Crimini d’odio

di Stefano Rizzo
da www.aprileonline.info

“Nessuno negli Stati Uniti dovrebbe mai avere paura di camminare mano nella mano con la persona che ama”. Con queste parole Barack Obama ha firmato mercoledì scorso la legge intitolata a Matthew Sheperd, uno studente del Wyoming assassinato undici anni fa perché era gay. Presenti alla cerimonia c’erano i genitori del ragazzo ucciso e membri della famiglia del senatore Ted Kennedy, che a lungo aveva sostenuto la legge, ma era morto prima di poterla vedere approvata

A chi sostiene che oggi, nel XXI secolo, non c’è più differenza tra destra e sinistra, che la politica è convergenza al “centro” e che non ci sono più discrimini valoriali tra i partiti, vale la pena ricordare la storia di questa legge e di quelle che l’hanno preceduta. La prima legge contro i crimini d’odio, con specifico riferimento alla razza, all’origine nazionale e alla religione di appartenenza della vittima, è del 1969, e costituisce l’ultima conquista della ventennale battaglia per i diritti civili che, sotto le presidenze democratiche di John Kennedy e di Lyndon Johnson, portò all’approvazione delle leggi del 1964 e del 1968.

Dopo la lunga stagione repubblicana, in cui sotto la spinta degli evangelici cristiani prevalse nel paese una diffusa omofobia (e misoginia), sotto la presidenza democratica di Bill Clinton venne emanata nel 1994 una nuova legge che includeva tra i crimini di odio anche quelli contro gli omosessuali o comunque motivati dal reale o percepito orientamento sessuale della vittima. Clinton aveva cercato di porre fine alla discriminazione nei confronti dei gay nell’esercito, ma, sotto i violentissimi attacchi della destra e dei generali, aveva dovuto fare marcia indietro accontentandosi dell’equivoca formula “non dire e non chiedere”. Tuttavia, la legge del 1994 costituì un importante passo in avanti rendendo un reato federale le minacce o le aggressioni motivate dall’identità sessuale della vittima e aumentando drasticamente le pene.

Dopo otto anni di presidenza repubblicana, il nuovo Congresso a maggioranza democratica ha approvato ora la legge più aperta e generale sui crimini d’odio: non solo la razza e la religione, come nella legge del 1969, non solo l’orientamento sessuale come in quella del 1994: d’ora in poi saranno puniti anche i reati di minaccia, gli insulti, la violenza fisica nei confronti delle diverse identità sessuali, menzionando specificamente le persone transgender, o transessuali. La legge federale si aggiunge a quelle che molti stati (ma non tutti) hanno approvato in questi anni, prevedendo aggravanti e obbligando i procuratori federali ad intervenire.

Una legge giusta e anche una legge necessaria. Negli ultimi anni, contrassegnati dal fervore religioso dei “rinati in Cristo” che hanno dominato la Casa bianca (George Bush era tra questi), sono aumentate drammaticamente le aggressioni contro gli omosessuali e i transessuali: le statistiche dicono che nel 2008 ne sono stati uccisi 29 e molte migliaia sono stati feriti in modo grave. Ma è soltanto la punta dell’iceberg. Come ha detto Obama firmando il provvedimento, occorre combattere per porre fine a questi crimini odiosi, il cui scopo “non è soltanto di spezzare le ossa, ma di spezzare lo spirito, non è soltanto di provocare danni fisici, ma di inculcare la paura.”

La legge Sheperd non porrà automaticamente fine all’omofobia e alla discriminazione basata sul sesso, naturale o acquisito, ma è un incoraggiamento a riconoscere la piena legittimità della diversità, a rispettare la sessualità, comunque si manifesti, purché non sia violenza e sfruttamento dei più deboli. Un presidente democratico ha dimostrato che i valori di libertà e di tolleranza non sono parole vuote, buone per tutti gli usi, ma che distinguono ancora oggi la destra dalla sinistra, in America e, come tristemente sappiamo, in Italia.

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Obama firma legge sui reati contro gli omosessuali

di Luca Galassi
da www.peacereporter.net

La violenza contro gay, lesbiche, bisessuali e trans da oggi negli Stati Uniti verrà considerata come ‘hate crime’, un reato ispirato dall’odio.

Il provvedimento di legge è stato firmato oggi dal presidente Usa Barack Obama, come emendamento al Defense Authorization Act dopo anni di dispute tra detrattori e sostenitori di un provvedimento in tal senso. Il dibattito sul tema era iniziato nel 1998, quando Matthew Shephard, uno studente gay del college del Wyoming è stato ucciso a causa del suo orientamento sessuale. Da allora è nata una battaglia durata un decennio fra liberal e conservatori che si è conclusa ieri con la firma, dopo la quale Obama ha ricevuto alla Casa Bianca alcuni attivisti gay e i genitori dello studente ucciso. A riguardo, Obama ha detto che “è necessraio comprendere che bisogna opporci ai crimini ispirati all’odio, non solo quando sono diretti alla violenza fisica, ma anche a quella morale, non solo quando inliggono ferite al corpo, ma anche quando producono paura. Bisogna comprendere che i diritti che la Costituzione contempla per ogni cittadino non significano nulla se non vengono tutelati, sia da leggi ingiuste che atti violenti”.

A seguito dell’omicidio dello studente del Wyoming, Camera e Senato hanno approvato separatamente l’estensione degli ‘hate crimes’ numerose volte. Ma i Repubblicani del Congresso hano ripetutamente utilizzato tattiche legislative tese a bloccare i passaggi finali, con la motivazione che la maggior parte di tali crimini ricade in leggi contenute in altri codici. La legge è stata osteggiata da gruppi conservatori come il Traditional Values Coalition, secondo il quale la nuova normativa includerà “i comportamenti omosessuali, così come travestitismo, e transessualità in minoranze protette da leggi federali”.

La nuova legge completa un provvedimento federale del 1968 che punisce chi prende di mira un individuo per la sua razza, religione o nazionalità. Sotto tale disposizione, i magistrati possono comminare pene più severe per crimini motivati dall’odio, e il Dipartimento di giustizia può collaborare con i dipartimenti di polizia nel perseguirli.

Secondo l’Fbi, la polizia giudiziaria statunitense ha riportato 7.624 reati d’odio nel 2007, anno in cui sono disponibili i dati. Metà di questi sono stati a sfondo razziale, e il 17 percento a sfondo omosessuale.

Nonostante la misura rappresenti un passo avanti in un’America ancora dominata da elite conservatrici e tradizionaliste, numerosi attivisti per i diritti degli omosessuali attendono con impazienza che provvedimenti più concreti vengano messi in atto, e rimangono critici nei confronti di Obama per non aver ancora abrogato la legge del “Don’t ask, don’t tell” (che non consente ai soldati di rivelare apertamente il proprio orientamento sessuale) e il Defense of Marriage Act, che consente agli Stati nei quali i gay non possono sposarsi di non riconoscere coppie gay che hanno contratto matrimonio in Stati dove ciò è consentito.