Nucleare, la stangata parigina

di Francesco Ferrante
da www.aprileonline.info

E’ veramente un affare per pochi, mai dai costi altissimi per la comunità in termini economici, ambientali e per la salvaguardia della salute, quello che è stato messo nero su bianco a Parigi sulla cooperazione nucleare tra Italia e Francia, che vede il nostro Paese in una posizione, contrariamente a quanto affermato dal ministro Scajola, di colonia dove piazzare la tecnologia dei reattori EPR che il governo transalpino riesce a vendere con difficoltà

Con gli accordi per il ritorno dell’energia atomica in Italia è andato in scena a Parigi un remake de “La stangata”, protagonisti i governi italiano e francese, che hanno siglato un grande affare per pochi, le aziende che avranno commesse miliardarie, a danno dei cittadini italiani che si troveranno a pagare un conto salatissimo.
E’ veramente un affare per pochi, mai dai costi altissimi per la comunità in termini economici, ambientali e per la salvaguardia della salute, quello che è stato messo nero su bianco a Parigi sulla cooperazione nucleare tra Italia e Francia, che vede il nostro Paese in una posizione, contrariamente a quanto affermato dal ministro Scajola, di colonia dove piazzare la tecnologia dei reattori EPR che il governo transalpino riesce a vendere con difficoltà.

Gli italiani devono sapere che grazie a questi accordi italo-francesi si spenderanno miliardi di euro per avere energia atomica non prima di 15 anni e che, come dimostrato da uno studio del Cesi Ricerca del 2008, con la costruzione di 4 reattori EPR di terza generazione evoluta da 1.600 MW l’uno, risparmieremmo, dal 2026 in poi, appena 9 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale, pari al 10% dei consumi attuali e al contributo di un rigassificatore di media taglia.

Questi reattori francesi, che potranno essere posizionati dove lo decideranno le aziende, e saranno equiparati a siti militari, non garantiscono certo l’autarchia energetica all’Italia come si vorrebbe far credere, e infatti per gestire finanziariamente la costruzione di centrali nucleari gli operatori hanno bisogno di avere garanzia dal Governo sull’acquisto e un prezzo minimo per il Kilowattora nucleare.

L’unica strada percorribile, dove a vincere e a guadagnarci sono tutti, in termini economici e ambientali, è invece quella dell’efficienza energetica e dell’espansione dell’uso delle energie rinnovabili, dove, come dimostra il rapporto illustrato proprio da Legambiente e Banca di Credito Cooperativo, famiglie, aziende, enti pubblici, risparmiano soldi in bolletta, alimentando quella green economy che vale già centinaia di milioni di euro.

L’accordo ha dimostrato come sia possibile favorire la diffusione di fonti rinnovabili grazie a tanti piccoli progetti. Dal 2006 a fine 2009 sono stati valutati 1880 progetti per 91 milioni di euro, e quest’anno è stato sfondato sfondato il tetto dei 100 milioni. La convenzione, partita in origine dalla provincia di Grosseto ed estesa a tutta Italia, prevede l’erogazione di un finanziamento a tasso agevolato per progetti sull’energia sostenibile che vengono valutati da Legambiente prima dell’accettazione. Finora nel 70% dei casi a richiederli sono stati i privati cittadini, per il 27,8% le imprese e per il restante 1,5% enti pubblici e istituti religiosi. Quasi l’80% degli interventi, che hanno un valore medio di 50mila euro, ha riguardato il fotovoltaico, di cui sono stati installati 13 Megawatt.
Quello che serve adesso sono certezze legislative, ad esempio sugli incentivi, che devono essere resi stabili.