Cei, Acli e Pax Christi: quattro Sì per la legalità e il creato

Luca Kocci
il manifesto, 7 giugno

C’è chi lo dice sottovoce e chi tenta di fare il pompiere – come il quotidiano della Cei Avvenire che invita a «non politicizzare» il voto – ma la posizione della Chiesa e dei cattolici su referendum del 12-13 giugno è quasi unanime: andare a votare – e già questa è un’indicazione piuttosto netta – e votare sì. Non solo ai due quesiti sull’acqua, dove il consenso è ampio e trasversale, dal Vaticano alle Comunità di base, ma anche agli altri due, su nucleare e legittimo impedimento, quest’ultimo carico di inevitabili risvolti politici.

La rivista dell’Azione cattolica, Segno, pubblica un articolo dall’imparziale titolo Labirinto referendum e coscienza pubblica, ma la Presidenza della principale associazione ecclesiale italiana dice che è «doveroso partecipare al referendum». E aggiunge che, sul nucleare, bisogna stare attenti a compiere scelte che «potrebbero arrecare rischi per la salute dei cittadini» e, per quanto riguarda il legittimo impedimento, va salvaguardata «l’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge».

Doppio Sì quindi, senza se e senza ma. Il presidente delle Acli Andrea Olivero informa che «stiamo mobilitando il nostro milione di iscritti per portarli al voto», chiedendo di votare quattro Sì: per l’acqua, ma anche per «cancellare la possibilità di costruire nuove centrali nucleari», visto che «esistono altri modi di produrre energia in modo sicuro e pulito», e per «cancellare lo scudo penale per i politici» perché «la legge è uguale per tutti».

Sulle colonne dell’agenzia settimanale Adista, don Walter Fiocchi – firmatario anche dell’appello per i referendum Per cambiare insieme a molti altri parroci e preti “di base” – spiega che «finalmente viene chiesto ai cittadini di affrontare di petto quel cancro della democrazia che ci sta divorando dal 1994: il conflitto di interessi, negato, attenuato, mascherato, taciuto, anche dall’opposizione» e si augura che «le urne siano riempite da una valanga di Sì indignati».

Vicepresidente e coordinatore nazionale di Pax Christi, Sergio Paronetto e don Nandino Capovilla annunciano «Sì al referendum contro il nucleare» perché «i rischi sono maggiori dei benefici»; e «Sì al referendum sul legittimo impedimento: in un Paese dove nessuno si dimette e dove qualcuno ritiene che il terrorismo stia tra i magistrati che fanno il loro dovere, il rinvio delle udienze per legittimo impedimento allunga i tempi per l’accertamento delle eventuali responsabilità penali e per il risarcimento dei danni arrecati alle persone offese».

Il coordinamento di cattolici democratici Agire politicamente chiede quattro Sì per «abrogare l’intero operato del governo», ma anche per «bloccare il processo di privatizzazione del patrimonio pubblico», proteggere il «creato» ed «affermare il primato dell’interesse generale sugli interessi particolari».

In solitudine, fanno il tifo per l’astensionismo i liberisti incalliti di Comunione e liberazione, che comunque dicono No a tutti i quesiti: No al legittimo impedimento, ripete in continuazione l’esponente politico ciellino più vista, Maurizio Lupi, possibile nuovo ministro della Giustizia; No al nucleare, sostiene il Dossier nucleare su Il Sussidiario.net, quotidiano online della Fondazione per la Sussidiarietà della Compagnia delle Opere, il braccio economico di Cl; e No all’acqua pubblica perché, si legge sul mensile filociellino Tempi, «il vero nemico del bene comune è lo spreco» mica «la peste del profitto». E chi sono gli unici che, secondo i nipotini di don Giussani, potrebbero ridurre gli sprechi e tappare i buchi degli acquedotti? Ovviamente «i privati».

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Missionari con striscione a S.Pietro: “Signore aiutaci a salvare l’acqua”

La Repubblica, 9 giugno 2011

Duecento religiosi hanno organizzato una manifestazione all’insegna del digiuno e della preghiera per dire sì ai referendum. Padre Zanotti: “E’ la fonte di tutta la vita” e sul legittimo impedimento “La legge è uguale per tutti”

”Come si fa a mercificare la madre acqua?”. E’ questa la domanda polemica che padre Alex Zanotelli pone in piazza San Pietro nel giorno in cui almeno 200 religiosi e religiose in rappresentanza delle comunità di quasi tutte le regioni italiane, hanno organizzato una manifestazione all’insegna del digiuno e della preghiera per dire sì ai referendum, in particolare ai due sull’acqua e a quello contro le centrali nucleari. ”A livello personale”, poi, i missionari si esprimono anche a favore del quesito sul legittimo impedimento, ”perché la legge è uguale per tutti”.

L’appuntamento era per le 12, ma il gruppo è arrivato prima e ha dovuto contrattare a lungo con gli uomini della sicurezza prima di poter accedere nella piazza. Una volta dentro la piazza, i religiosi si sono disposti in circolo e hanno pregato e cantato. Poi, però, è stato impedito loro di aprire uno striscione con la frase: ”Signore aiutaci a salvare l’acqua”. La scritta è stata quindi aperta fuori e dalle transenne che circoscrivono il colonnato del Bernini. Anche i giornalisti sono stati fatti allontanare dalla piazza.

”Siamo qui – ha detto padre Zanotelli insieme a padre Adriano Sella, fra i promotori dell’iniziativa – per tutti i cittadini e in particolare per la Chiesa. Siamo grati che la Chiesa italiana abbia fatto un bellissimo passo prendendo coscienza del problema, ma vorremmo che da parte delle parrocchie delle comunità ecclesiali ci fosse una presa di coscienza maggiore su questo, l’acqua è il bene comune essenziale, bisogna partire da qui. Direi – ha aggiunto – che tutto quello che stiamo facendo è un problema morale, etico di spiritualità. Io ho sempre insistito su questo aspetto: l’acqua è la fonte di tutta la vita. Perché la scienza ci dice che tutto quello che è nato sui questo Pianeta viene dall’acqua- ha proseguito Zanotelli – E’ importante che ora i giuristi comincino a mettere in relazione vita e diritto”.

Sul tema dell’energia atomica, il missionario ha detto: ”L’energia atomica ha costi incredibili, il problema poi rimangono le scorie, su questo non abbiamo nessuna soluzione, le scorie nucleari durano oltre 200mila anni, poi ricordiamoci quanto acqua ci vuole per il nucleare, una quantità enorme per raffreddare i reattori, e molto importante, produrre energia nucleare vuole dire aiutare il surriscaldamento del pianeta”. ”Infine – ha spiegato – ricordo sempre la strettissima connessione fra civile e militare, per quello la Francia punta tanto sul nucleare, perché è una potenza nucleare. Io non posso accettare la bomba atomica, per me è peccato”. Sul legittimo impedimento, Zanotelli ha osservato: ”Penso, e lo dico come cittadino, che davanti alla legge come è previsto dalla Costituzione, tutti i cittadini sono uguali. Se qualcuno sbaglia paga”

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Benedetto XVI: “Priorità a energie pulite”
Fonte: Tgcom.it

Il Papa interviene a favore delle energie rinnovabili nel discorso ai neo ambasciatori di diversi Paesi. “Adottare uno stile di vita rispettoso dell’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie appropriate che salvaguardino il patrimonio della creazione e siano senza pericoli per l’uomo, devono essere priorità politiche ed economiche”, ha detto Benedetto XVI. Il Papa ha auspicato anche un “cambio di mentalità”.

Benedetto XVI ha evocato implicitamente l’incidente alla centrale nucleare giapponese di Fukushima quando ha ricordato “le innumerevoli tragedie che hanno toccato la natura, le tecnica e i popoli” nel primo semestre del 2011. “L’ampiezza di tali catastrofi ci interroga”, ha detto Benedetto XVI.

“L’uomo a cui Dio ha confidato la buona gestione della natura non può essere dominato dalla tecnica e diventare suo soggetto. Una tale presa di coscienza deve condurre gli Stati a riflettere insieme sul futuro a breve termine del pianeta”. Per Benedetto XVI, “è divenuto necessario rivedere completamente il nostro approccio con la natura”.

La natura, continua il Pontefice, “ci è essenziale”. E’ in qualche modo la “casa” in cui abita l’uomo per cui è divenuto impellente “arrivare rapidamente ad un’arte del vivere insieme che rispetta l’alleanza tra l’uomo e la natura senza la quale la famiglia umana rischia di scomparire.

Deve pertanto essere realizzata una riflessione seria che porti a proporre soluzioni precise e percorribili. I governi devono impegnarsi a proteggere la natura e aiutarla a svolgere il suo ruolo essenziale per la sopravvivenza dell’umanità”.

Il discorso del Pontefice ha poi affrontato il nodo delle tecnologie: “La tecnica che domina l’uomo – ha spiegato – lo priva della sua umanità. L’orgoglio che essa genera, fa nascere nelle nostre società un economismo ingestibile ed un certo edonismo”, che a sua volta “determina comportamenti egoistici e succubi. Coscienti del rischio che corre l’umanità”, è dunque diventato oggi “urgente giungere a coniugare la tecnica con una forte dimensione etica”.

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Referendum, i settimanali cattolici fanno campagna per i quattro Sì

Orazio La Rocca
www.repubblica.it

Valanga di appelli, digiuni e slogan sulle testate diocesane, un milione di copie per 190 giornali: con poche eccezioni tutti a favore delle abrogazioni

“Salviamo sorella acqua!”. “La legge è uguale per tutti”. “No all’energia nucleare”. Una valanga di frasi e di slogan a favore dei “sì” ai 4 referendum, ma anche forti, convinti inviti a “credenti, non credenti e uomini di buona volontà” a partecipare compatti al voto di domenica e lunedì prossimi per “centrare l’obiettivo di raggiungere il quorum”. E’ il grande tam tam messo in atto dai settimanali diocesani in questi giorni in edicola in vista del voto referendario.

Nella stragrande maggioranza dei giornali di proprietà dei vescovi italiani (190 testate per un tiratura media di oltre un milione di copie), campeggiano editoriali che non fanno mistero di tifare apertamente per i “sì”, in linea con analoghi appelli fatti in anche da sigle storiche come Azione cattolica italiana, Acli, Pax Christi, e da ben 40 diocesi.

Tra gli interventi più autorevoli, quello di Roma 7, il settimanale diocesano di Roma (la diocesi del Papa) guidata dal cardinale vicario Agostino Vallini, che nell’ultimo numero pubblica un ampio intervento contro il nucleare e a favore della difesa dell’acqua “come bene comune”, ricordando che su queste tematiche venerdì prossimo la Cei organizzerà un convegno dal titolo “Per una Chiesa custode del creato” presso la facoltà teologica di Padova. Appuntamento cruciale alla vigilia dei referendum, come ricorda anche La difesa del popolo (Padova).

Dello stesso tenore è l’appello della Azione cattolica pubblicato su Millestrade, testata della diocesi di Albano, retta dal vescovo Marcello Semeraro, presidente della editrice del quotidiano cattolico Avvenire: “L’acqua, l’energia, la giustizia sono temi di interesse comune e centrali per i singoli cittadini e per l’intera comunità” per cui “partecipare attivamente al voto diventa un’alta forma di democrazia”. Ancora nel Lazio, il settimanale della diocesi di Civita Castellana, nella nota “Non privatizzare sorella acqua” ricorda che domani in piazza San Pietro “missionari, suore e sacerdoti si riuniranno per digiunare e pregare in difesa dell’acqua” su invito dei missionari Alessandro Zanotelli e Adriano Sella.

Anche La voce del popolo (Brescia), invita i cittadini a recarsi “massicciamente” alle urne per centrare l’obiettivo del quorum”, polemizzando con i “tentativi” fatti dal governo per vanificare il voto sul nucleare e di mettere la sordina ad “una questione di rilevanza universale come è la gestione dell’acqua come bene comune”.

Non mancano editoriali che legano la sorte del governo Berlusconi ai referendum: “Inizia una nuova fase?” si chiede, infatti, La Cittadella (Mantova). Sferzante, La Vita casalese (Casale Monferrato): “Il vento è cambiato” per un “governo cabarettista ed umiliato ogni volta che ha partecipato a consessi internazionali. “C’è un tempo per… cambiare”, tuona – evocando l’Ecclesiaste – Risveglio Duemila, (Ravenna-Cervia).

Tante le schede sui “sì” e sui “no”, come fanno, ad esempio, Il Popolo (Pordenone) – “Acqua nostra e gli altri referendum”; L’Azione (Vittorio Veneto) – “Referendum sul nucleare, una scelta per quale futuro?” – ; Il nostro tempo (Torino) che, però, ricorda pure che “l’acqua è anche una questione etica”. Per Vita Trentina (Trento) “l’acqua è di tutti come l’aria, e le politiche che vogliono privatizzarla sono contrarie all’approccio cristiano”. Dello stesso tono il Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), che, però, avverte che ” il vero problema è la partecipazione”.

Non meno significativi i richiami di Notizie di Carpi, (“Alle urne per decidere su acqua, nucleare e legittimo impedimento”), del Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli), che di fronte a tentativi di vanificare i referendum parla di “scippo e insulto alla sovranità popolare” e definisce “l’abolizione del legittimo impedimento non un sì antiberlusconiano, ma un sì alla Costituzione che sancisce che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”.

Ancora “convinti sì” ai 4 quesiti da Toscana Oggi (diocesi di Firenze), che correda il servizio con schede tecniche”, e dai francescani del Sacro Convento di Assisi che sulla loro rivista, San Francesco Patrono d’Italia, in più occasioni hanno sposato la causa dei referendum in difesa di “nostra sorella acqua, dell’ambiente e di tutto il creato”. Pochissime, invece, le voci fuori dal coro, come quelle de L’Avvenire di Calabria (Reggio Calabria) e de La Voce (Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino), che invitano ad appoggiare il decreto Ronchi “perché il vero problema dell’acqua sono le condutture e l’inadeguatezza dei servizi pubblici”.