La Terra si difende: fa diminuire la crescita

Leonardo Boff, Teologo/Filosofo
Ricevuto dall’autore e tradotto da Romano Baraglia

L’idea che la Terra è viva, oggi è largamente accettata e già si trova nei manuali di ecologia più recenti (cf.R. Barbault, Ecologia Geral, Vozes 2011). In un primo tempo, venne proposta dal geochimico russo W.Vernadsky negli anni 20 e ripresa, negli anni 70, con più profondità da J. Lovelock e, da noi, da J. Lutzenberger e l’hanno chiamata Gaia.

Con questo si intende significare che la Terra è un gigantesco superorganismo che si autoregola, facendo sì che tutti gli esseri siano interconnessi e cooperino tra di loro. Niente è a parte, perché tutto è espressione della vita di Gaia, comprese le società umane, i loro progetti culturali e le loro forme di produzione e consumo.

Generando l’essere umano, cosciente e libero, la stessa Gaia si metteva a rischio. L’essere umaano è chiamato a vivere è in armonia con lei, ma può anche rompere i legami di appartenenza. Essa è tollerante ma quando la rottura diventa dannosa per il tutto, lei ci dà amare lezioni. Che possiamo avvertire già fin d’ora.

Tutti si lamentano della bassa crescita mondiale, specialmente nei paesi centrali. Le ragioni addotte sono molteplici. Ma secondo la visione dell’ecologia radicale, questo fatto risulta da una reazione della stessa Terra a fronte d’un eccessivo sfruttamento da parte del sistema produttivistico e consumistico dei paesi industrializzati.

Questo ha portato così lontano l’aggressione al sistema-Terra al punto che, come affermano alcuni scienziati, abbiamo inaugurato una nuova era geologica: l’Antropocene, l’essere umano con una forza geologica distruttiva che accelera la sesta estinzione di massa in corso da millenni. Gaia si sta difendendo, indebolendo le condizioni del mito radicato presso tutte le società attuali, quella del Brasile compresa: il mito della crescita, la maggiore possibile, con consumo illimitato.

Già nel 1972 il club di Roma si rese conto dei limiti della crescita, non più sopportabile dalla Terra. Questa richiede un anno e mezzo per ricreare quello che noi estraiamo in un anno. Pertanto la crescita è ostile alla vita e ferisce la reattività della Madre Terra. Ma noi non sappiamo e non vogliamo interpretare i segnali che essa ci dà. Vogliamo crescere sempre più e conseguentemente consumare a tutto spiano. La relazione «Prospettive Economiche Mondiali» del FMI prevede per il 2012 una crescita mondiale del 4,3%. Come dire, tiriamo fuori dalla terra più ricchezze rompendo i suoi equilibri come fa vedere col riscaldamento globale.

La Valutazione Sistemica del Millennio realizzata tra il 2001 e il 2005 dall’Onu, nel constatare il degrado dei principali items che sostentano la vita avverte: o cambiamo rotta o mettiamo a rischio il futuro della nostra civiltà.

La crisi economico–finanziaria del 2008, ritornata adesso nel 2011, confuta il mito della crescita. C’è una cecità generalizzata che non risparmia nemmeno i 17 Nobel dell’economia, come si è visto recentemente nel loro incontro sul lago Lindau nel sud della Germania. A eccezione di J. Stiglitz, tutti erano concordi nel sostenere che la marca teorica dell’attuale economia non ha avuto nessuna responsabilità per la crisi attuale (pagina 12, B. Aires, 28 agosto 2011). Per questo, ingenuamente richiesero di proseguire nella stessa rotta, senza rendersi conto di essere cattivi consiglieri.

Ma è importante riconoscere un dilemma di difficile soluzione: ci sono regioni del pianeta che hanno bisogno di crescere per venire incontro alle richieste dei poveri, ovviamente, avendo cura della natura e evitando l’incorporazione della cultura del consumismo; e altre regioni già ultra sviluppate devono essere solidali con i poveri, devono controllare la loro crescita, prendere soltanto ciò che è naturale e rinnovabile, ristorare quello che hanno devastato e donare più di quello che hanno ritirato perché anche le future generazioni possono vivere con dignità, con tutta la comunità della vita.

La riduzione della crescita rappresenta una reazione saggia della stessa Terra che ci trasmette questo avviso: «Smettetela con l’idea delirante di una crescita illimitata, perché essa è come un cancro che corrode tutte le fonti della vita; cercate lo sviluppo umano, dei beni intangibili che, questo sì può crescere senza limiti come l’amore, la cura, la solidarietà, la compassione, la creazione artistica e spirituale».

Credo di non errare se immagino che ci sia gente che sta porgendo un orecchio attento a questo messaggio e che faremo il percorso desiderato.