Gran Bretagna, schedature di massa per gli attivisti politici

di Luca Galassi
da www.peacereporter.net

Unità speciali della polizia archiviano ‘illegalmente’ migliaia di dati e immagini di chi prende parte a manifestazioni e proteste

La polizia britannica dovrà rispondere delle attività intraprese nei confronti di migliaia di manifestanti i cui dati sono stati raccolti e archiviati nei database nazionali. L’Authority per la tutela della privacy ha espresso infatti “profonda preoccupazione” per la crescente quantità di informazioni personali trattenute dalla polizia, dopo che la stampa ha rivelato come le forze dell’ordine abbiano creato, negli ultimi anni, un apparato nascosto per il controllo delle persone che considerano “estremisti domestici”.

Migliaia di attivisti che hanno partecipato a incontri e manifestazioni politiche di piazza sono stati oggetti di monitoraggio da parte di Scotland Yard anche se non hanno commesso reati o non sono oggetto di indagini giudiziarie. Il quotidiano britannico ‘Guardian’ ha rivelato che esistono tre unità speciali della polizia britannica, dedicate a combattere l’estremismo domestico, che ricevono oltre dieci milioni di sterline di fondi pubblici e constano di almeno 100 poliziotti.

L’attività di queste unità è gestita attraverso un database elettronico che elenca migliaia di cosiddetti ‘estremisti domestici’ individuati a incontri politici, cortei, manifestazioni. Nel sistema sono presenti anche le loro targhe automobilistiche. In alcuni casi tale programma di monitoraggio si presta al ridicolo, se non al grottesco. Un uomo senza alcun trascorso criminale è stato fermato 25 volte in meno di tre anni perchè sulla sua macchina era stato applicato un adesivo di una piccola protesta a cui aveva partecipato in un paesino gallese. Una protesta contro la caccia alle anatre e ai fagiani.

Il paradosso è spiegato dall’Association of Chief Police Officers (Acpo), che coordina le operazioni, con la necessità di combattere i reati commessi dagli attivisti per i diritti degli animali, reati particolarmente violenti negli anni passati. Recentemente, riconoscono i poliziotti dell’Acpo, tali reati sono diminuiti, ma le unità che si occupano dell’estremismo domestico’ abbracciano uno spettro politico molto ampio, che va dai gruppi contro la guerra agli ambientalisti che hanno compiuto esclusivamente azioni non violente. La schedatura di migliaia di persone ha però fatto sorgere “forti preoccupazioni” all’Information Commissioner britannico, l’equivalente del Garante per la privacy, che ha deciso oggi di chiedere conto ai capi della polizia di tale sistema di controllo, affermando che il termine ‘estremismo domestico’ non ha basi legali.

Il portavoce del settore Giustizia del Partito liberaldemocratico, David Howarth, ha detto che “un minestrone di agenzie poliziesce sembra aver deciso di mettere nella lista dei sospetti chiunque protesti contro qualcosa in questo Paese”. Il Garante per la privacy, Christopher Graham, ha sollecitato gli attivisti che sospettano essere nella ‘lista nera’ dell’Acpo di rivolgersi alla polizia e chiedere che i loro dati personali vengano loro rivelati.

L’unità che si occupa dell’ordine pubblico, dopo un’indagine giudiziaria finalizzata a verificare la legittimità della conservazione di foto e altri files relativi a ‘semplici pacifisti’ ha dovuto ridurre il mese scorso il suo database da 2.500 foto a 1.500. Il 40 percento delle immagini era infatti stato raccolto in violazione delle leggi sulla privacy, il Data Protection Act.

Il comico britannico Mark Thomas, il cui nome è tra quelli negli archivi della polizia, ha detto al quotidiano britannico che userà il termine ‘estremista domestico’ nei poster del suo prossimo spettacoli.