Stop alla Ru486

di Redazione
da http://www.italialaica.it/

Si dovrà attendere un parere tecnico del ministero della Salute sulla compatibilità tra la legge 194 sull’aborto e la nuova pillola abortiva. Lo ha stabilito la commissione Sanità del Senato

Ci sono coincidenze che inducono pensare. Siamo in piena settimana di iniziative, dichiarazioni, manifestazioni, contro la violenza alle donne. C’è solo l’imbarazzo della scelta: ognuno a modo suo: il Presidente della Repubblica lo denuncia, la Ministra delle Pari Opportunità lo esterna, l’Associazione donne evangeliche offre un opuscolo di preghiere intitolato “16 giorni per vincere la violenza”.

Il coro sembra unanime ma poi capita di leggere Stop alla commercializzazione della pillola abortiva Ru486. Si dovrà attendere un parere tecnico del ministero della Salute sulla compatibilità tra la legge 194 sull’aborto e la nuova pillola abortiva. Lo ha stabilito la commissione Sanità del Senato. In che mondo viviamo? La pillola RU486 non serve per rendere meno traumatico l’aborto? A risparmiare una parte della violenza a cui la donna che ha scelto di abortire deve sottostare?

La volontà di lottare contro la violenza sulle donne non è così unanime come si dice: ci sono forze politiche in Parlamento, Lega e Pdl tanto per non fare nomi, che sono dalla parte dei violentatori. Impongono che sia violento un atto che potrebbe non esserlo. Se si fanno le debite differenze anche lo stupro rende violento e imposto un atto che normalmente è fonte di piacere se frutto di libera scelta.

Purtroppo non c’è follia dietro alla decisione della Commissione sanità del Senato, ma volgare calcolo politico. Sanno bene che se non ci fosse già, la compatibilità formale con la Legge 194 si può facilmente introdurre. S’intende, invece, compiacere la gerarchia cattolica e i suoi seguaci integralisti ossessionati dalla preoccupazione che l’aborto cessi di essere fonte identitaria e discriminante dentro e fuori la Chiesa cattolica.

Deve restare, finché possibile, fonte di colpevolezza per la donna, strumento di violenza contro la sua libertà di scegliere un male minore, come pure è lecito in tante altre circostanze e come consente la stessa Legge in vigore.

Se non fosse tragica questa ostinazione si rivelerebbe ridicola come si è visto negli Usa, dove il vescovo di Providence, Thomas J. Tobin, “ha invitato a non accostarsi alla comunione” il giovane deputato Patrick Kennedy dando istruzione ai preti della diocesi di non dargliela. La sua colpa?

Non aver condiviso il ricatto imposto al Presidente Obama da parte dell’episcopato statunitense in merito all’approvazione della Riforma sanitaria. In cambio del voto dei parlamentari cattolici “obbedienti” ha dovuto togliere la possibilità che l’intervento abortivo fosse contemplato nelle prestazioni assicurate dalla legge.

Non sarebbe, invece, ridicola la proibizione del cardinale Bertone se l’avesse imposta ai preti italiani nei confronti dei politici amici di mafiosi, bancarottieri, inquinatori evasori …, invece di limitarsi ad esortarli a ricostruire il tessuto della convivenza pacifica, della solidarietà, della comunità.

C’è da rallegrarsi che non sono così tutti i seguaci di quel giovane arrestato di nome Gesù come lo chiama Erri DeLuca nel confrontarlo con il suo quasi coetaneo Stefano Cucchi anche lui pestato a morte dopo essere stato arrestato. In questi giorni alcuni di loro stanno dando il meglio di sé impegnandosi con l’appello di Luigi Ciotti a non svendere i beni dei mafiosi confiscati e la “maledizione” di Alex Zanotelli contro i “privatizzatori” dell’acqua.