Messina. I soldi c’erano

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I soldi per mettere in sicurezza i comuni in provincia di Messinac’erano; erano stati predisposti dopo le alluvioni del 2007. Eccol’ordinanza con le cifre stanziate, della cui gestione era responsabilela protezione civile siciliana, e con gli interventi previsti, da faremolto in fretta. Perché non sono stati usati, quei fondi? Dove sonofiniti?

Ordinanza n. 3668 del 17 aprile 2008:«Disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare glieventi calamitosi in ordine agli eccezionali eventi atmosfericiverificatisi nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2007 nei comunidella fascia jonica della provincia di Messina». Somme stanziate dallaRegione Siciliana: 3 + 4 milioni di euro. Responsabile dell’utilizzodel finanziamento: il commissario delegato per il superamentodell’emergenza, ovvero il dirigente generale del dipartimento dellaProtezione civile della Regione siciliana, Ing. Salvatore Cocina.

I soldi dunque c’erano. Pochi, d’accordo, e assolutamente insufficientiper la messa in sicurezza di tutto il territorio ferito dall’alluvionedel 25 ottobre 2007 [il Genio civile aveva stimato necessari interventiper oltre 50 milioni di euro]. Ma le priorità d’intervento erano stateindividuate. Giampilieri Superiore e Scaletta Zanclea erano in cimaalla lista. E se con quei soldi si fosse potuta salvare una frazione,un gruppo di case, una chiesa, o una sola vita umana e ciò non è statofatto, qualcuno ne dovrà rispondere personalmente.

«Il Presidente del Consiglio dei Ministri, visto il decreto del 21dicembre 2007 con il quale è stato dichiarato, fino al 31 dicembre2008, lo stato di emergenza in ordine agli eccezionali eventiatmosferici verificatisi nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2007nei comuni della fascia jonica della provincia di Messina; […]Ritenuto, quindi, necessario ed indifferibile porre in essere i primiinterventi urgenti per favorire il ritorno alle normali condizioni divita delle popolazioni interessate; […] Dispone:

Art. 1. Il dirigente generale del dipartimento della protezione civiledella Regione Siciliana è nominato commissario delegato per ilsuperamento dell’emergenza derivante dagli eventi di cui in premessa.Considerata l’ampiezza degli interventi da porre in essere rispettoalle risorse finanziarie attualmente disponibili, il commissariodelegato provvede […] alla predisposizione di un piano degli interventiper il superamento dell’emergenza, indicando analiticamente i soggettidestinatari delle provvidenze previste dalla presente ordinanza».

In questi giorni, sul fronte finanziamenti per la prevenzione deldisastro, abbiamo sentito di tutto. E’ stato detto che il ministerodell’Ambiente aveva messo sul tavolo 106 milioni ma poi li aveva«dirottati» alle Isole Eolie. Il comune è stato accusato di avere avutoun accredito ministeriale di 11 milioni di euro e di averlo utilizzatoin altro modo. E’ stato poi ricordato come il sottosegretario GuidoBertolaso già nel 2007 avesse promesso 240 milioni di euro dei fondi ExFintecna, poi dirottati dal governo Berlusconi per finanziare il tagliogeneralizzato dell’Ici sulla prima casa.

Il balletto politico pertogliersi di dosso qualsiasi responsabilità in merito ai 28 mortiaccertati, ai dispersi, agli sfollati, ai quartieri sventrati, hacoinvolto tutti gli enti pubblici con accuse spesso generiche e pococircostanziate. Ma qui abbiamo un’ordinanza, un documento in cui sinomina un commissario straordinario per l’emergenza, gli si danno pienipoteri, gli si consente di andare in deroga, per sveltire i tempi, allemaggiori prescrizioni burocratiche presenti nelle normative nazionali eregionali [art. 4], e di potersi anche avvalere di tecnici esterni,liberi professionisti, consulenti idraulici e geologi [art. 2] oltreche di altre 5 unità di personale a carico del Fondo della protezionecivile [art.5]. E si mettono a disposizione immediata dei fondi.

«Art. 3. […] Il commissario delegato può utilizzare ulteriori eventualirisorse finanziarie disponibili sul bilancio regionale per interventiin emergenza e per opere pubbliche […], ulteriori risorse non impegnateed economie, nel limite di 4 milioni di euro, a valere sui fondi Cipe –Apq – riqualificazione urbana […] nonché di quota parte delle risorseche si renderanno disponibili a seguito del riparto definito sulla basedel decreto del ministro delle infrastrutture di concerto con ilmMinistro dell’economia e delle finanze, in attuazione dell’art. 2,commi 92 e 93 del decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, conmodificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286 [fondi Ex Fintecna,nda]».

Dove sono andati a finire questi soldi? Perché non a Giampilieri e aScaletta? «Intanto, dei 3 milioni che erano previsti me ne sonoarrivati solo 2,5», replica l’ingegner Salvatore Cocina, dirigente deldipartimento regionale della Protezione civile e commissario delegatoper il superamento dell’emergenza post-alluvione 2007, «gli altri 4 nonli ho mai visti».

Se dovesse venire accertato, le responsabilità politiche di RaffaeleLombardo e di tutto il suo esecutivo sarebbero evidenti. Ma i soldi chec’erano? «Abbiamo effettuato un piano di priorità», risponde Cocina,«in base al quale sono stati previsti degli interventi su tutto ilversante jonico colpito dagli eventi alluvionali del 2007. Per esempio,abbiamo fatto un lavoro di messa in sicurezza a Roccalumera, e poialtri due, tre interventi piccolini nella riviera. Tutti già finiti».

EGiampilieri? Non era in cima alla lista? «Certo, infatti lì eraprevisto l’intervento più corposo, la realizzazione di una vasca dicontenimento delle frane, un lavoro di 1 milione di euro». Come mai nonè stato fatto? «C’è voluto più tempo per la progettazione, per ottenerei pareri, e perché lì si tratta di agire all’interno di proprietàprivate, con tutto quello che comporta. I soldi, poi, sono arrivatisolo ad ottobre 2008. I lavori dovevano cominciare il mese scorso, poiperò abbiamo avuto qualche ritardo nella consegna dell’appalto».

Qualche ritardo… Posto che l’ordinanza di cui sopra consentiva diandare in deroga ai regolamenti ordinari, per esempio obbligando glienti preposti a dare parere sui progetti entro sette giorni [«qualoraentro tale termine non siano resi, si intendono acquisiti con esitopositivo», art. 2 comma 4] proprio per evitare «qualche ritardo»,questa vasca di contenimento delle frane progettata e mai realizzata –benché il termine inderogabile [«indifferibile», dice l’ordinanza]fosse il 31 dicembre 2008 – , poteva essere d’aiuto alla comunità diGiampilieri? Poteva salvare delle vite umane? «Probabilmente no, quasisicuramente no», risponde Cocina.

Adesso, però, su quel probabilmente, su quel quasi, su questa ordinanzae su ciò che prevede, su questi soldi spesi e non spesi, sui ritardi amonte o a coda degli interventi di messa in sicurezza, occorre chequalcuno alla Procura si interroghi, e dia delle risposte.