Funerali…

Ogni cittadino /a ha sentito un profondo dolore e un immenso rispetto della sofferenza che la morte in guerra dei soldati italiani ha causato. Partecipare a questo dolore esige rispetto. Così pure siamo colpiti da tutte le morti violente che succedono nel mondo: donne, bambini,cittadini innocenti, morti sul lavoro…..Una cosa è il rispetto, altra cosa è la retorica.

La celebrazione dei funerali di stato, con tutti gli annessi e connessi, è risultata una parata fatta apposta per confermarci nella cultura della guerra: trombe, processioni, cerimonie, incensi, parate che danno spettacolo e confondono le idee. Così i cittadini non pensano e i signori dei palazzi, politici e religiosi, continuano a narrarci le consuete banalità e menzogne.

Questa chiesa si dà appuntamento dove c’è qualche spettacolo liturgico da gestire. Se notate, le chiese si riempiono quasi solo nei funerali nei quali la casta sacerdotale, tutta impettita e vestita a festa, si trova davanti popolo e governanti. I funerali, specialmente quelli di stato, servono alla chiesa gerarchica a riaffermare la propria centralità, ad occupare i video, a consolidare l’alleanza con i potenti e a riproporsi come detentrice del messaggio morale. Se prestiamo attenzione, dove ci sono morti, stragi e vittime sempre compaiono vescovi e cardinali che così si ripropongono con la loro immagine alla nazione.

Se la gerarchia cattolica e le televisioni italiane prendessero altrettanto sul serio i morti nel Mediterraneo, quale lutto dovrebbero indire e quale informazione fornire? Ma evidentemente non tutti i morti sono uguali. Alcuni vengono proclamati eroi, altri “vuoti a perdere”, altri semplicemente senza nome.

Quanta retorica… questa chiesa non è il popolo del Dio della giustizia e della pace.