Biotestamento, la Camera approva

www.repubblica.it, 12 luglio

Votazione favorevole a Montecitorio per ddl che regolamenta il testamento biologico. Una stretta sulle Dat, le dichiarazioni anticipate di trattamento. L’opposizione respinge compatta. Le volontà del malato diventano “orientamenti”. Dopo il Senato, probabile raccolta di firme per il referendum

Dopo cinque mesi di dibattito, la maggioranza approva il disegno di legge sul testamento biologico. E lo fa tra le “necessità di legiferare” evidenziate dal centrodestra, e tra le polemiche espresse da tutta l’opposizione. La Camera ha dato il via libera, con alcune modifiche, al provvedimento licenziato dal Senato nel marzo del 2009. E’ ora necessario un ultimo passaggio a palazzo Madama, prevedibilmente in autunno in cui l’iter del ddl non dovrebbe comunque incontrare difficoltà.

Ma dal Pd ai radicali, l’opinione sul ddl è univoca e negativa 1. Tredici deputati Pd non hanno partecipato alla votazione, perché sulla materia “è sbagliato legiferare”. E il commento di Beppino Englaro, papà di Eluana, è emblematico: “Si tratta di una legge incostituzionale”, dice Englaro, “che va nella direzione opposta rispetto ai principi costituzionali. L’autodeterminazione terapeutica non può incontrare un limite anche se ne consegue la morte, che non ha niente a che vedere con l’eutanasia. Nessuno, nè lo Stato nè un medico può disporre della salute di un cittadino”.

Il senatore Raffaele Calabrò, relatore del testamento biologico al Senato, è soddisfatto: “L’ampio consenso intorno all’art. 3 del ddl sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, fulcro del provvedimento in esame, dimostra che il paese e chi lo rappresenta conviene sulla necessità e sulla bontà della legge”. Prosegue Calabrò: “E’ evidente che i numeri non danno ragione a chi licenzia la legge come un’imposizione di una minoranza clericale, di una maggioranza illiberale distante dalla società civile.

Resiste quel nocciolo di valori, che sono quelli della tutela della vita, del no all’eutanasia e all’accanimento terapeutico, di cui il Pdl si è fatto fermo paladino, e intorno al quale si riconosce la maggioranza degli italiani, dall’udc alla lega passando per una minoranza del Pd”.Il Sottosegretario alla salute Eugenia Roccella critica un’opposizione definita “ideologica: “Si è voluta dare l’idea di un disegno di legge imposto al Parlamento e di un testo immodificabile, senza attenzione ai contenuti reali della legge. E invece è stato un provvedimento di iniziativa parlamentare, molto aperto al dibattito, modificato più volte e approvato da una maggioranza trasversale”.

Ma anche nella maggioranza e zone limitrofe, qualche voce dissidente si fa sentire. Come quella di Daniele Capezzone, che dice: “Non l’avrei votata”. Chiara Moroni di Futuro e Libertà definisce la legge “truffaldina”. Rocco Buttiglione, in polemica con Ignazio Marino, dice: “”Sarebbe stato meglio non fare questa legge, la responsabilità tocca il Pd, i radicali e la magistratura che è intervenuta in modo brutale”.

Turco: “Un ddl autoritario”. “La legge della destra sul fine vita è arcigna, autoritaria e proibizionista. Nel dibattito oggi alla camera la Maggioranza ha gettato la maschera ed è chiaro a tutti che siamo davanti a un imbroglio per i cittadini e i medici”. Così Livia Turco, componente Pd in commissione affari sociali. Turco sottolinea che il ddl “Colpisce l’alleanza terapeutica medico-paziente e vieta, di fatto, il testamento biologico; nelle Dt si potrà infatti scrivere solo nome, cognome e che non si vuole essere sottoposti ad accanimento terapeutico, cosa che nessun medico farebbe”.

Ignazio Marino del Pd guarda già oltre il secondo passaggio al Senato: “Se il ddl sul biotestamento che sarà approvato oggi alla camera sarà licenziato in via definitiva, partirà una raccolta firme per arrivare a un referendum che abroghi una legge inaccettabile”, dice. Rosy Bindi, presidente del Pd, aggiunge con polemica: “Se prima le Dat non erano regolate, adesso sono impedite”. Sottolineando che “gli emendamenti estratti come un coniglio dal cappello all’ultimo minuto” hanno “vanificato i lavori di due anni in commissione”.

Vendola: “Legge disumana”. Netto il giudizio di Sinistra e libertà, affidato alle parole del leader Nichi Vendola: “L’obbligo di soffrire per legge non è umano, non è dignitoso. E’ una legge che sottrae agli italiani la libertà di decidere sulla propria vita, che chiede ai medici non di curare, ma di costringere alle cure”, dice Vendola. “E’ una legge violenta”, prosegue il leader di Sel, “che invade un terreno dove lo Stato deve rispettare, non imporre”.

Idv: “Una legge contro le Dat”. Antonio Palagiano, responsabile sanità dell’Italia dei Valori e relatore di minoranza del provvedimento, non usa mezzi termini: “Il governo ha gettato definitivamente la maschera e con l’emendamento al comma 6 dell’articolo 3 restringe il campo di applicazione delle Dichiarazioni anticipate di trattamento. E’ evidente, quindi, che questa legge va contro le Dat”. Spiega Palagiano: “Con gli emendamenti approvati sarà infatti difficile se non impossibile stabilire quando avranno rilievo le Dat, poichè sarà necessaria una risonanza magnetico-nucleare per accertare lo stato vegetativo del paziente. Nei piccoli ospedali, ad esempio, sarà difficilissimo effettuarla e sarà impossibile, quindi, applicare la legge. Legge che perde definitivamente di senso e dimostra, ancora una volta, la sua inutilità”, conclude Palagiano.

Staderini: “Ci rubano la morte”. Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani è convinto che “se il Senato confermerà il provvedimento della Camera, non sarà più possibile decidere della propria vita. Per tutti noi hanno deciso Udc, Lega e Pdl, meschine comparse di un film scritto in Vaticano”. Dichiara il segretario: “Con la legge 40 hanno rubato la vita e la libertà di ricerca scientifica, con la legge Calabrò ci rubano anche la morte. Questi moderni aguzzini vogliono, attraverso il sondino di Stato imposto per legge, disinnescare le conquiste di libertà che Piergiorgio Welby e la famiglia Englaro hanno assicurato agli italiani con la loro lotta”. La deputata radicale Maria Antonietta Coscioni, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, parla apertamente di “legge schifezza”: “E’ l’unica definizione”, dice, “che si può dare a un provvedimento che non trova riscontro in alcun paese occidentale”.

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IL DDL – Testamento biologico, ecco la legge. Non vincolante e solo se il cervello è spento

www.repubblica.it, 12 luglio

Fine vita, regolamento di otto punti. No all’eutanasia e validità delle Dat solo in caso di assenza di attività cerebrale, comunque non obbligatorie per l’azione del medico

I punti salienti della legge sul testamento biologico approvata oggi alla Camera, che per il varo definitivo dovrà tornare al Senato, sono almeno due: le dichiarazioni anticipate di trattamento non sono vincolanti per i medici ed escludono la possibilità di sospendere nutrizione e idratazione, salvo in casi terminali. Inoltre, sono applicabili solo se il paziente ha un’accertata assenza di attività cerebrale.

Otto sezioni. Il testo si compone di otto articoli, inizialmente erano nove, ma l’ottavo è stato soppresso da un emendamento del pdl su “autorizzazione giudiziaria”.

No allo stop alimentazione e idratazione. Il primo “riconosce e tutela la vita umana, quale diritto inviolabile e indisponibile, garantito anche nella fase terminale dell’esistenza e nell’ipotesi in cui la persona non sia più in grado di intendere e di volere, fino alla morte accertata nei modi di legge”, e vieta esplicitamente “ogni forma di eutanasia e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio, considerando l’attività medica e quella di assistenza alle persone esclusivamente finalizzate alla tutela della vita e della salute nonchè all’alleviamento della sofferenza”.

Il secondo articolo è quello sul ‘consenso informato’: “Salvo i casi previsti dalla legge, ogni trattamento sanitario è attivato previo consenso informato esplicito ed attuale del paziente prestato in modo libero e consapevole”.

Modalità delle Dat. L’articolo 3, il cuore della legge, definisce i limiti e le modalità delle dichiarazioni anticipate di trattamento, nelle quali il dichiarante “esprime orientamenti e informazioni utili per il medico, circa l’attivazione di trattamenti terapeutici purchè in conformità a quanto prescritto dalla presente legge”. E’ una delle modifiche dell’ultim’ora: la legge prevede in sostanza che il paziente possa dichiarare esplicitamente quali trattamenti ricevere, ma non escludere quelli a cui non desidera essere sottoposto. In ogni caso il testo ribadisce che alimentazione e idratazione “devono essere mantenute fino al termine della vita, ad eccezione del caso in cui le medesime risultino non più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo. Esse non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento”.

Altra modifica di oggi, tra le polemiche dell’opposizione, la riduzione di fatto della “platea”: l’applicazione dei biotestamento scatta solo per chi è “nell’incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze per accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale e, pertanto, non può assumere decisioni che lo riguardano”. Il quarto articolo stabilisce che le DAT hanno valore per 5 anni e sono rinnovabili.

Assistenza agli stati vegetativi. Il quinto articolo prevede che entro 2 mesi dal varo dela legge vengano istituite dal ministero della Salute “linee guida cui le regioni si conformano” per “assicurare l’assistenza ospedaliera, residenziale e domiciliare per i soggetti in stato vegetativo”.

Familiari. Il sesto articolo fissa la figura del fiduciario nominato dal dichiarante, “l’unico soggetto legalmente autorizzato ad interagire con il medico”. Se un paziente non dovesse nominare un fiduciario (che può essere sostituito in qualsiasi momento e, se nominato, è l’unico legalmente autorizzato a interagire con il medico sulla dat) i suoi compiti saranno adempiuti dai familiari nell’ordine previsto dal codice civile.

Dat non vincolanti. Il settimo sancisce che il biotestamento non sarà vincolante per il medico: “Gli orientamenti espressi dal soggetto nella sua dichiarazione anticipata di trattamento – si legge infatti nel testo – sono presi in considerazione dal medico curante che, sentito il fiduciario, annota nella cartella clinica le motivazioni per le quali ritiene di seguirle o meno”. Soppresso invece il collegio dei medici, inizialmente previsto per dirimere eventuali controversie tra medico e fiduciario.

Registro nazionale. Infine, l’articolo 8 istituisce il registro delle DAT “nell’ambito di un archivio unico nazionale informatico. Il titolare del trattamento dei dati contenuti nel predetto archivio è il Ministero della Salute”.