Sud-Est asiatico: manovre nucleari

di Alessandro Iacuelli
da www.altrenotizie.org

E’ tempo di grandi manovre nel Sud-Est asiatico, per l’amministrazione Obama. Soprattutto perchè la Corea del Nord, durante i due mandati del suo indimenticabile predecessore George W. Bush, è stata inclusa nell’elenco dei cosiddetti “stati canaglia”, quindi tra i nuovi nemici. E proprio la Corea del Nord nei giorni scorsi ha annunciato alcune operazioni nel campo nucleare che non potevano non destare preoccupazione negli ambienti degli analisti di politica estera americani. Tanto per cominciare, dopo aver affermato l’anno scorso di voler arricchire dell’uranio per alimentare una centrale nucleare, in questi giorni l’agenzia di stampa di Stato di Pyongyang ha reso noto che “la Corea del Nord è tecnologicamente pronta per disporre di un reattore nucleare ad acqua leggera nel prossimo futuro”.

Sembra una storia già vista. Arricchimento dell’uranio e messa a punto delle tecnologie per costruire un reattore assomigliano fin troppo al copione già visto in Iran negli ultimi anni. Secondo l’agenzia di Stato, il nuovo reattore dovrebbe essere operativo entro il 2020, senza tuttavia fornire alcuna data certa. La notizia giunge nel momento in cui i sei Paesi coinvolti nei negoziati multilaterali sul dossier nucleare nordcoreano stanno cercando di convincere Pyongyang a tornare al tavolo delle trattative. Soprattutto dopo che la Corea del Nord ha messo a punto una serie di missili dotati di una gittata tale da poter colpire sia la Corea del Sud sia il Giappone.

Se l’amministrazione Bush reagì al caso Iran con un pugno di ferro, costringendo Teheran a trattare presso l’AIEA (anche se senza mai rinunciare all’intenzione di realizzare impianti nucleari), il governo guidato da Barak Obama mostra una strategia completamente diversa, che potrebbe essere definita “di accerchiamento”: nessuna pressione sotto la minaccia di sanzioni o di improbabili azioni militari, ma una serie di accordi con tutti o quasi i Paesi della regione asiatica, per “aiutarli” ad arrivare allo sviluppo di tecnologie nucleari prima dell’avversario. Una forma appena leggermente diversa di corsa agli armamenti e di deterrenza, che ricorda abbastanza da vicino l’epoca della guerra fredda. Una sfida diplomatica, volta a isolare e circondare la Corea del Nord.

Il primo passo è stato l’impegno per aiutare la Corea del Sud a sviluppare un nuovo software per la sicurezza delle proprie centrali nucleari. Impegno già ultimato con il raggiungimento pieno dell’obiettivo. L’ha annunciato il Korea Atomic Energy Research Institute, a capo della cordata di enti di ricerca che hanno ideato il programma. Secondo il comunicato, riportato dalle agenzie coreane, il software è stato progettato per predire tutte le fasi del ciclo di operazioni di controllo e manutenzione, che dura 18 mesi, di una centrale. Il sistema può osservare, in pratica calcolare in anticipo, come i neutroni nel reattore reagiranno e si comporteranno; per dirla in parole molto povere, durante la generazione di energia a ciclo continuo, ma può anche calcolare l’esatto posizionamento delle barre di combustibile all’interno del nucleo. “Questo software”, si legge nel comunicato, “è l’emblema del nostro livello tecnologico nel campo della prosuzione nucleare”.

Contemporaneamente, Stati Uniti e Vietnam hanno firmato un accordo che potrebbe aprire la strada alla cooperazione fra i due Paesi per il nucleare civile: l’hanno reso noto fonti diplomatiche americane. L’intesa riguarda la sicurezza nucleare e la non proliferazione e costituisce un prerequisito per la partecipazione ai progetti nucleari di Hanoi di imprese statunitensi. Il premier vietnamita, Nguyen Tan Dung, parteciperà alla conferenza sulla sicurezza nucleare fissata il mese prossimo a Washington. In pratica, l’accordo permette alle compagnie statunitensi di costruire centrali nel paese del Sud-Est asiatico, aprendo la strada a veri e propri accordi commerciali per le aziende americane in crisi.

Secondo il governo vietnamita la domanda di energia del Paese crescerà del 16 per cento all’anno fino al 2015. Il paese ha già accordi come quello siglato con gli Usa anche con diversi altri paesi, fra cui Cina, Argentina e Corea del Sud. Non solo: il Vietnam ha già in programma la costruzione di due centrali. Una delle due è già stata aggiudicata alla RUssia, per l’altra deve ancora essere fatto il bando di gara.

Per finire, gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo con l’India per il ritiro delle scorie nucleari derivanti da impianti nucleari civili. L’ha reso noto il Dipartimento di Stato USA. L’accordo, che è uno degli elementi essenziali dell’intesa sul nucleare firmata tra Usa e India nel 2008, prevede che l’India, dopo l’utilizzo del combustibile fornito dagli Stati Uniti, proceda al ritiro delle scorie. Anche in questo caso, verrà facilitata la partecipazione delle società Usa dell’energia nucleare civile ai progetti in India. Tutti Paesi emergenti di quella parte di Asia che scalpita alle porte dell’economia globale, e contemporaneamente, che non vedono l’ora di occidentalizzarsi. E, soprattutto, avversari storici della Corea del Nord e del suo regime.