Sulla mia vita decido io

Paolo Di Modica, malato di Sla: “Mi ribello al sondino di Stato”. L’ex musicista, blogger su MicroMega, pubblica il suo testamento biologico e si scaglia contro il ddl del governo sul fine-vita: “Una legge vergognosa, da dittatura etica clerico-fascista, che lede la mia libertà di essere artefice della mia vita anche nella morte. Rifiuterò sia l’alimentazione che la respirazione artificiale. E non esiterò un istante a recarmi in un altro paese che rispetti le mie ultime volontà”.

Il testamento biologico di un musico impertinente

Dopo un’assenza di due mesi dovuta ad un periodo molto problematico mi sento obbligato ad intervenire a causa della vergognosa legge sul fine vita che è prepotentemente tornata in discussione alla camera e che a breve potrà diventare legge dello Stato italiano.

Una legge che di fatto instaura una dittatura dell’etica, un’etica clerico-fascista dove la religione è imposizione assoluta come la dittatura. Per seguire i dettami di una nomenklatura vaticana che ha la presunzione di avere il primato sulle coscienze in quanto vicaria dell’unico dio buono e giusto, anche quando non riconosce i propri errori sulla pedofilia nelle sacrestie, il governo ed il parlamento si apprestano ad imporre il sondino di Stato a tutti coloro cui la sofferenza ha già imposto una vita veramente difficile.

Ancora più vergognoso, ma francamente a me non stupisce, è che questa legge sia oggetto di campagna elettorale da parte di un premier in difficoltà di immagine e di consensi e che dell’etica e della morale pubblica se ne infischia da sempre.

Lo scorso nove marzo ho redatto e depositato il mio testamento biologico presso la Chiesa Valdese di Roma e che ora pubblico sul blog.

La scelta della chiesa valdese non è casuale perché da ateo militante ho innanzitutto apprezzato le posizioni dei valdesi di grande rispetto sul fine vita e in aperto dissenso dalla chiesa cattolica da cui ho preso ufficialmente le distanze con il mio “sbattezzo” il dodici febbraio 2010.

Ho scelto come miei fiduciari due persone a me molto vicine e che so che faranno di tutto per fare rispettare le mie direttive anticipate; oltre a Maria che giornalmente lotta con me, la scelta di Paolo amico di una vita e come me musico era scontata per una questione di così delicata sensibilità.

L’idea inoltre di pubblicare il mio testamento biologico sul blog e soprattutto sul sito di Micromega, ha per me un’importante valenza; ringrazio la rivista per aver dato voce a quello che è l’ultimo grido di libertà di una persona che a causa della malattia di libertà ne ha ben poche. Immobile in corpo ormai inerme ho la precisa volontà di voler rinunciare a proseguire una vita attaccato alle macchine e quando arriverà il momento ho deciso di rifiutare sia l’alimentazione artificiale che il respiratore. Non perché non ami abbastanza la vita o le persone che mi sono state accanto e mi hanno amato soprattutto nel difficile percorso della malattia ma perché è per me inaccettabile subire questa non vita, da edonista non trovo musicalità nella sofferenza. Oggi nella mia immobile passività ancora cerco non soltanto una semplice normalità ma anche di alimentare il mio spirito, e questo avviene attraverso la persona amata, ma fino a quanto potrà durare, fino a quando riuscirò a sostenere tutto ciò? Sono consapevole che questa sofferenza è inarrestabile e quello che oggi è ancora un piacere potrà essere ben presto un macigno: la vita.

L’articolo 1 di questa presunta legge recita che la (mia) vita è un bene indisponibile, ossia che la mia vita non mi appartiene (probabilmente appartiene a Ratzinger o forse a Sacconi, a Quagliariello o alla Binetti), invece mi appartiene la malattia. Se questo può essere valido per un timorato di dio, è una assurdità per un consapevole senza dio come me. A brigante brigante e mezzo: se un parlamento, a mio parere, illegittimo a causa di un sistema elettorale non rispondente a canoni democratici, decide di varare una legge in palese contrasto con l’articolo 32 della Costituzione Italiana e con la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e che lede la mia libertà di essere artefice della mia vita anche nella morte, qualora le mie condizioni divenissero insostenibili, non esiterò un istante a recarmi in un altro paese che rispetti le mie ultime volontà.

Colgo l’occasione per ringraziare dio di avermi fatto ateo (impertinente).

Paolo