Fukushima : la catastrofe deve essere messa sotto il controllo dei cittadini

Cari tutti,

Vi trasmetto qui di seguito il testo di un appello internazionale sulla catastrofe nucleare di Fukushima, che mi è stato inviato da Jean-Paul Dedéage, professore emerito di Fisica e Storia della scienza alla Uniiversità di Parigi VII e direttore della rivista francese “Ecologie e Politique”, della rete internazionale di CNS-Ecologia politica. Non è un appello da firmare ma da diffondere, secondo le richieste dello stesso Deléage.

Grazie e cordiali saluti,
Giovanna Ricoveri

“Noi, cittadini del mondo,

siamo estremamente preoccupati dalla pessima gestione della catastrofe di Fukushima da parte dell’impresa TEPCO.

Tentando una ipotetica rimessa in funzione della centrale, l’impresa non ha voluto privilegiare prima di tutto i suoi interessi? In ogni caso, ha agito nel piu grande segreto e non ha mobilizzato che dei mezzi limitati per proteggere le popolazioni limitrofe, il popolo giapponese, l’insieme dei popoli e l’ecosistema del nostro pianeta. TEPCO non ha applicato il principio di precauzione per la massima prevenzione del fuoco nucleare e dell’inquinamento dell’ambiente.

Malgrado qualche protesta, lo Stato giapponese non ha fatto che da semplice vettore di trasmissione delle informazioni date dall’impresa che conduce le azioni in maniera opaca. Gli esperti sollecitati, provenienti da diversi paesi, non hanno alcun peso sulla presa di decisioni. Le richieste di una migliore protezione delle popolazioni e di una piu grande trasparenza dell’informazione avanzate dalle ONG presenti sul territorio giapponese, come Greenpeace et la CRIIRAD, non sono state ascoltate piu di quanto non lo fossero quelle dei cittadini giapponesi.

Noi pensiamo che sia urgente che l’azione di TEPCO sia messa sotto il controllo internazionale dei cittadini per fare prevalere i diritti umani e dell’ambiente, in primo luogo, l’oceano.

Noi facciamo appello alle organizzazioni della società civile, agli scentifici, agli Stati, agli organismi intergovernativi per esigire immediatamente che Fukushima, e tutti gli stabilimenti a rischio presenti sul pianeta, siano messi nelle mani d’una autorità civile internazionale.

Gli Stati sono troppo legati all’industria nucleare per poter costituire un freno efficace. I tecnici locali non possono essere lasciati da soli di fronte alle difficoltà e senza un’autorità esterna di riferimento, allorché gli incidenti si moltiplicano e restano occulti.

La terra è la nostra preoccupazione comune, essa costituisce la base dell’interesse generale che deve prevalere sulle logiche economiche d’ impresa e sulle logiche statali di potenza. E tempo ormai che i cittadini possano intervenire a livello internazionale nelle procedure di perizia tecnica che presiedono alla realizzazione di impianti che compromettono la possibilità della vita sulla terra.

Le Nazioni Unite devono oggi riorganizzare il controllo della catastrofe di Fukushima e integrare tutte le cooperazioni tecniche e politiche necessarie, comprese quelle non-governative. Solo in questo modo si potranno prefigurare nuovi dispositivi che associano scentifici, tecnici e cittadini nella prevenzione dei rischi maggiori e nelle scelte in materia industriale ed energetica.”