Genova: si riparte dalle donne

Monica Lanfranco>

Preparare decine di torte di verdura, cercare una cinquantina di posti letto nelle case delle riottose famiglie genovesi, fare e disfare gli abbinamenti per due, tre notti, lottare contro colleghe e colleghi della stampa sonnacchiosi e poco interessati alle “cose delle femministe” per riuscire ad avere spazi sui media, allestire le sale dove si svolgeranno le varie attività, non perdere la pazienza (insomma provarci) e avere il batticuore al pensiero che sono passati 10 anni.

Molto altro ci sarebbe da raccontare, di questa vigilia di Punto G: Genova, genere, globalizzazione, ma già il fatto di essere arrivate qui è parecchio. Il 25 e 26 giugno 2011 a Genova la rivista Marea e altre reti di donne rilanciano lo sguardo femminista sul neoliberismo e i pezzi del movimento delle donne che non hanno perso di vista quell’appuntamento ci sono tutti.

In estrema sintesi alcuni numeri dell’evento: 30 esperte, attiviste, studiose che parleranno in plenaria e faciliteranno i 2 laboratori,(migranti/native e la terra siamo noi); 3 momenti di performance (operaie Omsa con Teatro dei due mondi, Generazioni di donne e Fabbrica), 1 camminata festosa nel centro della città, già 200 le persone che hanno detto che ci saranno.

Quanto al denaro l’unico finanziamento ricevuto per ora sta in 5000 euro dati a Marea dal Mediterranean Women‚s Fund, una organizzazione femminista che ha come missione l’aiuto alle associazioni, reti e gruppi di donne che promuovono azioni contro il sessismo e lo squilibrio di potere tra i generi; ci sono poi 500 euro promessi dalla Provincia di Genova, i biglietti del treno per le compagne della Omsa offerti dalla Cgil nazionale e 100 euro dalla Uil di Genova.

Punto G aveva aperto il Social forum, nell’assolato giugno 2001, non senza polemiche per il suo carattere anticipatorio e precisamente focalizzato sul genere; quell’incontro di donne, così diverse tra loro, organizzato con la pressione mediatica addosso per l’imminenza del G8 era stato un evento, perché accanto alla disamina tradizionale dei temi come lavoro, salute, diritti ed economia si era declinata la globalizzazione attraverso uno sguardo inedito ponendo una domanda: come ci cambia, nei sentimenti e nelle relazioni, l’impatto con questa mutazione che è anche antropologica?

Ne avevano discusso suore comboniane e ragazze dei centri sociali, femministe storiche e sindacaliste, donne del nord e del sud del mondo: era un quesito che appariva laterale e un po‚ intimista, appunto quelle “cose da femministe” guardate con sufficienza dentro e fuori i movimenti misti, e invece quell’analisi dal sapore cassandresco fu profetica e illuminante.

La imminente ferocia della crisi economica, l’incipiente guerra globale delle armi e quella della violenza maschile sul corpo delle donne (anche attraverso la macelleria mediatica dell’Italia berlusconiana): tutto questo era stato previsto, e predetto, a Punto G.

Quella lettura e quell’approccio, accanto alle proposte di alternativa per una diversa globalizzazione furono oscurati dalla violenza e dal sangue che a luglio segnarono Genova.

Ma, come è nella natura carsica dei movimenti delle donne, alcune di noi hanno continuato a tenere sveglia l’attenzione, in particolare su uno dei nessi più delicati di quello sguardo: la relazione e la connessione con le giovani generazioni, il passaggio del testimone, la genealogia che sta alla base della politica delle donne.

Quanto, infatti, Punto G di dieci anni fa era stato il frutto del bisogno di fare chiarezza sulla autonomia peculiare dei femminismi nei movimenti altermondialisti così oggi l’urgenza è connettere e riconnettere la forza critica e conflittuale dei femminismi tra donne di diverse generazioni,(intercettando anche gli uomini che vogliono far parte del percorso) e rimettere al centro della politica il movimento delle donne come sapere, bene e potenziale comune trasformativo per tutte e per tutti. Non “cose da femministe‚, ma la politica delle donne come politica tout count.

Punto G 2011 vuole essere l’occasione per coinvolgere chi non c’era dieci anni fa nella riflessione sui lati oscuri della globalizzazione e per condividere le pratiche di resistenza e di cambiamento che molti movimenti in questo decennio hanno realizzato: dalle donne di Vicenza a quelle no tav, da quelle contro la mafia e i rifiuti tossici in Calabria a quelle di Trama di terre, di Ife, della Rivoluzione gentile e alle decine di gruppi che anche in piccoli centri tengono viva la relazione tra donne di diverse generazioni.

E sarà proprio dedicata all’intreccio di domande e di risposte l’inedita tavola rotonda di domenica 26 giugno tra alcune protagoniste dei femminismi italiani e alcune giovani under 30: un modo per rendere visibile e dare corpo alla relazione tra generazioni femminili che di recente hanno scosso il paese nell’indignazione contro la mercificazione e lo svilimento del corpo femminile.

Il sito dove sono disponibili il programma, le informazioni, l’elenco delle adesioni e materiali è http://puntoggenova2011.wordpress.com/

Monica Lanfranco
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