Ci hanno rubato l’acqua

di Carla Ronga
da www.aprileonline.info

Con 302 sì, 263 no e nessun astenuto, l’aula della Camera approva, in via definitiva, il decreto Ronchi “salva- infrazioni”. La privatizzazione dell’acqua è legge. La protesta del Forum italiano dei movimenti per l’acqua: mani blu e catene davanti a Montecitorio. Regioni e Comuni scendono in campo. 20 marzo manifestazione nazionale

302 deputati hanno rubato agli italiani l’acqua. Mentre dal 2007 giace in Parlamento una legge di proposta popolare firmata da 400mila cittadini che chiedono che l’acqua resti pubblica. Così, al megafono, rappresentanti del coordinamento romano dell’acqua pubblica del Forum italiano dei movimenti dell’acqua, con striscioni contestano la riforma dei servizi idrici locali contenuta nel Dl Salva-infrazioni su cui il governo ha ottenuto la fiducia e che oggi è stato convertito in legge.

L’Articolo 15 del provvedimento licenziato dal parlamento da un lato ribadisce come la proprietà dell’acqua sia pubblica; dall’altra però manda in soffitta tutte le gestioni in house entro il 31 dicembre 2011 a meno che entro questa data la società che gestisce il servizio non sia per il 40% affidata a privati.

La norma, in particolare, prevede due modalità per la gestione dell’acqua in via ordinaria ed un’altra in via straordinaria. Si stabilisce così che la gestione del servizio idrico debba essere affidato ad un soggetto privato scelto tramite gara ad evidenza pubblica oppure ad una società mista (pubblico-privato) nella quale il privato sia stato scelto con gara.

Oppure, ed è il caso straordinario, la gestione del servizio idrico può essere affidata (“in casi eccezionali”) in via diretta, vale a dire senza gara, ad una società privata o pubblica. In tal caso, però, si deve in primo luogo trattare di una società in house, ossia una società su cui l’ente locale esercita un controllo molto stretto; in secondo luogo, l’ente locale deve presentare una relazione all’Antitrust in cui motiva la ragione dell’affidamento senza gara. In terzo luogo, l’Antitrust deve dare il proprio parere. Poiché, come noto, ad oggi sono già moltissimi i casi di affidamento in house, il decreto mette nero su bianco il da farsi nella fase transitoria. Il provvedimento, infatti, prevede nel dettaglio che le gestioni in house debbano tutte decadere entro il 2011, a meno che entro questa data la società che gestisce il servizio non sia per il 40% affidata a privati. Resta comunque possibile per la società spiegare all’Antitrust i motivi per cui ricorra il caso straordinario che permette l’affidamento diretto.

Nella sostanza, però, si stabilisce che cesseranno tutti gli affidamenti in house al 31 dicembre 2011 visto che potranno proseguire fino alla naturale estinzione del contratto solo quelle società in house che si trasformeranno in una società mista con un 40% in mano ai privati. Di fatto, insomma, con l’attuale formulazione dell’articolo 15 si obbligano gli enti locali a mettere sul mercato l’acqua.

Mani blu e catene per dire che “questo furto non passerà”. Esponenti del Forum per l’acqua si sono incatenati alle inferriate adiacenti a Montecitorio e hanno aperto gli striscioni. Le forze dell’ordine hanno tagliato le catene con dei tronchesini, ma la manifestazione non si è fermata.
In cantiere ci sono una serie di iniziative che sfoceranno in una “grande manifestazione nazionale a Roma il 20 marzo”.

Il Forum chiederà “a tutte le Regioni di impugnare la legge perché è incostituzionale e già alcune Regioni come Puglia, Emilia Romagna e Piemonte” si stanno dirigendo su questa strada; “diremo a tutti i Comuni che possono sottrarsi, con modifiche ai loro Statuti, definendo il servizio idrico come “privo di rilevanza economica” come ha fatto al Puglia che ha trasformato l’acquedotto da Spa in ente di diritto pubblico”.

Quanto all’Europa, “non ci impone niente”. L’argomentazione utilizzata è un alibi per privatizzare la gestione dell’acqua. “Ogni Stato membro – spiegano i manifestanti – decide quali servizi mettere sul mercato e solo in questo caso l’Europa impone di fare le gare e permettere a tutti di partecipare.

Infatti in Olanda il servizio idrico è pubblico e in Francia a partire da Parigi si sta tornando in questa direzione e l’Europa non dice nulla”. Anche perché, proseguono, il Trattato di Lisbona prevede il “principio di neutralità”.

Il Forum valuterà “collettivamente” la raccolta di firme per il referendum e alla fine, fanno capire, ci dovrebbero essere, ma, polemizzano, “sono anni che ci occupiamo di questa tematica e un referendum non si improvvisa. E’ necessaria una mobilitazione diffusa”, dicono riferendosi ai partiti politici (IdV, Verdi e Prc) che hanno già annunciato la raccolta di firme per abrogare la legge. “Comunque abbiamo già inviato una lettera a chi ha annunciato che raccoglierà le firme. Noi avremo una riunione del coordinamento nazionale il 28 novembre”.

Michele Mangano, presidente nazionale Auser, spiega che si tratta di un “provvedimento che non tiene conto né della tutela di una risorsa fondamentale e preziosa come l’acqua, né dell’interesse dei cittadini. L’acqua è un bene pubblico essenziale ed è inaccettabile che invece di migliorare un servizio alla fine si favoriscano solo interessi privati. Un provvedimento che in alcune regioni italiane costituisce un regalo alla criminalità organizzata”.

Del resto questo Governo negli ultimi mesi non si è distinto nelle strategie sul piano della legalità. Pensiamo al condono fiscale, all’affido ai privati della gestione dei rifiuti solidi urbani, alla proposta di mettere in vendita i beni confiscati ai mafiosi. Una mappa di interventi inquietanti. Non si può più rimanere indifferenti, tutti questi provvedimenti incideranno profondamente nella vita di tutti i cittadini e affonderanno l’Italia nell’illegalità.

Intanto, a Montecitorio , con 302 sì, 263 no e nessun astenuto, l’aula della Camera ha approvato, in via definitiva, il decreto Ronchi “salva- infrazioni” . Diventa quindi legge il provvedimento che contiene la riforma dei servizi pubblici locali, tra cui la privatizzazione dell’acqua.

A votare a favore sono stati Pdl, Lega e Mpa. Hanno votato contro Pd, Idv, Udc, minoranze linguistiche. (Ieri, l’aula aveva accolto un ordine del giorno della Lega che impegna il governo a valutare deroghe alla liberalizzazione della gestione dell’acqua per i Comuni più virtuosi. Sulle votazioni agli ordini del giorno la maggioranza era andata ‘sotto’ ben quattro volte. Alla fine il ministro per le Politiche europee Andrea Ronchi ha deciso di accogliere come raccomandazioni tutti gli odg, compresi quelli dell’opposizione).