Ci sono cristiani e cristiani

Ileana Montini
www.italialaica.it

05.09.2011 – C’è, per esempio, il cristianissimo presidente Formigoni che in questi giorni impazza sui media con la sua proposta di vendita degli immobili dello Stato per fare cassa ed evitare i tagli alle regioni e ai comuni. È certamente sicuro di giocarsi anche così la possibilità di concorrere a diventare il leader sostituto di Berlusconi; perché in Italia (più che altrove) l’ambiente inteso come alberi, mare, montagne, laghi e animali, acqua, aria, ha contato sempre poco sia a Destra sia a Sinistra.

Ma ci sono anche cristiani (minoritari) che l’amore per il prossimo lo estendono alla Natura. Al 69° Corso di studi cristiani organizzato dalla Cittadella di Assisi (agosto) sulle sfide del male oggi, è stata scritta una lettera indirizzata al Giorgio Napolitano e per conoscenza ai presidenti di Camera e Senato, oltre a una miriade di associazioni nazionali e internazionali interessate alla tutela del paesaggio.

La lettera inizia con i versetti di San Francesco: “Laudate sie, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi frutti con coloriti et herba.”.

I partecipanti denunciano lo scempio in atto e già avvenuto del paesaggio italiano: dalle coste marine alle montagne, ai laghi, sparisce “ un patrimonio di bellezza, memoria e cultura che è il fondamento della nostra identità morale, civile e spirituale.”
Denunciano il coinvolgimento della criminalità organizzata “in una parte crescente del mondo dell’edilizia e del movimento terra.”

Denunciano “lo stupro” dei territori per mezzo di strade e autostrade spesso inutili; per mezzo di moltiplicazione di porti turistici o di svendita di spiagge .

Della lettera si occupa (IL FATTO p.18, due sett.011) la filosofa Roberta De Monticelli usando parole di fuoco: “ruffiani che organizzano il ladrocinio di beni pubblici, di risorse comuni “, e che intaccano la nostra vita, come la nostra cultura, la nostra lingua con il gergo “dei faccendieri che siedono in Parlamento, nei barriti di ministri che sputano sulla bandiera italiana, nei gesti osceni che li immortalano sui giornali del mondo. Siamo immersi in una cultura dell’osceno.”. Ma purtroppo “parte della tragedia che si consuma sotto i nostri occhi indifferenti è questa distruzione irrerversibile della bellezza.”.

Come mai la lettera dei partecipanti al corso di studi cristiani di Assisi non è stata pubblicata in prima pagina dall’implacabile –in fatto di usi e costumi dei politici- quotidiano?

Ho trovato la risposta in uno scritto del filosofo Umberto Galimberti (inserto de’ La Repubblica del tre sett.011) a commento di una lettera .

Occorre un’etica, scrive, “che si emancipi dal cristianesimo che prevede l’uomo al vertice del creato, e anche dal principio kantiano che prevede di trattare l’uomo sempre come un fine e mai come un mezzo: perché, per quanto appropriate fossero queste etiche quando gli uomini erano pochi e la terra era grande, oggi non funzionano più, perché non possiamo più considerare mezzi –ma fini da salvaguardare- l’acqua, l’aria, le foreste, la fauna, l’atmosfera, la biosfera. “.

In realtà non disponiamo ancora di etiche che si siano fatte carico degli enti di natura, perché le etiche attuali si sono limitate a regolare l’agire umano.

E per giunta tutti e tutte siamo stati educati (condizionati!) nella mentalità cristiana fortemente, continuamente confermata dalla dominante e vigilante presenza clericale.