L’ordine del creato e le creature disordinate

di Franco Buffoni
da www.italialaica.it

Il suddito pontificio Giacomo Leopardi – che per terrore del freddo rinunciò alla cattedra universitaria in Germania (filologia classica e studi danteschi) – a Roma non poté lavorare nemmeno come bibliotecario per il rifiuto ad indossare l’abito talare.

A Leopardi – suddito pontificio dissidente – ho spesso pensato nelle scorse settimane di apparente resa “ai preti”, che “possono ancora e potranno eternamente tutto”. (Dalla Lettera a Luigi De Sinner del 22 dicembre 1836: “La mia filosofia è dispiaciuta ai preti, i quali e qui e in tutto il mondo, sotto un nome o sotto un altro, possono ancora e potranno eternamente tutto”).

DIRIGENTI POLITICI E RELIGIOSI

Violenza fisica e violenza morale sono strettamente connesse: non si può pensare di condannare l’una giustificando allo stesso tempo l’altra. Ricordo la direttiva approvata dal Parlamento europeo il 26 aprile 2007 che – riprendendo l’art. 13 del trattato di Amsterdam, disatteso dall’Italia – ribadisce l’invito agli stati membri “a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso” e condanna “i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali”.

E i nostri deputati, nel bocciare la proposta di legge Concia, hanno fatto riferimento a “privilegi” che si sarebbero “concessi” agli omosessuali e di “attentato alla libertà di pensiero” (ovviamente di cattolici, fascisti e leghisti). Spingendo sempre più ai margini della cittadinanza il 10% dei cittadini.

Perché cito Leopardi e leopardianamente “i preti”, e non me la prendo direttamente con i parlamentari italiani? Perché il vero scontro in atto non è tra il Parlamento italiano e gli omosessuali, ma tra il Vaticano e il Parlamento europeo, alias tra il Vaticano e la modernità.

Prendersela con questo Parlamento italiano di nominati sarebbe fin troppo facile e riduttivo. Più interessante cercare di capire le ragioni profonde dello scontro.

Le bestie nere del Vaticano nell’ultimo decennio si chiamano Gender Theory e Relativismo.

GENDER THEORY

“Donne non si nasce, si diventa”, diceva Simone de Beauvoir. Chi nasce di sesso femminile è indotto a crescere come la sua società ritiene che debba essere una donna. Lo stesso potrebbe dirsi per l’omosessuale, almeno per quanto attiene alla sfera della cosiddetta “omofobia interiorizzata”, cioè a quelle istanze antiomosessuali prevalenti nel mondo sociale che il bambino inconsapevolmente assorbe e poi volge in primis contro se stesso.

In sostanza, l’identità sessuale di ogni persona è stabilita dal sesso biologico, dall’identità di genere (il sentirsi maschio o femmina), dal ruolo di genere (i comportamenti che ogni cultura definisce appropriati per un maschio e per una femmina) e dall’orientamento sessuale. L’orientamento sessuale nulla ha a che fare con l’identità di genere.

Genere maschile, specie omosessuale/eterosessuale; genere femminile, specie omosessuale/eterosessuale. Desiderare la donna non è una prerogativa solo del genere maschile, e desiderare l’uomo non è una prerogativa solo del genere femminile.

La conseguenza più drammatica della sovrapposizione del genere alla sessualità consiste nel dare per scontato il secondo in base al primo, dalla nascita. Questo è il fondamentale luogo comune da sfatare. Il sesso biologico si riconosce subito (salvo in alcuni particolari casi); per l’orientamento sessuale occorre attendere almeno un decennio. Ed è proprio questa sovrapposizione, questo luogo comune, la causa di inenarrabili sofferenze, ambiguità, menzogne, isolamenti, crisi esistenziali e quant’altro.

In sintesi: conta non il sesso biologico ma l’orientamento sessuale. Da qui la necessità di codificare nuovi diritti umani, sessuali e riproduttivi.

Judith Butler è la studiosa statunitense che maggiormente ha contribuito alla codificazione di una Gender Theory. In base alla quale, nel mondo moderno, la differenza tra uomo e donna finisce inevitabilmente con l’essere più un fatto sociale che biologico e l’omosessualità diviene un destino culturalmente accettabile.

Da qui il conflitto con il Vaticano. L’ultimo proclama l’ha lanciato l’8 ottobre scorso il segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, mons. Robert Sarah. Che ha definito la Gender Theory “una ideologia omicida”. Per mons. Sarah, la Gender Theory ”destabilizza il senso della vita coniugale e familiare, si oppone all’identità sponsale della persona umana, alla complementarietà antropologica tra l’uomo e la donna, al matrimonio, alla maternità e alla paternità, alla famiglia e alla procreazione”. Si tratta, per Sarah, di una ”ideologia irrealistica e disincarnata”, ”che nega il disegno di Dio”, e che spinge la società a ”forgiare il genere maschile e femminile a seconda delle scelte mutevoli dell’individuo”. ”Essendo il diritto di scelta il valore supremo di questa nuova etica, l’omosessualità diventa una scelta culturalmente accettabile, e la possibilità di questa scelta viene in tal modo promossa”.

L’ORDINE DEL CREATO

Il mio obiettivo è di coniugare la riflessione sull’omosessualità a quelle sull’ateismo e sulla diffusione della cultura scientifica perché sono convinto che una vera e profonda accettazione dell’omosessualità nelle nostre società non possa che conseguire all’affrancamento dal retaggio abramitico. Quel retaggio in virtù del quale si ritiene che un “creatore” abbia voluto generi e specie così come sono, immutabilmente: l’ordine del “creato”.

Da tale retaggio viene l’ottuso trincerarsi di molti dietro al cosiddetto “diritto naturale”. Da qui i feroci attacchi da parte dei vari fondamentalismi abramitici – in primis quello vaticano – contro il movimento gay e la Gender Theory.

Costoro non hanno digerito Darwin; costoro – se messi alle strette – giungono a inventarsi la teoria dell’Intelligent Design. Per costoro le rivendicazioni femministe e gay vanno contro l’ordine naturale e dunque contro la creazione. (Lo dicevano anche delle suffragette di un secolo fa). Con costoro non si può discutere: costoro devono solo essere sconfitti politicamente. Come è avvenuto in Spagna e come purtroppo non sta avvenendo in Italia.

DIRITTI RIPRODUTTIVI

Procrea chi vuole, chi se la sente di prendersi la responsabilità di crescere una giovane vita. Questo è stato definitivamente sancito dalla Conferenza del Cairo su Popolazione e sviluppo del 1994: “I diritti riproduttivi fanno parte dei diritti umani. Ogni SINGOLO individuo ha il diritto di decidere quanti figli avere e quando; e ad essere scientificamente informato onde ottenere il massimo possibile di salute sessuale e riproduttiva, libero da ogni discriminazione, coercizione e violenza”.

In Italia ai single non è consentito accedere all’istituto dell’adozione. In Francia è possibile dal 1966; in Inghilterra dal 1976. E perché in Italia, dove fino al terzo mese è consentito l’aborto, è invece illegale la selezione degli embrioni basata sulla diagnosi pre-impianto? Qui siamo davvero al paradosso e al ridicolo. Qui la deriva biologistica e antiscientifica della Chiesa cattolica e del Parlamento italiano tocca il fondo, riducendo il giudizio sull’”idoneità” di una coppia a crescere un minore alla “natura” del loro sesso; e riducendo la nascita di una persona alle avventure e disavventure di un embrione. Per non parlare di morte e testamento biologico. Finché queste ossessioni ricadono all’interno della stessa Chiesa cattolica sono fatti loro, ma quando per via dei parlamentari cattolici, fascisti e leghisti è l’intera società a subirle…

È NATURALE… ?

È naturale produrre il fuoco, mungere e addomesticare gli animali, arare il suolo, produrre frutti attraverso innesti, far fermentare l’uva? È naturale produrre energia, fabbricare plastica, telefonare, accendere la luce? A cattolici, leghisti e fascisti questo non interessa. Cattolici e assimilati il problema se lo pongono solo per l’omosessualità e per la procreazione assistita.

Siamo ormai una specie troppo poco “naturale” per parlare di che cosa è naturale. Per gli appartenenti alla sapiens-sapiens, oggi, “naturale” dovrebbe essere l’accentuazione di educazione, gentilezza, civiltà: umanizzare il mondo, diceva Rilke. La sapiens-sapiens è diventata tale proprio perché si è distanziata dalla natura, dalla animalità. Infine, la natura non disdegna affatto l’omosessualità. In molte specie l’accoppiamento omosessuale è un dato di consuetudine anche in presenza di individui del sesso opposto. E non solo in cattività. Inoltre, in molte specie vicine all’homo sapiens il sesso è slegato dal ciclo riproduttivo. E questo è fondamentale: la separazione tra sessualità e procreazione.

IL DIRITTO NATURALE

La teoria del diritto naturale, o giusnaturalismo – alla quale cattolici, leghisti e fascisti ancora oggi si rifanno – postula l’esistenza di una serie di princìpi eterni e immutabili, inscritti nella natura umana, cui si dà il nome di diritto naturale. Il diritto positivo (cioè il diritto effettivamente vigente) non sarebbe altro che la traduzione in norme di quei principi. Per le Chiese ovviamente si tratta dei princìpi dettati dai loro testi sacri: la Bibbia, il Corano… Per gli studiosi laici ottocenteschi i princìpi furono quelli di giustizia e di equità, oppure concezioni quali il popolo, lo stato. Non essendoci accordo sui princìpi (a meno che essi non siano imposti da un potere autoritario, alias da uno stato etico), il fondamento stesso della teoria del diritto naturale cominciò ad essere considerato obsoleto già alla fine dell’Ottocento.

IL GIUSPOSITIVISMO

Verso la fine dell’Ottocento si afferma il positivismo giuridico o giuspositivismo che, contrapponendosi al giusnaturalismo, asserisce che il diritto è solo ed esclusivamente diritto positivo, e non c’è alcuno spazio per alcun diritto naturale trascendente il diritto positivo. Il diritto si sposta così dal campo del trascendente a quello dell’immanente, dal dominio della natura a quello della cultura.

IL RELATIVISMO

Nel secondo Novecento con il relativismo si comprende che un’osservazione “oggettiva” e “distaccata” della realtà non è possibile, e che l’osservatore, interpretando la realtà, la influenza necessariamente. Giuristi e giudici non sono “indagatori” o “applicatori” di una realtà già data ma, nel momento in cui la interpretano, ne diventano veri e propri “creatori”.

Con il costruttivismo relativistico giuridico di fine Novecento (l’ambito è quello dei filosofi analitici vs i filosofi continentali), l’uomo contemporaneamente osserva e modifica, influenza e viene influenzato, interpreta e crea. Non è completamente libero, ma nemmeno completamente vincolato; subisce pesanti interferenze da parte della realtà, ma interviene a modificarla.

Per il relativismo, dunque, da una parte l’interprete (giurista o giudice) è ancorato alle norme esistenti, in quanto non può prescindere da esse; ma, interpretando le norme giuridiche per applicarle al caso concreto, vi immette sempre qualcosa di suo: influisce su di esse in quanto influisce sulla loro futura interpretazione ed applicazione, crea mentre interpreta. E fa entrambe le cose non in maniera arbitraria, ma sempre fortemente vincolato dall’ambiente storico, culturale e giuridico in cui si pone.

Il diritto, secondo il costruttivismo relativistico, è in conclusione un fatto dinamico, un processo, una pratica sociale di carattere interpretativo, in cui norma giuridica e sua interpretazione interagiscono costantemente.

CONCLUSIONE PRIMA

Credo che queste poche nozioni siano sufficienti almeno a mostrare il ritardo culturale della posizione cattolica, leghista e fascista. Sull’omosessualità, non si dimentichi, così recita il Catechismo della Chiesa cattolica:

2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

GENESI PSICHICA INSPIEGABILE? ALLORA È UNA MALATTIA.

2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.

INGIUSTA DISCRIMINAZIONE? ALLORA ESISTE QUELLA GIUSTA

(e siamo di nuovo a confrontarci con la direttiva del 26 aprile 2007 del Parlamento europeo e con l’art. 13 del trattato di Amsterdam).

2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.

CONCLUSIONE SECONDA

In queste poche ultime righe si nasconde la storia dell’Occidente cristiano, dalle torture, i supplizi e i roghi dell’Inquisizione fino al triangolo rosa.

Questo antico Occidente cristiano è stato sconfitto dall’Illuminismo e dalla Rivoluzione francese. Il suo spirito sopravviverà ancora per qualche tempo in Sud America, nell’Africa subsahariana, a “Porta a porta” e nei telegiornali italiani.