Moschea di Sassuolo

Beppe Manni
Cdb Villaggio Artigiano (Modena)

Gli islamici sono tornati a sfilare la seconda volta in un mese, per le vie di Sassuolo per chiedere un luogo di preghiera. Questo fatto non interessa solo i cittadini della capitale delle piastrelle, la destra che la governa, le opposizioni o il sindacato. Dalla soluzione di questo e di altri problemi simili dipenderà il futuro della convivenza sociale. E’ un test del livello della nostra civiltà. “I nostri elettori ci hanno votato per questo…I cittadini non vogliono che il loro paese sia in mano ai marocchini…A noi non lasciano costruire le chiese nei loro paesi e perciò anche noi non vogliamo moschee…I cristiani sono perseguitati e uccisi dai musulmani…”. Sono i luoghi comuni dettati dall’ignoranza cioè dalla cattiva informazione.

I politici sono abituati a strumentalizzare le situazioni di disagio come accalappia voti e a credere di risolvere i problemi con parole dure e ‘decise’. Sembra che sia più furbo e intelligente chi riesce a umiliare, irridere e far tacere l’avversario-nemico. Non è buona cosa copiare nel nostro piccolo i gesti di inciviltà che vengono da Roma o da altri paesi e città.
Le nostre amministrazioni comunali si sono spesso qualificate dal buon comportamento di sindaci intelligenti che avevano smesso la sciarpa bianca, la camicia rossa o la cravatta verde per il bene dei cittadini.

Da buoni padri di famiglia hanno guidato la gente, cercando di risolvere responsabilmente le nuove situazioni che via via si presentavano: l’arrivo dei meridionali prima, dei Rom poi e oggi il fenomeno dell’immigrazione. In questo momento storico i conflitti sociali rischiano di scoppiare. Il buon politico non deve far aumentare le tensioni e scatenare gli istinti più irrazionali con gesti provocatori, ma lavorare per la pace, per una buona convivenza sociale e per l’integrazione. Vincere la paura dello straniero o del diverso, conoscersi, creare occasioni d’incontro serve a tutti. Fa bene alla città.

E’ utile per tutti i sassolesi trovare un luogo riconoscibile con responsabili che hanno un nome e cognome, dove i 4000 islamici possano trovarsi a pregare e a passare il tempo libero. Essi da anni vivono, lavorano qui e hanno creato benessere per tutti. A Modena ci sono due luoghi di preghiera per gli Islamici e i problemi che si sono presentati sono stati risolti.
Anche i parroci del Vicariato di Sassuolo si sono pronunciati: hanno invitato i cittadini e gli amministratori alla disponibilità e al pluralismo. Hanno superato la paura dei cattolici verso l’Islam, la tradizionale ritrosia a prendere parte in nome di una sedicente equidistanza della chiesa che tanto spesso ha danneggiato la sua credibilità.

La lunga diatriba sulla moschea a Sassuolo è un fatto di grande importanza e onestamente aspettavamo un intervento non solamente dei parroci, ma anche di altri cattolici e specialmente del vescovo di Reggio Emilia, non solo perché il Papa ha invitato alla solidarietà e alla condivisione, ma perché lo richiede la nostra costituzione.