La ballata dei Tremonti Bond

di Alfiero Grandi
da www.aprileonline.info

IlMinistro dell’Economia insiste nel tentare di convincere le banche asottoscrivere i Bond che portano il suo nome. La banche resistonoperché cercano di evitare di sborsare allo Stato interessi da usuraattraverso la sottoscrizione di questi particolari bond

Anzitutto perché Il Ministro ha cavato questo coniglio dal cappello? Erano i giorni difficili in cui le banche di tutto il mondoguardavano con apprensione alla possibilità che si diffondesse il casoNorthern Rock, con i risparmiatori agli sportelli per chiedere indietroi loro soldi che la banca ormai non era più in grado di restituire. IlGoverno inglese capita la situazione ha deciso di nazionalizzare laNorthern Rock a tambur battente. Così i risparmiatori sono statigarantiti e il Governo inglese ha evitato che si diffondesse il panicocon il conseguente effetto domino sulle altre banche.

In Italiail Ministro dell’Economia ha garantito i depositi dei risparmiatori,che però erano già garantiti fino allo stesso importo da un impegno disolidarietà interbancario.

Certo due garanzie sono sempre meglio di una, ma la vera novità del periodo sono stati i Tremonti bond.
ITremonti bond sono soldi dello Stato. Infatti aumenta il debitopubblico italiano per la stessa cifra. Questi bond vanno a migliorareil rapporto tra il patrimonio delle banche che li sottoscrivono e ilcredito concesso (tier 1) considerato oggi troppo basso sia perché leoperazioni finanziarie azzardate (ad esempio investimenti Lehman) hannocomportato svalutazione degli attivi, sia perché molte banche hannoesagerato nel concedere credito in rapporto alle loro risorse, oppuresi sono avventurate in costose acquisizioni.

Del resto laricorrente richiesta di Confindustria e delle banche per modificarel’accordo di Basilea 2 denuncia che le banche hanno concesso troppodenaro in prestito, almeno se rapportato al loro patrimonio reale, eoggi non sono in grado di rispettare quei parametri.

Inoccasione della recente crisi finanziaria furono presi impegni solennida parte deo Governi e delle Autorità monetarie a dotarsi di nuove epiù stringenti regole nel sistema bancario e finanziario. Impegni finoad ora non mantenuti. E’ strano che si inizi chiedendo di allentare unadelle poche regole esistenti. Si può fare tutto, anche ridiscutereBasilea 2, ma almeno ci vorrebbe la decenza di dire quali nuove regoleverranno introdotte in sostituzione di altre e in aggiunta, perregolare in modo efficace il mercato finanziario dopo la tempesta cheha messo in ginocchio l’economia mondiale.

Tremonti si èinventato che le banche che avessero accettato di ricorrere a questiparticolari bond per ricapitalizzarsi avrebbero pagato interessi tra il7,5 e l’8,5 % e quindi con un costo molto alto (il tasso della BCE èall’1 %) con in più un impegno delle stesse banche a concedere piùcrediti alle piccole e medie imprese, utilizzando la cosiddetta leva,cioè il rapporto tra il capitale e il credito concesso in rapportoalmeno 1 a 5.

Se le banche debbono, come debbono, rientrareentro un rapporto più accettabile tra capitale e credito concesso nonsi capisce come potrebbero – appena ottenute le nuove risorse dalloStato per questo fine – reimpiegarle senza contraddire la premessa, perdi più con una leva di almeno 5 volte. In questo modo le banchetornerebbero esattamente alla situazione precedente di squilibrio equindi i bond sarebbero stati semplicemente inutili per realizzarel’obiettivo. Dov’è il trucco ?

Le maggiori banche italiane hannoora un tier 1 al 7,3 %, quelle europee al 10,4 % e quelle americane al13,2 %. Quindi quelle italiane sono messe peggio e questo potrebbeinfluire negativamente sul sostegno alla ripresa.
Conl’aggravante che questi bond prevedono interessi molto alti chegraverebbero sui loro bilanci e che anche se non venissero fattigravare sulle imprese in un modo o nell’altro qualcuno finirà con ilpagare.

Le banche hanno gravissime responsabilità nella crisifinanziaria ed economica e debbono essere assoggettate a nuove e piùstringenti regole, ma si può capire che alcune banche dopo una attentariflessione abbiano preferito ricorrere al mercato per ricostituire illoro capitale, con costi minori.

Unico vantaggio dei Tremontibond sarebbero le maggiori entrate per il bilancio dello Stato, cosa insé non disprezzabile ma che c’entra poco con la crisi finanziaria eancora meno con la difficoltà delle imprese ad ottenere credito dallebanche. Come è servito a ben poco il tanto sbandierato intervento deiPrefetti sul credito.

In realtà il Governo non ha fatto nulla perrimettere ordine nel sistema finanziario e del credito, ha dichiaratoaperta una nuova caccia all’untore mettendo strumentalmente sottoaccusa le banche, che certamente hanno gravi responsabilità nellacrisi, ma non è da queste misure che riceveranno la spinta giusta.

IlGoverno infatti non è intervenuto su nessuno dei nervi realmentescoperti delle banche come gli stipendi dei manager, le regole per laformazione e la vendita dei prodotti finanziari ai risparmiatori, ilrapporto da rispettare tra capitale e credito, la specializzazione,solo per dirne alcuni. Per non parlare dei reati finanziari come ilfalso in bilancio, che addirittura è oggetto di condono/amnistiamascherata atrraverso lo scudo fiscale, come del resto altri reatifinanziari.

Le banche, anche quelle italiane, debbono risponderedei loro gravi errori che hanno contribuito in modo decisivo alla crisifinanziaria e dovrebbero essere assoggettate a nuove regole severe, matra questi errori non c’è il mancato acquisto dei Tremonti bond chesono semplicemente una tangente sul sistema del credito spacciato permaggior credito alle imprese, meglio se raccontando che il sotegno èindirizzato alle piccole, cosa che in realtà è possibile solo nellafervida fantasia del Ministro dell’Economia, troppo impegnato nella suaripicca personale con le banche per rendersi conto che il sistemaeconomico ha bisogno di interventi veri a sostegno dell’economia e deiredditi. Interventi che solo lo Stato può dare e che purtroppo non dà,mentre è impegnato in queste scaramucce di potere.