Salute e Migranti

Convegno del Mediterraneo Giardini Naxos (ME) – 17 e 18 giugno 2011
Salute e Migranti – Un approccio all’integrazione e alla cooperazione sanitaria

Dichiarazione di intenti

Il Convegno del Mediterraneo, che l’Ordine dei Medici di Messina ha organizzato, il 17 e 18
giugno, in collaborazione con l’Assessorato della Salute della Regione Siciliana, INMP, AMSI e
SIMM, ha avuto il grande merito di avere riunito, in un’unica sede, per la prima volta, i maggiori
esponenti e le più importanti associazioni, che da anni sono impegnate sul fronte, spesso
dimenticato, dei migranti.

Il Convegno ha, così, svolto l’importante compito di mettere a fattor comune, insieme ai
rappresentanti dell’area mediterranea (Lega Araba, Comem, istituzioni sanitarie rivierasche), le
complesse problematiche socio-sanitarie, antropologiche e giuridiche legate ai fenomeni migratori,
offrendo un’occasione unica di confronto dell’esperienza decennale di società e associazioni come
la SIMM, l’INMP, l’AMSI, l’ASGI (Associazione studi giuridici italiani), MSF (Medici senza
frontiere), l’Italian National Focal Point (Infectious diseases and Migrant) coordinato dall’Istituto
Superiore di Sanità, l’UNHCR e la Caritas con le Istituzioni sanitarie e politiche presenti per
progettare comunitariamente nuovi percorsi, che possano fornire risposte ancora più efficaci alla
domanda di inclusione sociale e di tutela sanitaria dei migranti, regolari e non. Una condivisione
ritenuta necessaria per rimuovere gli ostacoli al diritto alla continuità assistenziale e all’accesso,
legislativamente garantito, alle cure sanitarie.

Dal confronto comune è, tuttavia, emersa la forte preoccupazione per le conseguenze delle
decisioni politiche adottate dal nostro Governo in tema di immigrazione, con particolare riferimento
alla decisione, avvenuta proprio durante lo svolgimento del Convegno, presa dal Consiglio dei
Ministri, di prolungare a 18 mesi la durata massima della permanenza nei CIE dei migranti
irregolari. Una misura, che per tutti noi, avrebbe conseguenze ancora più traumatiche e violente
sulle condizioni fisiche e mentali di uomini, donne e bambini, già vittime di contesti sociali e
politici drammatici.

In due precedenti rapporti, pubblicati rispettivamente nel 2004 e nel 2010, MSF aveva denunciato le
conseguenze disastrose sulla salute fisica e mentale delle condizioni di detenzione nei CIE in Italia
e aveva chiesto la chiusura degli stessi. E la situazione perdura ancora oggi.
ASGI e INMP Sicilia, a loro volta, nel pieno dell’emergenza Lampedusana dei mesi scorsi hanno
denunciato, con insistenza, l’impossibilità, per medici e avvocati, di entrare nei Centri per seguire i
propri assistiti e verificare le loro condizioni di vita, a dispregio di qualunque normativa.
Nonostante l’art. 32 della Costituzione Italiana, il Testo Unico sull’immigrazione del 1998,
l’emanazione di Linee guida, che tutelano il diritto alla salute anche per gli immigrati irregolari, la
Caritas segnala ancora discrepanze nell’assistenza ai migranti, che generano diseguaglianza, da
regione a regione.

Occorre dunque abbandonare la via della falsa accoglienza di contenimento, quale quella
ipocritamente scelta fino ad ora, e dare soddisfazione ai principi etici e morali di difesa e tutela delle
persone in quanto esseri dotati di dignità e agire, inaugurando nuovi e più civili indirizzi strategici
di accoglienza, che garantiscano la tutela del diritto alla salute e che aprano, soprattutto, la strada
all’accoglienza solidale e alla successiva inclusione sociale dei migranti.

Obiettivi che possono essere ottenuti, riconoscendo l’assistenza ai migranti fuori dalla cornice
dell’emergenza e dell’intervento occasionale, ma come servizio garantito ed erogato dai Sistemi
sanitari regionali, creando nella rete territoriale dei presidi sanitari, con la collaborazione delle
Regioni, degli Ordini dei Medici e delle istituzioni, punti di orientamento e di riferimento sanitario
per i migranti, con personale medico e paramedico appositamente formato.

Noi crediamo che la buona accoglienza dei migranti sia un banco di prova assoluto per i nostri
valori di umanità, democrazia e rispetto della dignità umana e crediamo anche che i migranti
abbiano già conquistato sul campo quel lasciapassare che solo la sofferenza e la domanda di
bisogno possono dare.

Nel farci promotori di un programma di rete assistenziale istituzionale nei confronti dei migranti,
coerentemente con quanto affermato, i sottoscrittori di questa Dichiarazione di Intenti
convocheranno, a metà luglio, a Roma, un incontro con i rappresentanti delle istituzioni nazionali e
delle forze politiche per giungere alla stesura di un Progetto di Legge, che, oltre a cancellare
l’attuale condizione vergognosa in cui versano i CIE, spinga le Regioni ad uniformare i propri
interventi nei confronti dei migranti e dia l’indirizzo per la costituzione di una rete nazionale di
accoglienza sanitaria garantita dai SSR.