Dal Blog di Giovanni Avena

da www.ilfattoquotidiano.it/blog/gavena
3 agosto 2010  – Il ruolo della Chiesa per svegliare il Paese

Nel prossimo mese di ottobre si svolgerà a Reggio Calabria la 46° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. E’ un’occasione, ultimamente con periodicità irregolare, in cui i cattolici italiani, sotto la guida della gerarchia ecclesiastica, si confrontano con l’attualità politica e sociale del Paese.

Il tema assegnato quest’anno (Cattolici nell’ Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese) potrebbe suonare come un appello alla coscienza dei cittadini e un grido di speranza dell’Italia laica e cattolica caduta da ormai 15 anni nella trappola di Berlusconi e della sua cricca. Tuttavia non sembra corrispondere al probabile appello e al comprensibile grido di speranza la scelta di offrire ai maggiori rappresentanti dell’attuale classe politica il palcoscenico di una delle prime manifestazioni pubbliche e ufficiali della Settimana. Il 20 luglio scorso, infatti, mons. Arrigo Miglio, presidente del Comitato organizzatore e autorevole rappresentante della CEI, a Palazzo Giustiniani, ha consegnato il Documento preparatorio della Settimana al Presidente del Senato Renato Schifani e ai parlamentari Pierferdinando Casini, Pierluigi Bersani, Roberto Cota, Gaetano Quagliariello e Francesco Rutelli. Ci potevano essere mani migliori cui affidare quell’ agenda di speranza per il futuro del Paese?

Nonostante tutto, i cattolici italiani, credenti ma increduli, sperano sempre di vedere la gerarchia della loro chiesa capace di spezzare i vincoli di interesse e le compromissioni con l’attuale classe politica. Qualche segnale di grazia ricevuta –ma restano ancora increduli- hanno cominciato a leggerlo sul quotidiano dei vescovi Avvenire, che, finamente, ha saputo definire crisi soprattutto etica quella nella quale il berlusconismo ha trascinato il Paese. E che questo Paese governato da Berlusconi e dalla cricca dei suoi amici è un paese senza classe dirigente.

Un vescovo intelligente e navigato, che preferisce rimanere anonimo, ha commentato: “dopo la convivialità in casa Vespa del card. Bertone con Berlusconi e nonostante gli affari del card. Sepe con gli amici dello stesso premier, anche la Chiesa italiana forse sta uscendo dalla maggioranza nella quale, sedotta da Berlusconi e complice il card. Ruini si era cacciata. Ora si dia da fare per risvegliare la rivolta morale degli italiani stregati e ingannati da Berlusconi”.

Ci saranno altri vescovi, parroci e dirigenti di associazioni cattoliche, capaci di prendere la parola non nel chiuso delle sacrestie ma negli innumerevoli media di cui dispongono per aiutare gli italiani a svegliarsi e a capire? E non è questo il debito (e la missione) della chiesa nei confronti del Paese?

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22 luglio 2010 – Il cattolicesimo tribale della Lega

Guardiamo in profondità. Si sta sgretolando lo stato di diritto. Stiamo vivendo una fase di rottura costituzionale. Accanto al populismo aziendalista berlusconiano, sta fiorendo un populismo etnocentrico tradizionalista cattolico in prospettiva europea. Da tempo la Lega parla di “superamento della forma di Stato” dichiarando che “i futuri soggetti territoriali costitutivi sono le comunità di popolo”, espressione tipicamente nazista (volksgenosse, il vero cittadino, membro del popolo-comunità). Si sta consolidando una nuova xenofobia. Rinasce un “cristianesimo senza Cristo” basato sul binomio sangue-suolo.

Con il leghismo trionfa una logica tribale basata sulla gestione del mercato della paura e sull’ossessione della sicurezza armata. In regioni ricche di risorse democratiche ma incattivite dalla globalizzazione, la proposta populista sembra capitalizzare molte proteste esibendosi come religione civile settaria e guerriera (“comunalista”). A supportarla, sta il cemento di una rete finanziaria che vede la Lega mescolarsi all’Opus Dei e alla Compagnia delle Opere. Ciò che spinge alcuni parroci e cattolici padani a “tollerare” una religione simile non sono solo interessi di bottega ma alcune “idee forti”: la difesa di un’identità cattolica già formata, l’esibizione ideologica del diritto naturale, l’esaltazione della “nostra gente” contraria ai vizi della modernità, la funzione di coesione sociale della Chiesa che può sentire omogenee le “comunità organiche”.

Ossessiva è la polemica contro il Concilio Vaticano II, ritenuto origine di ogni male. Presentandosi come il partito dei “valori non negoziabili”, la Lega sta diventando il soggetto emergente di un nuovo patto costantiniano. Devoti e ringhiosi, i soldati celtici frequentano i salotti vaticani. Tra tutte le spese elettorali, osserva Giancarlo Zizola, i cosiddetti valori non negoziabili sono quelli che costano meno e rendono di più. A volte, sembra che costino così poco da essere buttati nella spazzatura. Un patto simile sarebbe il trionfo del relativismo-nichilismo. Se la religione diventa preda di forze politiche che la sfruttano a proprio favore, il rischio per la novità del Vangelo è immenso. Bossi gioca col linguaggio armato, Borghezio rilancia lo spirito di Lepanto, Calderoli attacca Tettamanzi, Zaia e Cota sembrano ‘gentiluomini di sua santità’, Tremonti evoca un “nuovo risorgimento” tutto “Dio, Patria e Famiglia”.

Il leghismo vuole conquistare l’anima popolare. In realtà è la fede cristiana a rischiare di perdere l’anima. Sta sorgendo un nuovo anticristianesimo. Credenti e uomini di Chiesa devono valutare bene discorsi-provvedimenti contrari all’umanità e alla fede. Alcune dichiarazioni ecclesiastiche (tra l’ingenuo e il complice) non sono all’altezza dei gravi problemi sollevati dal leghismo, pronto a mobilitarsi contro il cardinale di Milano o ad offendere il Pontificio Consiglio dei Migranti. La rottura costituzionale in atto, sposandosi al rifiuto della Dottrina Sociale della Chiesa, ci porterebbe non solo al totalitarismo ma all’idolatria o all’eresia più radicale. La Settimana Sociale dei Cattolici parlerà anche di questo?

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19 luglio 2010 – Papa Ratzinger dichiara fallimento

Molti cattolici, e non solo, si sono chiesti , qualche settimana fa, cosa avesse spinto Benedetto XVI a inventarsi un nuovo dicastero pontificio “Per la nuova evangelizzazione dell’Occidente”, in aggiunta ai già tanto numerosi organismi vaticani, anch’essi destinati, a che cosa se non all’evangelizzazione?

Qualche giorno dopo la nascita del nuovo organismo, in casa Vespa, (casa, anche questa, di Propaganda fide) una cena e uno scenario che sembravano fatti apposta per rappresentare plasticamente quel vecchio mondo occidentale materialista, secolarizzato e relativista che Benedetto XVI vorrebbe rievangelizzare: Silvio e Marina Berlusconi, Pierferdinando Casini, Gianni Letta, Mario Draghi e Cesare Geronzi, praticamente, la crema del potere politico e finanziario dell’attualità italiana attorno al cardinal Tarcisio Bertone, braccio destro del Papa e seconda carica dello stato della Città del Vaticano.

A presiedere il dicastero per la nuova evangelizzazione Papa Ratzinger ha nominato mons. Rino Fisichella, noto per la sua predilezione ad evangelizzare e ad assistere pastoralmente la classe politica italiana: continua a farsi chiamare dai media cappellano della camera dei deputati, senza mai una smentita né sua né della camera; organizza per i parlamentari sante messe, esercizi spirituali, pellegrinaggi in Terra Santa; esibisce affinità culturali con Marcello Pera e devozione per Oriana Fallaci; è strenuo difensore della civiltà occidentale contro l’incombente aggressione relativista e islamica nell’ Occidente dalle radici cristiane.

Ancora non si riesce a capire quali saranno i compiti del nuovo dicastero pontificio e del suo presidente, che non siano già prerogativa e competenza di tutti gli altri organismi centrali vaticani e di quelli periferici delle chiese locali. Senza offesa, sembra la riproposizione, in chiave ecclesiastica, del ministero “del nulla” affidato da Silvio Berlusconi al suo amico ex ecclesiastico Aldo Blancher.

A bene osservare la decisione di Benedetto XVI potrebbe rappresentare, se non la conferma del suo angosciato pessimismo sulla sorte della sua Chiesa, una dichiarazione di clamoroso fallimento del sistema chiesa e della sua missione evangelizzatrice nell’Occidente dalle perdute radici cristiane.

Resta il fatto che da duemila anni la Chiesa cattolica è presente in tutti gli angoli della terra con oltre 4mila diocesi, 10 mila tra arcivescovi, vescovi e cardinali, centinaia di migliaia tra preti, suore e religiosi, centinaia di migliaia di parrocchie, santuari, associazioni, scuole cattoliche, case editrici, università, insegnanti di religione, cappellani militari e ospedalieri, testate giornalistiche a migliaia con milioni e milioni di copie diffuse, emittenti tv, circuiti radiofonici, milioni di crocifissi nei luoghi pubblici dello stato laico (aule scolastiche, tribunali).

Tutte realtà direttamente collegate e sottoposte ciascuna al dicastero di competenza della Santa Sede che, attraverso una sorta di centralismo non democratico organizza e dispone i metodi e i contenuti dell’evangelizzazione. A questo immenso patrimonio di risorse umane e strutturali, è da aggiungere una diffusa rete di sistemi globali e locali per la raccolta di risorse finanziarie che hanno consentito alla Chiesa di realizzare un notevole ma incontrollabile potere economico e finanziario custodito nel “santuario” che è l’Istituto per le Opere di Religione.

Questo, dalla “extraterritorialità” dello Stato Vaticano, opera e “traffica” nei paradisi fiscali di tutto il mondo, riservando appena qualche scampolo di elemosina a beneficio dei numerosi missionari immersi nell’inferno della povertà e della miseria dei paesi del sud del mondo prima sfruttati e oggi abbandonati dall’Occidente dalle radici cristiane.

Queste ingenti risorse (strutture, persone, finanze) quale evangelizzazione hanno realizzato se Benedetto XVI ha sentito il bisogno di istituire un ennesimo organismo ad hoc, per la nuova evangelizzazione dell’Occidente? Forse è fallita proprio l’evangelizzazione di matrice e di stile occidentale fin qui realizzata.

Non sarà che la Chiesa di Papa Ratzinger piuttosto, che un ennesimo burocratico dicastero vaticano, deve trovare la chiave non per una nuova evangelizzazione ma per una evangelizzazione nuova rivolta innanzitutto verso se stessa a cominciare dai vizi e dai metodi occidentali di cui è imbevuta, che all’evangelizzazione e alla promozione umana preferiscono l’accumulo dei poteri, dei capitali finanziari e immobiliari e delle carriere?

Dall’inferno dei territori di missione qualche missionario continua a chiedersi: che ci faceva il card. Bertone a cena in casa Vespa con i rappresentanti di questo occidente che ci ignora e ci affama? E il card. Sepe, quando dirigeva la Congregazione per l’ Evangelizzazione dei popoli di quali “opere” e di quali “beni” trafficava con gli amici della cricca che non fossero le Opere di Religione e le opere di bene?