Le Cdb italiane e Noi Siamo Chiesa sul caso Boffo/il Giornale

COMUNITA’ CRISTIANE DI BASE ITALIANE
Segreteria Tecnica Nazionale
www.cdbitalia.it – e-mail: segrcdb@alice.it

Comunicato

Le dimissioni di Dino Boffo, frutto di ricatti incrociati e di un ignobile e oscuro patteggiamento sulla pelle delle persone fra i vertici del potere vaticano e quelli del potere politico sono un segnale inquietante del degrado della democrazia e della laicità. Fanno intravedere, inoltre, nella Chiesa cattolica la profondità a cui è giunto il tentativo dei vertici gerarchici di svuotare la pur timida conquista di decentramento realizzata dal Concilio attraverso il rafforzamento dell’autonomia delle Conferenze episcopali.

Fra il singolo vescovo, monarca nella propria diocesi, e il papa, detentore in forma personale di ogni potere su tutta la Chiesa, non deve esistere nessun altro organismo decentrato che abbia un potere reale. Questo è uno dei più fermi principi teologici di papa Ratzinger, perseguito passo dopo passo. Esso spiega molte decisioni tese a svuotare il Concilio compresa questa intromissione nell’autonomia della CEI.

Il centralismo vaticano non sempre nelle singole situazioni è più tradizionalista e fondamentalista delle diverse Conferenze episcopali. A volte può anche esprimere posizioni più aperte. Ma la struttura centralistica svuota non solo gli episcopati, ma la Chiesa tutta nelle sue espressioni, aggregazioni, articolazioni, di ogni senso di pluralismo e di ogni accenno pur timido di democrazia. La centralità del ”Popolo di Dio”, grande “rivoluzione copernicana” del Vaticano II, non esiste più.

La realtà della Chiesa che cerca di essere fedele allo spirito conciliare non può limitarsi alle lamentele. Il pluralismo evangelico si conquista anche affrontando dei rischi.

Le comunità di base traggono spinta dagli stessi fatti di questi giorni per intensificare il loro impegno concreto sia per affermare il pluralismo conciliare del Popolo di Dio nella Chiesa, in unione con i cattolici amanti del Concilio e specialmente con quelli del “disagio” che si sono incontrati a Firenze nella primavera scorsa, sia per difendere la democrazia e la Costituzione nella società in unione con gli uomini e le donne di buona volontà.

Roma, 6 settembre 2009

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NOI SIAMO CHIESA
www.noisiamochiesa.org
e-mail vi.bel@iol.it

Comunicato Stampa

Il portavoce di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione :

Il caso “Giornale/Boffo”presenta molti lati oscuri. Si intuisce l’esistenza di rapporti fondati anche su ricatti, in atto o potenziali, di contrasti ai vertici della Chiesa e di un inizio di difficoltà nei rapporti col governo. C’è di tutto meno che l’evangelico “SI,SI, NO, NO, il resto viene dal maligno”; questo insegnamento è stato disatteso dal quotidiano della Conferenza episcopale nei confronti della legge sulla sicurezza e degli scandali che hanno coinvolto il Presidente del Consiglio.

In questi due episodi, i silenzi durati settimane, le reticenze, le mezze parole sono stati eticamente e professionalmente censurabili tanto da determinare la reazione vivace di una parte consistente del mondo cattolico. Questo abbiamo denunciato da tempo con convinzione, anche se il troppo poco che è stato poi tardivamente scritto in merito è stato sufficiente per scatenare la reazione del potere politico che governa il nostro paese che cerca di manomettere le istituzioni democratiche, non tollerando alcun spazio di critica .

Ora bisogna nominare il nuovo Direttore. “Noi Siamo Chiesa”, come già più volte in passato, propone e chiede una svolta. Chiede che l’Avvenire sia guidato da una personalità indipendente e che diventi espressione di tutto il mondo cattolico nelle sue pluralistiche espressioni (per esempio anche dei tanti si sono autonomamente ritrovati a Firenze il 16 maggio per discutere delle prospettive della nostra Chiesa).

Il pluralismo e il legittimo dibattito non sono mai esistiti con la gestione Boffo, tanto che una parte dei cattolici attivi nella Chiesa non legge più da tempo l’Avvenire. Il quotidiano in particolare non deve essere affidato, direttamente o indirettamente, a gruppi organizzati. Questa svolta ho chiesto, con molta determinazione, in un incontro che avuto col Card. Bagnasco tempo fa.

E’ quindi il momento in cui il Consiglio Episcopale permanente della CEI si prenda le sue responsabilità di fronte alla base cattolica ed inizi così, con questa decisione, una svolta che porti i Vescovi italiani a una linea più pastorale, lontana dalle “campagne” e dai “progetti culturali” di questi anni e più vicina invece, nel proporre il Vangelo di Gesù, ai problemi veri, alle sofferenze, alle gioie ed alle ricerche eticoesistenziali dell’uomo di oggi nel nostro paese, bisognoso di semplici parole di verità e di accoglienza.”

Roma, 5 settembre 2009