“Dimmi chi voti e ti assumo”. Il questionario choc della Sws

Marco Severo
http://parma.repubblica.it/, 7 luglio 2011

“Che scarpe compri?”, “Sei single?”. Sarebbero solo alcune delle domande per la selezione del personale della cooperativa travolta dallo scandalo tangenti, secondo il test diffuso dal collettivo Insurgent City

Dimmi chi voti e ti darò un lavoro. Fammi sapere se vai in chiesa e ti farò facchino oppure parcheggiatore, chissà. Secondo il collettivo Insurgent city, sarebbe stato una fantasmagoria di pretese il questionario per le assunzioni della Student work service, la cooperativa finita nel giro di mazzette e decapitata dall’inchiesta Green Money 2 (in carcere sia il presidente Gian Vittorio Andreaus che il suo vice Tommaso Mori). Un’accozzaglia di pretesti neanche troppo mascherati, con ammiccamenti che subito cedono alle curiosità più rozze: “Sei single? Con chi sei stato in vacanza?”.

Nel quizzone, che la Sws avrebbe utilizzato per selezionare il suo personale (e che non c’entra col lavoro della Procura), il candidato si sarebbe trovato davanti un foglio con queste domande: “Quando hai comprato l’ultimo vestito? Quando hai comprato l’ultimo paio di scarpe, in che negozio e di che marca?”. E poi, bando alle cautele: “Cos’hai votato nelle ultime elezioni politiche e amministrative?”.

Quindi interrogativi marca happy hour, da sorriso piacione in via Farini: “Sei single?” e ancora “Quando sei stata (al femminile, ndr) l’ultima volta a ballare?” per sterzare bruscamente con pii quesiti del genere: “Quando sei stato/a l’ultima volta in chiesa?”.

Obiettivo ufficiale: selezionare studenti per lavoretti da alternare alle sessioni d’esame. Le mansioni offerte erano quelle di addetto al catering, alla sorveglianza, all’accompagnamento di minori. Sull’indirizzo web della Sws si legge, per esteso, il raggio d’azione della cooperativa: “Ricerche di mercato, campagne d’informazione all’utenza.

Inserimento dati in database, Attività di accompagnamento e intrattenimento di minori, Organizzazione eventi, Personale specializzato per attività di catering e per locali notturni” eccetera. La lista chiarisce, forse, le ragioni di tanta promiscuità nel questionario: che il vero scopo fosse la ricerca di mercato e non l’assunzione di giovani? Quale nesso ci sarebbe, altrimenti, fra le domande sui vestiti e le professionalità ricercate? Neanche un quesito punta ad appurare il percorso di studi del candidato. Concetti come il merito e le capacità neanche a parlarne: siamo su altri pianeti ideali.

Le prime segnalazioni risalgono a un anno fa, quando alcune studentesse rivelarono l’esistenza del test Sws. Ora è il collettivo Insurgent city, sullo sfondo degli arresti Green Money, a tirare fuori il quiz “minestrone”. Durante la manifestazione di martedì davanti al Comune Andrea Bui, tra i leader del gruppo, ha preso il microfono e rotto il silenzio (IL VIDEO): “Queste erano le domande usate per selezionare il personale dalla Student work, a cui il Comune era collegato.

Le ipotesi sono due  –  ha spiegato Bui – o si volevano raccogliere informazioni o si faceva selezione del personale in modi poco professionali. Vignali ne sapeva niente?”. Ammesso che il questionario sia stato effettivamente impiegato, il bluff e l’inganno erano la cifra dei suoi autori: dacci fiducia, dicci le tue cosette private e noi faremo di te un grande parcheggiatore. Un divo del catering, vedrai. Forse non è un caso, che altri due degli arrestati Green Money (Moruzzi e Balisciano) si chiamassero simpaticamente tra loro “il gatto” e la “volpe”. Stavolta, però, Pinocchio ha mangiato la foglia.

Il questionario Sws diffuso da Insurgent City (.pdf)