Gay al Colle

di Tommaso Cerno
da http://espresso.repubblica.it, 17 maggio 2010

Per la prima volta le associazioni omosessuali sono state ricevute da Napolitano al Quirinale, in occasione della giornata contro l’omofobia. Il ministro Carfagna chiede scusa dei suoi passati pregiudizi. Ma intanto a Padova un consigliere leghista attacca i «culattoni»

Per la prima volta il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha invitato al Colle le associazioni omosessuali italiane, in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia. «Un momento straordinario», è stato il commento dopo l’incontro al quale hanno preso parte insieme al ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna e alla deputata del Pd Anna Paola Concia.

E proprio il ministro, racconta a nome di tutti Imma Battaglia, davanti a Giorgio Napolitano «ha chiesto scusa, ammettendo di essere stata inizialmente guidata da un pregiudizio nei confronti delle istanze del mondo omosessuale». Parole che hanno colpito i rappresentanti di Arcigay, Arcilesbica, Circolo Mario Mieli, Di gay project, Mit, Agedo, Famiglie arcobaleno, I-kan, Rete Lenford, Gaylib.

«Il presidente Napolitano si è detto onorato di averci accolto – racconta ancora Battaglia – e ci ha ricordato che è suo compito istituzionale accogliere le istanze importanti della società. Ha anche chiesto l’impegno del Parlamento ad andare avanti nel lavoro sulle leggi contro l’omofobia, senza contrapposizione tra i partiti ma con senso di responsabilita».

Napolitano il Grande

E così le associazioni hanno ribatezzato il presidente della Repubblica «Napolitiano, il Grande». Significativa è stata, secondo i rappresentanti di gay e lesbiche, «la sottolineatura fatta dal Presidente su omofobia e transfobia non solo come un problema delle singole persone o prerogativa delle associazioni omosessuali e transessuali, ma come una questione che investe tutta la società e di cui tutti si devono sentire responsabili».

Il Presidente ha inoltre evidenziato che gli aspetti su cui intervenire sono due: uno culturale e sociale, l’altro normativo e che su entrambi le istituzioni devono fare la loro parte. «Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha sollecitato il Parlamento a legiferare per il riconoscimento delle coppie omosessuali, le parole precise ed equilibrate di Napolitano sono cardini ormai imprescindibili».

La campagna fiorentina

La giornata ha avuto però altri momenti di celebrazione, come a Firenze dove il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci e l’assessore comunale alla mobilità Massimo Mattei si sono fatti fotografare con la scritta “gay” Lo stesso hanno fatto la consigliera comunale Susanna Agostini (Pd) e la senatrice radicale eletta nel Pd Donatella Poretti, ritratta con la figlia Alice, con la scritta “lesbiche”; l’ex assessore regionale Agostino Fragai e il presidente del Quartiere 1 di Firenze Stefano Marmugi con la scritta “bisex”; e infine, i consiglieri provinciali di Firenze Alessandra Fiorentini (Pd) e Massimo Lensi (Pdl) con quella “trans”.

I manifesti, è stato spiegato, sollevano il dubbio «e se fossi lesbica, gay, bisex, trans?» e invitano a una «campagna di vaccinazione» contro i pregiudizi. «Si tratta di un segnale importantissimo», spiega Francesco Piomboni e Matteo Pegoraro di Arcigay Firenze. «Questo avviene a poca distanza dall’ultima aggressione a Firenze, in Piazza Puccini, contro una ragazza transessuale, rincorsa e presa a calci e pugni da due ragazzi italiani la mattina del 5 aprile scorso».

La notte dei baci

Un lungo bacio sulle note di “Somewhere Over The Rainbow” scambiato da coppie gay e etero è stata, invece, l’iniziativa della discoteca Mamamia di Torre del Lago, in Versilia, una delle zone a maggiore turismo gay d’Italia. «Una festa, certamente, ma anche un atto simbolico per denunciare l’omofobia che ancora in Italia è molto presente», ha commentato il presidente di Arcigay Paolo Patanè, ospite all’iniziativa.

L’insulto leghista

A Padova, mentre, in Provincia si discuteva la mozione contro l’omofobia, nel suo intervento il leghista Pietro Giovannoni si è lasciato andare, apostrofando i gay con l’epiteto di «culattoni». E la polemica è subito esplosa. «Per minimizzare l’accaduto Giovannoni ha liquidato la faccenda come una goliardata – attacca il Pd -, peccato che il Consiglio provinciale sia un luogo istituzionale, quindi il meno adatto per le goliardate».

«Mi pare la classica tempesta in un bicchiere d’acqua – ribatte l’esponente del Carroccio -. All’inizio del mio intervento avevo annunciato che avrei tradotto qualche termine in dialetto. In Veneto omosessuale si traduce proprio così e io non avevo senza nessuna intenzione di offendere chicchessia».

La polemica in Friuli

E mentre i vertici del Pdl nazionale auspicano la fine delle discriminazioni verso gay e lesbiche, il Pdl friulano è pronto a coprire i manifesti dell’Arcigay con immagini che ritraggono una coppia di anziani e un bambino. In Friuli, infatti, da giorni infuria la polemica per l’iniziativa patrocinata dai Comuni di Udine e Pordenone: cento manifesti che ritraggono coppie di ragazzi e di ragazze che si scambiano un bacio affettuoso.

Il tutto davanti a una tavola imbandita con i prodotti Doc regiornali, dal prosciutto di San Daniele al vino Tocai. Iniziativa che ha scatentato le polemiche anche all’interno del Pdl, con esponenti regionali e cittadini pronti a chiedere l’intervento dei tutore dei minori, mentre blog e movimenti giovanili della stessa area aderivano alla giornata contro l’omofobia. Il sindaco Furio Honsell ha difeso, invece, l’iniziativa: «Sono baci di affetto e sono stupito per le polemiche. Per me è importante che Udine si dimostri una città attenta ai diritti di tutti, che rifiuta qualunque tipo di intolleranza», spiega.

L’auspicio di Schifani

Anche il presidente del Senato Renato Schifani, in una nota, ha condannato le discriminazioni: «Desidero esprimere la mia vicinanza a quanti hanno subito e continuano a subire discriminazioni per le loro scelte sessuali. Il ripetersi di episodi di violenza e omofobia nel nostro Paese ci spinge ad affermare ancora una volta e con più forza i principi dell’inviolabilità della persona e del rispetto della dignità umana

Voglio anche ricordare che non dovrebbe esserci necessità di un giorno speciale per ricordare tutto questo. Mi auguro che presto non sarà più necessario alzare la voce in difesa dei diritti dei discriminati, per qualsiasi ragione, e che non avrà mai più alcuna comprensione ogni comportamento che vada contro le libertà fondamentali di ciascuno».

L’appello del Pd

A chiedere leggi chiare e un deciso intervento del Parlamento, al di là delle dichiarazioni pubbliche, è però il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «Il Pd è impegnato in commissione Giustizia della Camera in una battaglia per l’approvazione di una legge contro l’omofobia che finora e’ stata ostacolata in tutti i modi dalla destra».

Anche se «per i gay la strada dei diritti é ancora in salita e anche in Italia vivere con serenità il proprio orientamento sessuale rimane un obiettivo lontano», ribatte l’europarlamentare Debora Serracchiani. «Il mondo gay riesce a guadagnare l’attenzione del pubblico soltanto quando subisce violenza o quando è costretto a manifestare vivacemente la propria identità per chiedere ascolto e tutela».
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Vogliamo una giornata d’amore
da www.arcigay.it

E’ stata ricordata questa mattina 17 maggio 2010 al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la VI ‘Giornata internazionale contro l’omofobia’ istituita dal Parlamento Europeo, con la partecipazione di una delegazione rappresentativa delle associazioni della comunità lgbt italiana: Arcigay, ArciLesbica, Circolo Mario Mieli, Dì Gay Project, Mit, Agedo, Famiglie Arcobaleno, I-ken, Rete Lenford, Gaylib.

Nella storia è la seconda volta che un Presidente della Repubblica riceve rappresentanti dell’Associazionismo omosessuale: accadde nel nel 1990 con Arcigay che fu ricevuta da Francesco Cossiga.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti la parlamentare del PD Paola Concia, relatrice della proposta di legge per il contrasto di omofobia e transfobia, e la presidente di AGEDO, Associazione genitori di omosessuali, Rita De Santis.

Dopo l’intervento del ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna, il presidente Napolitano ha rivolto un indirizzo di saluto. Erano presenti anche il presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli e la presidente della commissione Giustizia della Camera dei deputati Giulia Bongiorno.

IL COMUNICATO

Oggi, 17 maggio 2010, VI giornata internazionale della lotta all’omofobia e alla transfobia, si è celebrato a Roma un evento storico. Il Presidente della Repubblica Italiana ha ricevuto al Quirinale un’ampia rappresentanza di associazioni omosessuali e transessuali, su iniziativa dell’Onorevole Paola Concia.

L’incontro è stato importante non solo per il valore simbolico in sè ma soprattutto per i temi affrontati. Significativa per noi è stata la sottolineatura fatta dal Presidente Napolitano su omofobia e transfobia e i diritti delle persone LGBTQI come non solo un problema delle singole persone o prerogativa delle associazioni omosessuali e transessuali, ma come una questione che investe tutta la società e di cui tutti si devono sentire responsabili.

Il Presidente ha inoltre evidenziato che gli aspetti su cui intervenire sono due: uno culturale e sociale, l’altro normativo e che su entrambi le Istituzioni devono fare la loro parte. Tale manifesta consapevolezza e il richiamo alle Istituzioni sono i punti nodali di maggiore soddisfazione per noi. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha sollecitato il Parlamento a legiferare per il riconoscimento delle coppie omosessuali, le parole precise ed equilibrate di Napolitano sono cardini ormai imprescindibili.

Gli interventi dei maggiori custodi della Carta Costituzionale rappresentano la cornice più autorevole in cui il Parlamento tutto dovrà muoversi per legiferare senza più indugi. Ringraziamo il Presidente Napolitano per aver, anche questa volta, rappresentato i valori di inclusione e di affermazione dei diritti.

Francesca Polo – ArciLesbica
Giuseppina La Delfa – Famiglie Arcobaleno
Marcella Di Folco – M.I.T Movimento di Identità Transessuale
Paolo Patané – Arcigay
Rita De Santis – Agedo
Rossana Praitano – Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli

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Ecco il testo dell’intervento delle Associazioni lgbt, letto da Rita De Santis

Signor Presidente è con sincera commozione che oggi, davanti alla sua illustre persona, mi accingo a leggere il mio intervento, in rappresentanza delle associazioni LGBT che con molta sensibilità e con grande spirito democratico lei ha deciso di ricevere in una giornata così piena di significati per tutti noi.

Mi chiamo Rita De Santis e sono la presidente Nazionale di AGedo associazione che riunisce genitori, parenti e amici di omosessuali e transessuali, ed assicura la sua presenza su tutto il territorio nazionale.

Mi è stato dato l’onere e l’onore di rappresentare tutte le associazioni da Lei invitate all’incontro in quanto in queste associazioni sono compresi anche i nostri figli appartenenti alla comunità LGBT. E con le quali lavoriamo in rete per costruire un futuro scevro da discriminazioni.
Le porto in questa testimonianza il saluto di noi genitori parenti e amici di persone omosessuali, bisessuali e transessuali, sia di quelli che il coraggio rende visibili, sia di quelli che purtroppo per varie circostanze visibili non sono.

Mi creda non è facile vivere da invisibili, da clandestini, fantasmi ai quali viene negato innanzitutto il primo fondamentale diritto dato agli uomini che è quello dell’affettività.
Purtroppo i moltissimi episodi di omo-transfobia che ormai quasi quotidianamente si perpetuano nel nostro paese, ci addolorano e ci fanno riflettere sul fatto che molto spesso l’ignoranza, il pregiudizio trionfano sul quel presupposto fondamentale della democrazia che è la ricchezza della differenza, eletta a cardine di una società laica ma attenta anche ai valori di chi crede.
Certo, oggi noi, davanti a Lei ci sentiamo fortunati di avere un così alto interlocutore e questa sua sensibilità ci fa percepire lontano storicamente e definitivamente tramontati i roghi medioevali e la oscura stagione dei triangoli rosa.

Ma noi tutti vorremmo che in questa società, per molti versi così avanzata, non ci fossero più i 78 paesi dove essere gay vuol dire galera e i 7 dove per l’omosessualità c’è ancora la pena di morte e non vorremmo che questi fratelli dei nostri figli spesso costretti ad emigrare per sfuggire a condizioni estreme di violenza si vengano poi a trovare in un paese come il nostro, dove nonostante tutte le importanti libertà conquistate alberga ancora tanto razzismo e tanta omofobia,dovendo così subire discriminazioni multiple.

Essere qui oggi non ci differenzia molto da tutti i genitori del pianeta, essere qui è una testimonianza di quell’amore che noi dobbiamo e che sentiamo per i nostri figli e che nella mente di ognuno di noi si tramuta nella speranza di un loro sacrosanto benessere.

Questo purtroppo però non è possibile poiché l’Italia è rimasta l’unico paese della comunità europea dove ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B.

Di fronte a doveri tutti uguali, per i diritti palesemente diseguali.

Ciò comporta, a nostro sommesso avviso che proprio i cittadini non tutelati da univoci diritti diventano facilmente bersaglio di scherno e di umiliazione quando poi non si arriva nei casi estremi alla violenza e alla morte.

Noi siamo qui oggi in nome di quell’amore che anche il sommo poeta Dante descrive e percepisce come il motore del mondo, di quell’amore che vorremmo fosse riconosciuto ai nostri figli nella formazione delle loro famiglie e nell’esercizio di quella genitorialità che non va confusa con la mera possibilità di generare.

Siamo qui per chiedere che i nostri figli e figlie trans non vengano confuse con fabbriche di vizio, o peggio di perversioni e devianze.
Vorremo togliere loro quell’imbarazzo nel trovarsi chiuse in un maschile e femminile che spesso non li rappresenta nel più profondo del loro essere.

Vorremmo oggi diffondere nel nostro paese e in tutto il mondo l’orgoglio che dal profondo del cuore sentiamo per tutti questi nostri figli perché è attraverso loro che abbiamo compreso la mirevole complessità della natura e del creato.

Noi genitori di questa immensa popolazione (si stima che il 10 per cento della popolazione sia LGBT) rinnovandole i saluti e ringraziamenti speriamo che questo storico incontro sia l’inizio di una stagione migliore, speriamo di non dover più registrare che la visibilità diventi violenza, che le feste, matrimoni, battesimi non siano riservati solo per i figli di serie A, speriamo che in un domani illuminato dall’arcobaleno del buon senso e dell’uguaglianza nessuno debba venire più giudicato per il proprio orientamento sessuale o per l’identità di genere, speriamo anche di diventare nonni dei nostri figli e figlie omosessuali, nonni di bambini voluti come frutto di un grande amore che diventerà poi la garanzia per la loro crescita.

Solo se riusciremo attraverso le istituzioni, la cultura, la società, la scuola a far comprendere il grande miracolo dell’amore che non si coniuga in un’unica declinazione potremmo trasformare in un futuro non lontanissimo la giornata mondiale contro l’omofobia in una normale tranquilla ma sfavillante giornata d’amore.