Chi paga il talebano

di Massimo Fini
da Il Fatto Quotidiano n°21 (http://antefatto.ilcannocchiale.it)

In un circostanziato articolo il Times accusa i militari italiani di stanza a Surobi fino a luglio 2008 di aver pagato tangenti ai Talebani per non essere attaccati. Il ministro La Russa ha smentito sdegnosamente e querelato il Times. Ma ha aggiunto prudentemente: “Nell’estate 2008 ero ministro da poco”. Infatti c’è poco da smentire. Non è la prima volta che gli italiani si comportano così. In Libano, nel 1982, il generale Angioni si mise d’accordo con quelli che avrebbe dovuto combattere. In Iraq, dopo Nassirya, ci siamo accordati con Moqtada al Sadr e non abbiamo più avuto problemi.

In Afghanistan la novità è la tangente pagata direttamente al nemico. Un accordo c’era anche a Herat. Saltò quando, il 3 maggio 2009, un convoglio di militari italiani, con i nervi a fior di pelle, sparò a una Toyota che procedeva in senso inverso, regolarmente sulla propria corsia, uccise, decapitandola, una bambina di 12 anni e ferì tre suoi congiunti. Era una famigliola che andava a un matrimonio. Da allora gli attacchi agli italiani cessarono di essere “dimostrativi” (tanto per non insospettire troppo gli americani) e, dopo il ferimento di tre paracadutisti, a settembre ci fu l’agguato mortale a Kabul. Noi siamo alleati fedeli (come i cani) ma sleali. Gli inglesi che sono quasi gli unici a combattere sul serio, e che hanno perso solo nei mesi estivi quasi 40 uomini, si sono stufati e hanno fatto filtrare le notizie al Times.

Peraltro non sono solo gli italiani a fare i felloni. Scriveva il 19/9 l’inviato del Corriere Lorenzo Cremonesi: “Milioni arrivano ai talebani dalle tangenti versate dai contingenti occidentali in cambio di protezione”. E altri da tangenti pagate agli insorti perché permettano il passaggio dei rifornimenti dal Pakistan. Ce n’è quanto basta per farsi un’idea di chi controlla realmente il territorio in quel Paese. Come se ne esce? Parole di saggezza sono venute dal vicepresidente Usa Joe Biden che ha capito una cosa: i Talebani non hanno niente a che vedere col terrorismo internazionale, gli interessa solo il loro Paese e non costituiscono un pericolo per l’Occidente. Ha detto Biden: “I talebani sono un gruppo indigeno, ben radicato fra la popolazione, che aspira a conquistare pezzi di territorio ed eventualmente a governare il Paese ma non ambisce ad attaccare gli Stati Uniti”. E ha fatto anche capire che sarebbe possibile un accordo col Mullah Omar, disponibile a liberarsi del centinaio di quaedisti che oggi sono in Afghanistan, memore di quanto gli costò, nel 2001, la presenza di Bin Laden. Omar non è né un terrorista, né un criminale, né un pazzo, è un uomo pragmatico che firmerebbe all’istante un accordo di questo tipo: fuori gli stranieri, in cambio solide garanzie che a nessun terrorista internazionale sia permesso di circolare liberamente in Afghanistan. Nel 2000 bloccò la coltivazione del papavero, è sicuramente in grado di cacciare a pedate quattro quaedisti strapenati.

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Afghanistan, mazzette del Sismi ai talebani


di Enrico Piovesana

da www.peacereporter.net

I servizi segreti italiani pagavano mazzette ai talebani per mantenere tranquille le zone attorno a Kabul dove, fino al luglio 2008, operavano i soldati del nostro contingente, per evitare che gli insorti attaccassero le nostre pattuglie. Tale pratica non venne comunicata ai francesi quando questi subentrarono nella zona al posto degli italiani: il risultato fu il tragico attacco talebano del 18 agosto 2008, costato la vita a dieci soldati d’oltralpe. Lo ha denunciato oggi il Times di Londra, specificando che i pagamenti italiani ai talebani sono stati scoperti dalla Cia per mezzo di intercettazioni telefoniche che provavano il ricorso a questo sistema anche nella zona di Herat.
Intercettazioni che nel giugno 2008 – scrive il Times – provocarono anche una protesta dell’ambasciatore statunitense a Roma, Ronald Spogli.

Sspetti già nel 2007 dopo il rapimento di due agenti del Sismi. Proprio nella provincia di Herat, come ricorda anche il quotidiano londinese, due agenti del Sismi erano stati rapiti nel settembre 2007 mentre stavano trattando con dei capi talebani. Si trattava dei capi talebani della valle di Zirkoh, nel distretto di Shindand, dove gli italiani sovrintendevano alla costruzione di un ponte. Allora era al governo Romano Prodi, e Arturo Parisi era ministro della Difesa.
“Con il mio collega – rivelò poi uno dei due agenti segreti, liberati con un blitz delle teste di cuoio britanniche – avevo preso contatti con tutti gli esponenti della valle, compresi i talebani, per assicurare che durante la fase dei lavori non ci fossero violenze nei confronti degli impiegati della società costruttrice”. Uno dei due agenti, Lorenzo D’Auria, che era rimasto gravemente ferito durante la liberazione, morì pochi giorni dopo.

Altro che ‘conquista di cuori e menti’… Secondo una fonte Nato anonima citata dal Times, “l’intelligence italiana pagava decine di migliaia di dollari a singoli comandanti degli insorti per evitare vittime che avrebbero causato problemi politici in patria”. “Non ci si può formalizzare su queste cose – ha commentato un ufficiale alleato a Kabul – perché è sensato comprarsi i gruppi locali per mantenere bassi i livelli di violenza. Quello che è folle e non informare di questo i propri alleati”.

Altri due ufficiali Nato hanno raccontato al quotidiano britannico che nell’estate dell’anno scorso le truppe francesi che subentrarono a quelle italiane nel controllo del distretto di Surobi, a est di Kabul, non sapendo che i talebani erano stati tenuti buoni dagli italiani a suon di dollari, “pensarono di trovarsi ad operare in una zona tranquilla, dove gli italiani usavano portare i giornalisti per mostrare il successo delle loro operazioni umanitarie volte a conquistare il cuore e le menti degli afgani”.

La smentita del governo. La Russa: “Spazzatura”. “Ancora una volta il giornale londinese raccoglie spazzatura”, la secca smentita del ministro della Difesa, Ignazio La Russa. “Il Governo Berlusconi – aggiunge una nota di Palazzo Chigi – non ha mai autorizzato né consentito alcuna forma di pagamento di somme di danaro in favore di membri dell’insorgenza di matrice talebana in Afghanistan, né ha cognizione di simili iniziative attuate dal precedente governo. A riprova di ciò, è sufficiente ricordare che soltanto nella prima metà dell’anno 2008 i contingenti italiani schierati in Afghanistan hanno subito numerosi attacchi e, specificamente nell’area del distretto di Surobi, il 13 febbraio 2008, nel corso di uno di questi è rimasto ucciso il Sottotenente Giovanni Pezzullo. Si esclude altresì – prosegue la nota – che l’ambasciatore degli Stati Uniti a Roma abbia, all’inizio del mese di giugno 2008, inoltrato al governo italiano un formale reclamo da parte del suo Paese in relazione ad ipotetici pagamenti in favore dell’insorgenza talebana”.

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Caro Ignazio… non confermare la mia ipotesi….

di www.duffysblog.com

A volte le cose non accadono per pura casualità.
Nell’ultimo periodo, una serie di eventi mi ha lasciato alquanto perplesso, forse perplesso non è il termine adatto. Ripercorriamo questa serie di eventi e proviamo a capire se è tutta casualità o meno.

* l’attentato in Afghanistan che coinvolge militari italiani
* l’arresto di uno scienziato del CERN, accusato di essere in contatto con Al-Qaeda
* l’ambiguo “attentato” a Milano
* il Times che accusa il governo italiano di aver pagato “tangenti” ai Talebani

Come
avevo già scritto qualche giorno fa, in Afghanistan il comandante generale delle forze USA-NATO ha chiesto insistentemente l’invio di nuove truppe, almeno 50.000 da parte degli USA e altrettante dai Paesi NATO. E’ già trapelata la notizia che Obama nel silenzio più totale ha inviato in sordina i primi 13.000, senza dire ovviamente niente. In Europa invece, tra i Paesi NATO, cosa succede ? Gordon Brown e Zapatero hanno subito dato disponibilità all’invio di nuove truppe, Sarkozy a quanto pare invece non invierà nessun nuovo contingente. E l’Italia ? Setimana prossima a Bratislava si terrà un meeting della NATO, dove parteciperanno i Ministri della Difesa dei Paesi membri.

Cosa dichiarerà il buon Ignazio ? Non so a voi, ma io ho una forte sensazione che tutta questa serie di eventi serva come al solito a rafforzare la paura dei terroristi, le solite cavolate su Al-Qaeda e il fondamentalismo islamico. Questo attacco “diretto” a Milano puzza veramente di marcio secondo me, è veramente poco credibile. Come secondo me è ancor meno credibile la questione delle tangenti pagate ai Talebani. Vedo tutto questo come un ricatto psicologico, per l’intera nazione. Più la gente penserà che il corrotto Berlusconi possa arrivare a fare un gesto simile, più accetterà di buon grado invece il fatto di poter mandare nuove truppe in Afghanistan, a svolgere bene il ruolo di membri della NATO. Demenziale questa trappola psicologica.

Le accuse allo scienziato del CERN saranno false come sostiene il fratello ? (fonte)
L’attentatore libico di Milano ? Chi è ? Per chi lavora o lavorava ?
Perché nessuno dei media “perde” tempo a ricordare del fatto che i Talebani e Al-Qaeda sono stati creati, finanziati e armati dalla CIA ? Perché nessuno ricorda al pubblico che sull’11 settembre si sono dette solo menzogne ? Perché nessuno ricorda che Tony Blair, il futuro presidente dell’Unione Europea sotto il vincolo orwelliano del Trattato di Lisbona, è accusato di crimini di guerra per aver portato una guerra ingiustificata in Iraq, con il famoso falso rapporto della presenza di armi di distruzione di massa ?

Il buon Ignazio mi smentirà ? Io sento puzza di invio di nuove truppe italiane in Afghanistan. Vedremo come andrà a finire.