LA SFERA PRIVATA DELLE CULTURE QUALE LUOGO DI MANIFESTAZIONE DELLE DISUGUAGLIANZE

di Ileana Montini
da www.italialaica.it

La notizia è stata data in agosto, con corredo filmato, su tutti i telegiornali: a Tafalla, nella provincia della Navarra in Spagna, un toro di mezza tonnellata ha superato le barriere saltando sugli spalti e travolgendo gli spettatori. Pare che fosse oggetto di eleganti stuzziccature da parte di gentili sportivi. Spaventato ha tentato di fuggire. Non era proprio nella tragica condizione dei suoi colleghi quando i toreador li infilzano, cioè li torturano nelle famose corride che la Catalogna ha deciso di proibire. Ora la sensibilità degli umani sa commuoversi per la sofferenza degli animali nei circhi come nelle plaza de toros. C’è da giurarci che gli on. Spini, Giulietti, Chiti, Cialente, Grillini ecc. firmerebbero solerti una proposta di legge a favore dei tori se in Italia ci fosse la tradizione delle corride. E argomenterebbero contro coloro che, in Spagna, non vogliono sentire parlare di proibizione in nome della cultura locale, da salvaguardare per la propria, storica identità.

Ma i citati deputati (e gli altri meno noti) hanno firmato una proposta di legge certamente encomiabile sulla libertà religiosa il 28 aprile 2008, dove all’art.11 propongono che gli ufficiali di stato civile delle confessioni religiose, abbiano il diritto di omettere, volendo, la lettura del codice civile riguardante il matrimonio durante il rito.

Gli articoli di cui si deve dare lettura davanti ai due contraenti il matrimonio, sono il 143 sui diritti e doveri dei coniugi: ”Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono gli stessi doveri”. Eccetera. L’art. 144 (Indirizzo della vita familiare e residenza della famiglia) e il 147 (Doveri verso i figli) dove si legge, tra l’altro che “A ciascuno dei coniugi spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato”.

La Chiesa Cattolica quando i preti celebrano il sacramento del matrimonio in chiesa, non mi pare abbia mai fatto obbiezione contro la lettura del codice civile.

Chiediamoci perché i deputati firmatari della proposta sulla libertà religiosa, hanno inserito questa revisione. È innegabile che gli articoli in questione, inseriti nel rituale civile o religioso del matrimonio, sanciscono un mutamento di coscienza avvenuto nel nostro Paese dove il passaggio di “proprietà” dal padre al marito per la sposa, costituiva parte integrante del sistema di valori patriarcali.

È evidente che i legislatori in questione pensano che il rispetto delle diversità culturali delle comunità migranti, richiede l’accettazione dei sistemi valoriali patriarcali che nelle religioni hanno sempre la loro base e conferma. Probabilmente perché soprattutto per i musulmani sarebbe difficile dare lettura del codice civile che sancisce pari diritti e doveri tra i coniugi, poiché nella migrazione tendono a impostare la vita di relazione secondo modelli di ri-tradizionalizzazione giustificata in nome del Corano.

Si legge nel sito di HUDA dell’associazione islamica SAWA:

“ La donna ha un ruolo fondamentale per il marito e per l’intera famiglia, se è una brava moglie e una brava madre, tutta la famiglia vive in armonia, se è il contrario, la sua negatività influisce nel rapporto dell’intera famiglia e i figli sono i primi a sentirne le conseguenze. Per questo motivo una parte delle donne musulmane non hanno un impiego al di fuori della casa, ed essere donne “della casa” è importantissimo per crescere bene i figli.

Anche Khadija “prima moglie del Profeta” ha lasciato la sua attività commerciale per dedicarsi al marito e ai figli.

Se la donna lavora fuori casa e la sera torna a casa stanca dal lavoro come il marito, chi si prende cura dei figli, della casa e del marito? Una domestica? Non è la stessa cosa.

Se i soldi del marito non dovessero bastare per tirare avanti fino alla fine del mese, allora la moglie può lavorare come insegnante, curare gli anziani… lavori di questo genere.

Il Profeta Muhammad ha detto:

“L’uomo è pastore sulla gente della propria casa e la donna è pastore della casa del marito e dei suoi figli; ognuno di voi è pastore e ad ognuno di voi sarà chiesto del suo gregge”.

La donna ha l’importantissimo ruolo di “pastore della casa”, un ruolo insostituibile.”.

I deputati della proposta di legge si collocano nell’ambito del multiculturalismo che, come scrive la femminista Susan Moller Okin, docente di scienze politiche, non tiene conto della sfera privata delle culture, luogo di manifestazione delle disuguaglianze. Volutamente ignorando la stretta interconnessione tra cultura e genere e, dunque, il nucleo centrale di una cultura che è costituito della regolamentazione della nascita, del matrimonio ,delle pratiche riproduttive,ecc..

In ciò confermando quanto poco hanno presente , pur schierandosi a sinistra, le problematiche relative alle discriminazioni di sesso a sfavore delle donne.