Venerdì non di passione

Cari amici,

l’assemblea convegno che abbiamo fatto venerdì 15 a Modena, proposta dalla comunità cristiana di base del Villaggio Artigiano, è stata un’importante occasione per confrontarci. Alcune novità degne di rilievo

1) Il convegno era fatto dal basso, non convocato da “vertici” eccesiastici.

2) Erano presenti diverse sensibilità e appartenenze: alcuni preti-parroci, (altri 15 hanno dato la loro adesione ma non hanno potuto partecipare per impegni pre pasquali ad es. via crucis); cristiani che lavorano in parrocchia; amici della comunità di base che ha proposto l’incontro; laici alla ricerca.

3) La relazione introduttiva è stata tenuta da una pacata signora di Bologna Sara Doriti, che fa parte della redazione del Regno. Sala piena. Moltissimi gli interventi nelle quattro ore del convegno (18,30-22,30) che dimostravano il grande interesse ai problemni della fede e della chiesa. Ha parlato anche Vittorio Bellavite coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa.

4) Il clima degli interventi era pensoso, pacato e alla ricerca: si pensa che oggi sia il momento del dialogo e dell’ascolto per salvare ‘il vangelo’…

5) Dopo questo ‘primo esperimento’ ci auguriamo che la prossima volta, se ci sarà, sia presente ufficialmente il vescovo o chi per lui. Si diceva l’altra sera che molti cristiani si sentono spaesati nella chiesa e nelle parrocchie, sia per i pronunciamenti dei vescovi, ma anche per il clima rigido e alle volte intollerante delle parrocchie. Altri hanno abbandonato, ma sentono la nostalgia della fede e della preghiera. Oggi poi ci sembra che ci sia interesse e ricerca (tra cosidetti non credenti e giovani) per una nuova risposta religiosa e di fede. Ora nella sala di via Curie il 15 aprile, c’era una significativa presenza di queste ‘tipologie’. Credo proprio che se io fossi vescovo andrei volentieri, senza paura, in mezzo a questi gruppi per assicurare che la chiesa di Cristo c’è ancora e vuole ascoltare, dialogare, camminare insieme.

6) C’erano pochi giovani. Altro problema che accomuna purtroppo altre organizzazioni di volontariato e di partito. Sono più presenti nelle parrocchie, ma un catechista osservava che i giovani sembrano più impegnati nel volontariato e nella catechesi che in una ricerca personale della fede.

7) Aspettiamo eventuali vostre considerazioni e proposte anche da chi non ha potuto partecipare all’incontro. Alcune e-mail sono già arrivate.

Di seguito l’articolo che ho scritto per la Gazzetta come relazione dell’incontro

Buona Pasqua a tutti
Beppe

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Venerdì non di passione
Beppe Manni

150 cattolici modenesi ‘autoconvocati’, si sono incontrati venerdì 15 aprile nella sala di Quartiere del Villaggio Giardino. Erano desiderosi di scambiarsi le proprie opinioni sulla attuale situazione di sofferenza nella chiesa. L’iniziativa era nata da una lettera aperta che la Comunità Cristina di Base del Villaggio Artigiano, aveva mandato al vescovo per esprimere il proprio disagio sul silenzio delle gerarchie nei confronti di certi comportamenti dei politici.

Chiara Doriti colaboratrice della rivista cattolica il Regno ha introdotto il dibattito. Moltissimi gli interventi. Tra questi Vittorio Bellavite di Noi Siamo Chiesa. L’incontro non era stato organizzato nè da un prete nè da una associazione diocesana, ma da un gruppo di cristiani. Non c’era clima polemico tra i molti laici anche impegnati in parrocchia e i cinque preti presenti. Ma una consapevole sofferenza per le difficoltà che la chiesa e i cristiani oggi stanno attraversando.

I vescovi non sempre sanno interpretare e comprendere il mondo di oggi, le parrocchie modenesi sono più impegnate nel ‘fare’ e organizzare, che nella cultura e nella formazione religiosa. Molti credenti non si sentono rappresentati dai vescovi. Si è parlato molto del Concilio. Molti si sentivano delusi per la sensazione di regressione della chiesa. Sembrava che i preti della nuove generazioni fossero più tradizionalisti e riproponessero una spiritualità pre-conciliare.

Ma la riflessione più ricorrente era che i laici o meglio i cristiani, nonostante le parole del Concilio, non hanno nessun ruolo e peso nella chiesa: avvertono l’impossibilità di confrontarsi liberamente e di far pervenire ai vescovi e aRoma, la voce della base e della periferia. Manca il dialogo e e l’ascolto reciproco. Anche la chiesa risente della crisi democratica della società.

E’ emerso il desiderio di dialogare, di lavorare all’interno per cambiare le cose, per costruire una chiesa non che mostra i muscoli o che si impunta sui valori non negoziabili, ma che vuole parlare-con e si pone in ascolto. Non è più il tempo delle contestazioni sessantottine ma della partecipazione e del dialogo responsabile.

Diceva il coordinatore Sandro Desco all’inizio del convegno: “C’è un tempo di tacere e un tempo di parlare, oggi è venuto il tempo in cui a parlare non siano solo i vescovi ma anche i laici”.