebbe un grande segnale civile e culturale contro l’ignoranza e l’intolleranza e che è proprio così che si migliora la qualità urbana e non tramite le guardie private, come è successo in tutte le grandi città occidentali (ma ci siete mai andati?),

tutto il centrosinistra italiano che non capisce che l’eterna assenza di riformismo produce danni sociali e culturali enormi, che rischiano di essere irreparabili,

tutti quelli che sono gayfriendly il sabato e la domenica e dal lunedì al venerdì dicono “Ho tanti amici gay, ma sai, la famiglia…”,

le migliaia di gay e lesbiche represse che lavorano nell’informazione nella politica nella cultura, e anche nella canzone, per i quali va bene se il ballerino della De Filippi è un po’ effeminato ma non può esistere un calciatore gay, il tronista deve avere comunque una fidanzata, quello o quella può fare il senatore ma non il candidato sindaco perché non è sposato/a…

grazie, grazie, grazie.