La violenza domestica è una forma di tortura

di Tove K.Hörnelius*
da www.peacereporter.net

Secondo Radhika Coomaraswamy, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla Violenza contro le donne, la violenza domestica può essere equiparata alla tortura o trattamento crudele, disumano e degradante, ai sensi dell’Intesa Internazionale sui diritti Civili e Politici, e della Convenzione Contro la Tortura ed Altri Trattamenti o Punizioni Crudeli, Disumani o Degradanti.

Infatti, la violenza domestica presenta le quattro caratteristiche fondamentali che qualificano la tortura: 1) provoca grave dolore fisico o mentale, 2) viene inflitta intenzionalmente, 3) per fini specifici e 4) ha una qualche forma di implicazione ufficiale, sia essa attiva o passiva.
In base alla normativa internazionale dei diritti dell’uomo, gli Stati hanno non solo il dovere di astenersi dal commettere violazioni dei diritti dell’uomo, ma anche hanno quello di prevenirle e dare una risposta efficace alle violenze.

Secondo l’ISTAT 2 milioni 938 mila donne hanno subito violenza fisica (12 percento) o sessuale (6,1 percento) dal partner attuale o dall’ex partner. Le più comuni forme di violenza fisica sono l’essere stata spinta, strattonata, afferrata per i capelli o storcendo un braccio (63,4 percento); minacciate di violenza fisica (48,6 percento), l’essere stata presa a schiaffi, pugni, calci, morsi (47,8 percento), l’essere stata colpita con oggetti (25,2 percento), subito la minaccia o l’uso di coltello o pistola (6,8 percento) o un tentativo di strangolamento o soffocamento (6,6 percento).

Analizzando i tipi di violenza sessuale subita , al primo posto si collocano i rapporti sessuali indesiderati (70,5 percento), seguiti dallo stupro (26,6 percento), dall’essere stata forzata ad attività sessuali considerate umilianti (24,0 percento), dal tentato stupro (21,1 percento) e dall’essere forzata ad avere rapporti sessuali con altre persone (3,1 percento). Solo il 18,2 percento delle donne che hanno subito violenza fisica o sessuale in famiglia considera la violenza subita un reato. Solo il 7,3 percento della violenza in famiglia è stata denunciata.

Le donne che hanno subito più violenze dai partner nel corso della vita, nel 35,1 percento dei casi hanno sofferto di depressione a seguito dei fatti subiti, perdita di fiducia e autostima (48,8 percento), sensazione di impotenza (44,9 percento), disturbi del sonno (41,5 percento), ansia (37,4 percento), difficoltà di concentrazione (24,3 percento), dolori ricorrenti in diverse parti (18,5 percento), difficoltà a gestire i figli (14,3 percento), idee di suicidio e autolesionismo (12,3 percento).

Perchè ci sono poche denunce? E’ ancora l’omertà o l’ignoranza che fa negare l’evidenza? Si parla quotidianamente di queste tematiche e nonostante ciò vince il silenzio.

*Presidente fondatore di Etta Sos, nel 1998 ottiene il diploma di formazione per esperti nella riabilitazione e nella psicoterapia sull’abuso e la violenza dalla Federazione Italiana Psicologi. Etta Sos è un’ associazione non profit che ti dà la possibilità di chiedere aiuto in ambito psicosociale, terapeutico e giuridico. www.ettasos.com