Banca Etica, no ai soldi dello scudo fiscale

di Anna Pacilli
da www.carta.org

La raccolta del risparmio è vitale per qualsiasi banca, a maggior ragione in periodi di crisi come quello attuale, ma non può essere fatta a qualsiasi costo. E’ il senso del discorso che ha portato la Banca popolare etica ed Etica Sgr a decidere di non accettare i capitali che rientreranno in Italia con lo scudo fiscale.

«L’intermediazione di denaro proveniente da attività illecite snatura e umilia l’impegno per la legalità che noi, insieme ad altri istituti bancari, associazioni e cittadini, scegliamo quotidianamente – dice il presidente di Banca Etica e di Etica Sgr, Fabio Salviato – La normativa proposta, tra l’altro, potrebbe esonerare gli intermediari finanziari anche dall’obbligo di segnalare eventuali operazioni in odore di riciclaggio. Non è certo in questo modo che il settore bancario recupera la fiducia dei cittadini. Il bisogno del governo di fare cassa non giustifica un condono iniquo verso i risparmiatori che hanno sempre rispettato le regole e profondamente diseducativo. In Italia, l’evasione fiscale è una piaga da combattere con il rigore e non con le sanatorie a basso costo».

Una bella lezione per quanti, nella maggioranza di governo, si salvano l’anima giustificando l’amnistia operata con lo scudo fiscale con le necessità di bilancio «per il bene del paese», compensata dai provvedimenti che sarebbero in atto per combattere evasione e malaffare, ma di cui nessuno si è accorto.

«I principi della finanza etica che ispirano per intero la nostra attività – dice il direttore generale della banca, Mario Crosta – prevedono la piena tracciabilità del percorso del denaro e la provenienza lecita di quello che raccogliamo. Accettare capitali accumulati anche grazie al mancato rispetto delle leggi e che, al già grave reato di evasione fiscale, potrebbero sommare il falso in bilancio, sarebbe una violazione del nostro Dna e un tradimento dei clienti che ci scelgono quotidianamente in nome di un uso responsabile del denaro».

Intanto, c’è la corsa di tutti gli altri istituti di credito ad accaparrarsi la ricca torta dei fondi illegalmente trasferiti all’estero per frodare il fisco: grazie allo scudo in via di approvazione, dovrebbero rientrare in Italia almeno cento miliardi di euro.