In Italia è vietato essere gay

di Marino Buzzi
da www.gay.tv, 11 Agosto 2010

Non mi sorprenderebbe, un giorno di questi, trovare cartelli fuori dai negozi con la scritta: “I gay qui non possono entrare”, oppure trovarne altri, sulla spiaggia, che avvertono del “divieto di balneazione alle persone omosessuali”.

Benvenuti e benvenute nel paese del falso perbenismo in cui a scandalizzare bravi cittadini timorati di Dio e rispettosi della legge basta un bacio fra due persone dello stesso sesso. Un gesto che milioni di eterosessuali compiono, da sempre e senza mai aver avuto un solo problema, in tutto il mondo. Sul fatto che le persone omosessuali, in questo paese, siano considerate persone di serie B nessuno può più avere dei dubbi ma ora si sta andando oltre.

Trovo che ci sia una profonda relazione fra le campagne denigratorie contro le persone omosessuali portate avanti dalla chiesa, fra le campagne d’odio e razzismo di certi personaggi politici e la deriva omofoba, che è, prima di tutto, una deriva culturale, degli ultimi anni. Ne è testimonianza anche il proliferare di siti omofobi e la venuta in Italia, qualche mese fa, del guru riparatore Joseph Nicolosi accolto da feroci critiche ma anche da persone pronte a applicare sul territorio certe terapie. E non è un caso che gli attacchi quotidiani alle persone omosessuali si traducano poi, nei fatti, in violenze fisiche e morali.

L’Italia, lo dimostra ogni giorno, è un paese eterosessista e sessuofobico in cui va bene tutto purché a farlo sia un maschio bianco ed eterosessuale. Da anni questo paese è governato da gente priva di scrupoli che accompagna uno strano senso di fede a una immoralità provata, che da sfogo ai propri bassi istinti e che poi ottiene l’assoluzione ai propri “peccati” ogni domenica mattina.

Siamo un paese che ha messo nelle mani di un personaggio a dir poco discutibile il proprio futuro, un uomo che è stato considerato dal proprio avvocato un “utilizzatore finale” di escort e accusato dalla moglie “di frequentare minorenni”, indagato più volte e sospettato di ogni cosa. Siamo un paese che ogni santo giorno guarda la decadenza in TV, che aspetta lo stacchetto musicale di qualsiasi inutile gioco televisivo per guardare il sedere scoperto di presunte ballerine, che ha fatto del corpo della donna un oggetto di consumo e che poi, con una violenza inaudita, si scandalizza e chiede la censura contro un bacio omosessuale.

E noi, persone GLBT, siamo qui a guardare la deriva razzista e aspettiamo che qualcuno faccia qualcosa. Ma non è più il tempo di aspettare e non è più il tempo di nascondersi. Mi rendo conto, con tristezza, che non possiamo contare neppure sulle nuove generazioni, coloro che dovrebbero essere più aperti alle diversità e che invece sono sempre più chiusi e privi di cultura (non per colpa loro ma a causa della macelleria sociale che la politica ha fatto in questi decenni a partire dalla distruzione della scuola e dell’istruzione), nonostante vedano e vivano l’omosessualità ogni giorno, sono figli di MTV e di certo conoscono bene, grazie soprattutto ai video dei loro e delle loro cantanti preferiti/e, l’amore di noi “diversi”.

E noi, rendiamocene conto e facciamolo in fretta, siamo diversi davvero. Per anni ci hanno raccontato la favola dell’essere uguali. Per farci accettare dobbiamo essere come gli eterosessuali, per farci accettare dobbiamo stare zitti e fare come gli altri, non dobbiamo far vedere la nostra diversità, dobbiamo omologarci. Ma l’omologazione è servita solo a distruggere quanto di rivoluzionario c’era nelle nostre rivendicazioni e non ha fermato la spirale d’odio nei nostri confronti.

La soluzione è nelle nostre mani. Occorre, e non mi stancherò mai di dirlo, superare certe vecchie idee di associazionismo, occorre coinvolgere la gente, lavorare sul nostro movimento e sui movimenti a noi legati. Ma occorre soprattutto smetterla di nascondersi. Finché ci saranno omosessuali spaventati, velati, nascosti le cose non cambieranno. Finché ci saranno persone che si vergognano della propria condizione le cose rimarranno sempre uguali.

Allora baciamoci in ogni luogo: al supermercato, al mare, per la strada, al cinema (magari, vista la deriva omofoba del paese, cerchiamo di costituire piccoli gruppi di persone) facciamo vedere che nel nostro modo di essere non c’è nulla di sbagliato e che noi non ci vergogniamo e non ci facciamo intimidire da nessuno. Denunciamo ogni forma di violenza e discriminazione, nessuno si può permettere di impedire a nessuno di baciarsi in pubblico. Denunciamo coloro che si permettono di offendere e di usare violenza contro le persone omosessuali.

Promuoviamo campagne di sensibilizzazione, anche attraverso internet, come è già stato fatto contro le terapie riparative e contro la decisione di non far donare il sangue, in alcuni ospedali, alle persone omosessuali. Fotografiamoci. Facciamo fotografie a persone omosessuali ed eterosessuali che si baciano, creiamo bacheche virtuali ma anche reali, mettiamo le nostre foto al mare, sui muri, sulle vetrine dei negozi, sui treni. Diamo il via a spazi di libero amore per tutte le persone che vogliono esprimere la propria libertà, a prescindere dalla razza, dall’orientamento sessuale, ideologico e religioso.

Insomma non possiamo più restare seduti ad aspettare un messia qualunque, c’è bisogno di reagire alla deriva omofoba, in modo non violento e intelligente, occorre dare risposte a chi ci vorrebbe intimoriti e spaventati. Bisogna reagire alla violenza omofoba e urlare, con quanto fiato in corpo, che noi non abbiamo paura.