Italia: da Cernobbio efficaci misure anti-crisi… ma sono di Sbilanciamoci!

di Giorgio Beretta
da www.unimondo.org

C’è un modo di diverso di affrontare la crisi economica rispetto a quello proposto dai banchieri, i manager e politici riuniti nei giorni scorsi nel workshop dello Studio Ambrosetti. Lo ha dimostrato in contemporanea al workshop e poche centinaia di metri da Villa d’Este a Cernobbio il contro-forum “Uscire dalla crisi con un nuovo modello di sviluppo” organizzato dalle trenta associazioni della campagna Sbilanciamoci! che non solo ha smascherato i numerosi bluff del Governo (in pdf), ma ha avanzato “15 proposte per un nuovo modello di sviluppo” (in .pdf) che stia dalla parte del lavoro, dell’ambiente, della solidarietà e dei diritti.

“Il modello di sviluppo che proponiamo – ha spiegato Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci! – si regge su un ruolo più incisivo dell’intervento pubblico, sul principio della sostenibilità ambientale e la qualità sociale dell’economia; rimette al centro il lavoro, le persone e i loro diritti sociali; propone un ripensamento del sistema dei consumi, si fonda sul principio della cooperazione”. Sbilanciamoci! propone un intervento equivalente al 1,6% del Pil del 2010 e allo 0,9% del 2011. In tutto 40 miliardi di euro, coperti in parte da nuove entrate ricavabili da una seria lotta all’evasione fiscale, da politiche fiscali più eque e da risparmi sulla spesa pubblica in parte generati dal necessario indebitamento per far fronte alla crisi. “Si tratta di ridisegnare – sostiene il documento di Sbilanciamoci! – un sistema in cui il mercato e gli operatori privati non siano lasciati senza regole, ma possano agire dentro una cornice in cui prevalga il bene comune, la responsabilità sociale, l’interesse collettivo”.

“Le ragioni della crisi attuale vanno ricercate nell’insostenibilità di un sistema che lascia prevalere la speculazione sulle regole – ha affermato Maurizio Gubbiotti della segreteria nazionale di Legambiente. Affrontare un periodo di crisi di portata mondiale e di simile durata vuol dire impegnarsi nella messa in pratica di politiche energetiche rivoluzionarie, basate su energie verdi, tecnologie pulite ed efficienza, mobilità su ferro, ma anche educazione ai consumi sostenibili”. E proprio il principio della sostenibilità ambientale è stato presentato da Sbilanciamoci! come fondante l’idea di una green economy che rivoluzioni il modo di produrre i beni, di distribuirli e di consumarli e sia capace di cambiare pensando a nuove forme di produzione di beni immateriali e di beni materiali durevoli. “Un sistema economico meno energivoro e legato all’uso di fonti rinnovabili capace di stimolare una mobilità compatibile con la salvaguardia dei territori e delle comunità”.

Il presidente dell’ARCI, Paolo Beni ha evidenziato che “la crisi economica ha un forte nesso con la crisi sociale e mancano risposte efficaci ai bisogni dei cittadini”. “Il deterioramento delle condizioni sociali è un grave rischio per la democrazia perchè la espone al populismo autoritario. La società della paura espone il nostro paese alla demolizione della nostra Costituzione fondata sulla garanzia dei diritti di cittadinanza per tutti. Invece il libro bianco di Sacconi propone un modello di cittadinanza non più fondato sull’uguaglianza ma sui privilegi dei più forti”. Anche il Segretario Generale della FIOM, Gianni Rinaldini ha rilevato che “c’è una sottovalutazione di quello che sta succedendo a livello sociale, non solo nella gravità delle condizioni occupazionali ma nella ridefinizione del sistema delle relazioni sociali attraverso l’accordo separato che mira esplicitamente a negare l’autonomia e la democrazia nei luoghi di lavoro”.

Per rispondere a queste istanza il documento delle 30 associazioni di Sbilanciamoci! individua proprio nella qualità sociale il “tratto distintivo di un’economia che rimette al centro il lavoro e le persone, i loro diritti sociali inalienabili, le relazioni umane e la dimensione comunitaria della produzione e del consumo”. “La qualità sociale parte dalla dignità del lavoro, dai territori e dalle comunità locali, ma nello stesso tempo condiziona le attività e i risultati della produzione in una dimensione più ampia, in un’ottica di economia solidale al servizio del bene comune”.

Ma “è necessario – sottolinea il documento – un equilibrio diverso tra consumi collettivi e consumi individuali e tra consumi socialmente ed ecologicamente compatibili e quelli distruttivi per la società e l’ambiente; significa ripensare anche le modalità della distribuzione dei prodotti, la capacità di limitarne l’impatto ambientale e di favorire quelli che producono un più alto tasso di benessere sociale e collettivo”. In proposto Stefano Lenzi del WWF ha ricordato che “gli impegni in campo ambientale del Governo si misurano nella quantità di risorse che la finanziaria destina a vario titolo: sui 33,6 miliardi della manovra alla tutela dell’ambiente viene destinato solo lo 0.5% (0,6 se si aggiungono le misure energetiche). Altrettanto alla mobilità sostenibile – dove si incontra il 75% della domanda di mobilità del paese, mentre alle grandi opere si destina il 6,8%”.

E va ribadito anche il “il principio della cooperazione e la limitazione di quello della competizione”. “L’assolutizzazione del principio di competizione – sottolinea Sbilanciamoci! – ha comportato disgregazione e distruttività del sistema economico e delle relazioni umane, mentre quello di cooperazione – a partire dalle relazioni tra Nord e Sud del mondo e in ambito commerciale, monetario, finanziario – può aiutare ad una crescita più armonica e a superare le crisi che stiamo vivendo”.

Secondo Sbilanciamoci!, dunque, occorre ripensare le politiche del lavoro e allargare lo spettro di applicazione degli ammortizzatori sociali; promuovere un piano nazionale di piccole opere ambientali e sociali; rafforzare le politiche di welfare con l’apertura di servizi stabili (5000 asili, 1000 strutture per disabili e anziani) e avviare nuove politiche di sostegno alle imprese; sostenere il potere di acquisto con l’introduzione della quattordicesima per i pensionati sotto i 1000 euro lordi restituire il fiscal drag ai lavoratori dipendenti, reintrodurre il reddito minimo di inserimento per i disoccupati.

Il problema spesso è quello di reperire le risorse, sopratutto per una manovra di 40 miliardi. “Se si vuole, le risorse si trovano” – evidenzia Sbilanciamoci!. “Ad esempio con la lotta all’evasione fiscale e con politiche fiscali più eque: portando al 23% la tassazione sulle rendite e aumentando l’imposizione fiscale al 45% per i redditi oltre i 70mila euro e al 49% sopra i 200mila euro e introducendo una tassa patrimoniale sui grandi patrimoni.

Altre risorse possono provenire dalla riduzione delle spese militari – in particolare la cancellazione del programma per l’acquisizione di 131 cacciabombardieri JSF-F35 che produrrebbe un risparmio in 10 anni di ben 16 miliardi di euro, mentre la riduzione del 20% delle spese militari in due anni produrrebbe un risparmio di ben 6 miliardi di euro – e rinunciando al programma delle “grandi opere” (tra le quali anche se per il momento senza oneri finanziari, le centrali nucleari) che comporterebbe un risparmio di 3 miliardi in due anni. Infine due misure di riduzione della spesa pubblica: il passaggio nella Pubblica Amministrazione all’Open Source che porterebbe un risparmio di ben 4 miliardi su due anni (contratti e acquisizioni di licenze) e l’abolizione dei contributi alle scuole private (ben 1 miliardo e 400 milioni in due anni) a favore degli investimenti di queste risorse nel sistema pubblico dell’istruzione.