Afghanistan, vittoria amara per Karzai

di Enrico Piovesana
da www.peacereporter.net

Dopo un viaggio segreto di Karzai negli Usa, l’Onu chiede di ricontare i voti contestati e la Commissione elettorale ne annulla 200 mila in tre province

Un disastro. Le elezioni del 20 agosto, che avrebbero dovuto certificare i progressi della democrazia afgana, si stanno rivelando un fallimento completo. Un voto così fraudolento che, se fosse avvenuto altrove, avrebbe suscitato indignazione in tutto l’Occidente. La sistematicità, le dimensioni e la sfacciataggine delle frodi elettorali organizzate da Karzai e dai suoi sostenitori non hanno nulla da invidiare a quelle avvenute in Iran o in altri regimi.

In Europa c’è grande imbarazzo. Negli Stati Uniti anche qualcosa di più, tanto che nei giorni scorsi Karzai è stato convocato a Washington in gran segreto per trovare una vita d’uscita dignitosa a questa brutta situazione. Che alla fine è stata quella di chiedere il riconteggio di tutte le schede dei seggi dove i brogli sono accertati – come ad esempio quelli in cui Kazrai ha preso più voti del numero degli iscritti al seggio, o quelli che avevano le urne piene di schede votate ancor prima dell’apertura del seggio, o quelli che addirittura erano stati direttamente trasferiti nelle abitazioni private dei sostenitori del presidente.

Così, martedì, dopo una riunione notturna a Kabul tra Karzai, l’ambasciatore Usa in Afghanistan, Karl Eikenberry, e il rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Afghanistan, Kai Eide, quest’utlimo ha chiesto ufficialmente il riconteggio dei voti nei seggi con evidenti prove di brogli. Subito dopo la Commissione elettorale ha annunciato l’annullamento di 200 mila voti pro-Karzai provenienti da 447 seggi dove le frodi sono state accertate dagli investigatori della commissione. Considerato che fino a oggi questi sono stati inviati solo in tre province su trentaquattro (Ghazni, Paktika e Kandahar), il milione e 400 mila voti di vantaggio finora attribuiti a Karzai (con nove seggi scrutinati su dieci) perdono di qualsiasi credibilità.

Come le dichiarazioni della Nato sulla strage di civili di Kunduz causata da un bombardamento aereo Usa ordinato dal comando Nato tedesco su due autocisterne piene di gasolio rubate dai talebani. Per giorni i generali alleati hanno negato che vi fossero state vittime civili, mentre fonti locale parlano di settanta-centocinquanta morti tra la popolazione locale. Solo martedì c’è stata da parte Nato una prima ammissione sulla presenza di vittime civili, senza però fare cifre.
Anche in questo caso, bisognerà aspettare parecchio prima di conoscere la verità.